Assicurazioni auto on line e comparatori dei prezzi, c'è il profumo di un cartello digitale: offerte sincronizzate, addio risparmio
L'economista indignato. La transumanza dei consumatori verso l'Rc Auto digitali ha già avviato un'indagine dell'Agcom nel 2021 lasciando senza risposte. Ma i conti non tornano
Negli ultimi anni, le piattaforme di confronto prezzi per assicurazioni online – come Facile.it, Segugio.it, Assicurazione.it e Sostariffe.it – hanno assunto un ruolo di primo piano nel mercato assicurativo, rendendo apparentemente più semplice e conveniente la ricerca di polizze assicurative auto a prezzi competitivi.
L’impatto di queste piattaforme ha infatti incentivato il passaggio di molti consumatori verso l’acquisto online, facendo sembrare che una maggiore trasparenza potesse migliorare la concorrenza nel settore. Tuttavia, dietro questo scenario di praticità e vantaggi economici si cela una dinamica ben più complessa e controversa: quella di un potenziale cartello occulto tra le compagnie assicurative.
Il "cartello" questo "s-conosciuto"
Il concetto di "cartello", in economia, indica un accordo tra aziende teoricamente indipendenti volto a ridurre la concorrenza nel mercato, stabilendo parametri comuni su aspetti come il prezzo e le condizioni di vendita. Tale pratica, contraria alle normative antitrust, è esplicitamente vietata e teoricamente ostacolata dalle leggi in vigore, ma nella realtà è spesso difficile da individuare e sanzionare. In questo contesto, le piattaforme di comparazione assicurativa hanno iniziato ad apparire come uno strumento di "cartello 2.0", un accordo invisibile in cui le imprese non comunicano direttamente, ma si sincronizzano tramite intermediari digitali.
La caccia al risparmio ha dato una scossa alle polizze on line
Il settore delle assicurazioni online si è sviluppato rapidamente, complice la digitalizzazione e il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, sempre più orientati a cercare il prezzo migliore. Inizialmente, le piattaforme di comparazione prezzi hanno davvero aumentato la competizione, offrendo al consumatore una panoramica più ampia e consentendo di trovare opzioni più convenienti. Col tempo, tuttavia, si è osservato un fenomeno preoccupante: i preventivi, pur variando leggermente, tendono a convergere su una fascia di prezzo molto simile, indipendentemente dalla compagnia assicurativa o dalla piattaforma scelta. Questo aspetto ha sollevato il sospetto che le compagnie e le piattaforme di comparazione possano essere interconnesse in una rete non dichiarata di monitoraggio reciproco dei prezzi e delle condizioni offerte.
L'inchiesta del 2021 dell'autority per la concorrenza
A confermare questi timori, nel maggio 2021 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria per verificare se le principali piattaforme e compagnie assicurative italiane – tra cui Allianz, Genertel, HDI e Zurich – avessero creato un’intesa restrittiva della concorrenza tramite lo scambio di informazioni sensibili. L’obiettivo dell’AGCM era accertare se questi attori avessero manipolato il mercato attraverso una condivisione di dati che potesse portare ad allineare i prezzi, riducendo di fatto la concorrenza effettiva a danno dei consumatori. Nonostante l’attenzione mediatica e la preoccupazione del pubblico, tuttavia, l’indagine si è conclusa nel giugno 2023 senza accuse formali, lasciando un vuoto di risposte e qualche dubbio irrisolto.
Cercasi disperatamente trasparenza
Questo risultato ha sollevato inevitabilmente molte domande: è possibile che le piattaforme di comparazione siano diventate lo strumento di un coordinamento di mercato mascherato? E quanto sono trasparenti le dinamiche di pricing adottate dalle compagnie in queste piattaforme? Il rischio è che, dietro una facciata di concorrenza, si nasconda un vero e proprio “cartello digitale”, in cui le compagnie utilizzano gli stessi algoritmi e metodi di comparazione per monitorare e allineare i prezzi, simulando una competizione che in realtà potrebbe non esistere.
Prezzi "simili" tra le diverse offerte
Per il consumatore, questo significa che il risparmio derivante dalla "caccia al miglior prezzo" sulle piattaforme di confronto è meno vantaggioso di quanto sembri. A fronte di una molteplicità di offerte apparentemente indipendenti, spesso ci si trova davanti a prezzi molto simili, suggerendo che le compagnie potrebbero adattarsi in tempo reale alle offerte dei concorrenti, non in funzione di una sana competizione, ma per mantenere un margine di controllo. Il vantaggio che inizialmente sembrava alla portata di chi acquistava una polizza tramite queste piattaforme si riduce così a una scelta tra offerte quasi identiche.
Per le norme antitrust occorre un salto di qualità evolutivo
Questa dinamica porta a riflettere su quanto le norme antitrust debbano evolversi per rispondere al contesto digitale e ai nuovi modelli di interazione tra aziende. I meccanismi di controllo attuali, infatti, sono stati ideati per un mondo analogico, in cui i cartelli erano spesso frutto di accordi espliciti e documentabili, mentre oggi le dinamiche si sono spostate su piattaforme e algoritmi di difficile lettura e interpretazione. La sfida per le autorità diventa, quindi, identificare queste nuove forme di coordinamento e trovare strumenti idonei a evitare che l’apparente trasparenza delle piattaforme di confronto si trasformi in una copertura per pratiche anti-competitive.
Il test della concorrenza
Se proviamo oggi a fare un preventivo su una di queste piattaforme, potremmo notare la somiglianza delle offerte, nonostante i diversi marchi. Questo dovrebbe spingerci a chiederci se davvero siamo davanti a una concorrenza reale o se, al contrario, stiamo partecipando inconsapevolmente a un sistema controllato.
Alberto Frau è professore di Economia e gestione aziendale - Revisore legale e analista indipendente - Scrittore e saggista. Ricercatore universitario nell'Università di Roma "Foro Italico" è altresì professore a contratto in differenti master post laurea presso la Luiss Business School.