Expo 2030, Giampiero Massolo: “Non si candida solo Roma ma tutta l'Italia”
Il presidente del Comitato promotore di Expo 203': “Stimiamo un flusso turistico di 30 milioni di persone e 300 mila posti di lavoro”
La candidatura di Roma a Expo 2030 "è una sfida nazionale: è l'Italia che si candida, non una città, una regione o un partito politico. É una partita che non si può giocare solo a livello delle istituzioni, sia pure importanti. Serve che si mobiliti l'intero sistema-Paese, come già sta facendo".
Lo afferma in una intervista al Corsera Giampiero Massolo, diplomatico, ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, oggi presidente del Comitato promotore Expo Roma 2030."La nostra - aggiunge - non è una candidatura per mettere in mostra Roma, che è già nota. Vogliamo dimostrare quello che può fare il mondo insieme, se collabora. Perciò non ci limitiamo a chiedere il voto agli altri Paesi ma offriamo percorsi di collaborazione e la realizzazione di progetti comuni a tutti, senza distinzione".Per Massolo "la partita è apertissima. La modalità attraverso cui nel novembre 2023 voteranno 170 governi, a scrutinio segreto, rende tutto imprevedibile. E' difficile che qualcuno possa dire di avere già vinto. Ci sono Paesi più sensibili ad argomenti di collaborazione, come il nostro. Poi ci sono quelli che vogliono invece risultati più immediati...".
Massolo:" Dopo Dubai e Osaka, è il momento dell'Europa, dell'Italia e di Roma"
Il mood, prosegue Massolo, "è generalmente favorevole: viene apprezzata la qualità del progetto, l'inclusività, l'importanza di un ritorno dell'Expo in Europa. Dal punto di vista dell'alternanza geografica, dopo l'edizione a Dubai e la prossima a Osaka, è il momento dell'Europa". "Da troppo tempo - conclude - manca all'Italia un grande progetto. Non possiamo più permetterci di perdere occasioni di questo tipo. Noi diamo il meglio quando siamo sotto pressione. Sono piuttosto ottimista sul fatto che tutto verrà realizzato in tempo e bene. Stimiamo un flusso di 30 milioni di persone, sui 21 di Milano. Con la creazione di 51 miliardi di valore aggiunto e 300 mila posti di lavoro"