Agenzia Entrate, il caso Ruffini: un “nobile” cattolico che vive e pensa lontano dalla realtà degli italiani
Ruffini come Renzi, non lascia ma forse raddoppia spinto dalla sindrome del Marchese del Grillo. Il profilo inedito seguendo il suo pensiero
Le dimissioni dell'avvocato Ernesto Maria Ruffini, somigliano davvero molto a quelle del suo principale sponsor politico. Anche Renzi infatti avrebbe lasciato la politica se non avesse vinto il referendum e sappiamo tutti come è andata a finire.
Nella intervista al Corriere della Sera , l'ex direttore della Agenzia delle Entrate ci parla di senso civico , dei suoi profondi ideali di servitore dello Stato.
Figlio di un ex ministro e nipote di un cardinale
Chissà se essere figlio di un Ministro e nipote di un cardinale gli siano stati di peso in tutti questi anni in questo suo generoso slancio etico , non sia mai qualcuno avesse pensato che questo magari gli possa essere stato di aiuto nella sua folgorante carriera. Il direttore rivendica i risultati ottenuti sbandierando la cifra record di tributi incassati che lui e tutti quei soloni che non escono mai dal salotto della loro casa in centro o al massimo se lo fanno per andare negli altri salotti della TV , bolla come evasione.
Chi non paga le tasse per necessità merita la gogna
Questa equazione, tributi incassati come evasione è frutto di questo pensiero dominante, tutto di sinistra , che chi non paga le tasse deve essere messo alla gogna dimenticando che in quei 31 miliardi ci sono vite spezzate, case strappate alle famiglie, piccoli imprenditori messi sul lastrico da un fisco iniquo e intransigente.
Crediti per Ricerca e Sviluppo: imprese bollate come evasori
Il direttore dimentica la pagina vergognosa che in questi mesi l'Agenzia da lui diretta sta capitanando sui crediti di imposta in materia di ricerca e sviluppo. Migliaia di imprese, bollate quale evasori, con recuperi milionari con un esercito di ispettori , molti dei quali promossi dirigenti con il diploma da una legge truffa fatta apposta per loro, che giudicano con superficialità e supponenza il lavoro fatto da migliaia di imprese che hanno l'unica colpa di aver usufruito di una legge dello Stato.
Ruffini dimentica la vergogna degli uffici dove il grado di soddisfazione dell'utente è prossimo a zero, perché lo stile è quello del capo: arroganza , supponenza," Io sono io e voi..." come un moderno Marchese dl Grillo.
Chi rateizza paga gli interessi e non è una concessione
Per non parlare poi della visione tutta comunista che la rateizzazione del debito debba essere una concessione straordinaria, come se le imprese e le persone non pagassero gi interessi su queste dilazioni e come se mettere in condizioni le persone di essere in regola con i propri adempimenti sia sempre una concessione suprema. Vogliamo poi parlare dei provvedimenti in materia di residenti all'estero? Come si può legiferare mettendo il principio degli interessi familiari? Da quando lo Stato adesso entra anche nei rapporti familiari ?
Finalmente il Direttore ha gettato il velo e forse entra in politica: vediamo se le sue idee sul fisco e sulla gestione della macchina fiscale dello Stato avrà il consenso della gente.