Caso Palamara: il conto monstre delle super indagini lo pagano i contribuenti

La riflessione. Cosa rimane dello scandalo per una gita a Capri: un patteggiamento e un fiume di denaro speso tra software, pedinamenti e migliaia di atti

di Claudio Roma
Roma

Caso Palamara e patteggiamento: la montagna ha partorito un topolino. Anni di indagini, fantasiosi software che trasformano i telefonini in centrali di ascolto e che ovviamente si accendono e si spengono secondo la convenienza, pedinamenti, migliaia di atti di indagine per cosa?

Luca Palamara ha patteggiato con dieci mesi, meno di un borseggio, il reato di traffico di influenze per aver usato il motorino dell'amico e aver accettato una vacanza a Capri.

Dello scenario iniziale è rimasto solo uno sperpero di denaro pubblico

La sostanza è che di tutto lo scenario ipotizzato dalla pubblica ministera non è rimasto nulla se non i soldi che i contribuenti devono pagare per questo scempio e il fango buttato nel frullatore. D'altronde quella Piemme è la stessa che ha speso altre manciate di milioni in una fantomatica infiltrazione mafiosa nelle elezioni regionali, indagando e intercettando per anni un nugolo di pensionati che vengono seguito persino quando vanno alla Posta a pagare le bollette.

L'elenco dei flop di Perugia è lungo

I beni informati parlano di altri flop, sempre di questa procura perugina che da anni cerca il lustro sui giornali invece di preoccuparsi del traffico di droga e di stupefacenti che proprio a Perugia e in Umbria ha raggiunto livelli allarmanti. Un'altra anomalia, che speriamo che il ministro Nordio possa individuare prima o poi magari con i suoi ispettori, che c'è sempre una attività del ROS perugino dei Carabinieri in queste indagini, con il suo comandante persino promosso a Firenze, inanellando una serie di flop clamorosi che in un paese normale, avrebbero chiesto a chi di dovere, di mandare queste persone a dirigere il traffico.

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