La terza volta del centrodestra alla guida del Lazio: dopo Batman: purgatorio

Quando Storce disse una cosa di destra: “A froci”, e Polverini fu travolta dallo scandalo Fiorito

di Patrizio J. Macci
Roma

Francesco Rocca è il terzo Presidente della Regione Lazio di Centrodestra da quando i Governatori vengono eletti direttamente dal voto popolare, i precedenti sono stati Francesco Storace nel 2000 e Renata Polverini nel 2010.

Il numero tre è stato fatale per Renata Polverini, la sua giunta infatti finisce travolta ignominiosamente dopo tre anni dal peso delle vicende giudiziarie di “sprecopoli” e di Franco(ne) Fiorito detto Batman. Dopo il suo abbandono il Centrodestra non ha toccato palla per dieci anni e il Centrosinistra ha governato indisturbato o quasi con Nicola Zingaretti.

Quando Batman usò i fondi del Gruppo e condannò la Polverini

Interrogata sulla sua conoscenza del consigliere Fiorito, che risultò essere il secondo più votato del Lazio, e sull’uso improprio dei fondi rispose in maniera imbarazzante: “Noi assegniamo al Consiglio i fondi in capitolo unico, loro decidono come ripartirli. Non sapevo dei 300 mila euro di Fiorito perché non avevo titolo a saperlo". Fiorito, l’avevo conosciuto in campagna elettorale. Una campagna, per Fiorito, ricchissima di mezzi. Era una persona politicamente impegnata da tempo - ha aggiunto - ha sempre detto a me e a tante persone che veniva da una famiglia benestante. Non mi sono fatta altre domande. Ma non avevo capito chi fosse Fiorito".

Renata Polvernini: da astro nascente a comparsa

La parabola di Renata Polverini dalla Destra sociale alla guida della Regione Lazio si spegne con la candidatura al parlamento dove rimane per due legislature fino al 2022, entrando e uscendo da Forza Italia.

"Storace dica una cosa di destra". "A froci!!!"

Molto più verace la presidenza di Francesco Storace che quando arriva alla candidatura è preceduto da una battuta scolpita negli annali. Gli chiesero: “Dica qualcosa di destra”. Rispose: "A' froci!". La sua presidenza è preceduta da un giornalista televisivo, Piero Badaloni, e seguita da un altro giornalista: Piero Marrazzo. Due volti noti dai tempi del tubo catodico.Il dibattito su un presunto debito creato durante il suo mandato ha visto fiumi di inchiostro consumarsi sui giornali, sul tema Storace ha sempre minacciato querele adducendo la giustificazione che “il debito non l’ho prodotto tutto io”. Fatto sta che la vicenda di questo discusso debito di “fuori bilancio” gli valse il soprannome di Mr. 10 miliardi, tale era la somma mostruosa a cui si era arrivati stimata carte alla mano.

Nel 2013 ritenta la scalata alla presidenza, ma raccatta neanche il 30% di voti con il suo micropartito La Destra. Insieme a Renata Polverini Storace appare spesso in trasmissioni televisive come ospite, la sua ultima boutade riguarda il modo con cui chiamare i Rom che rubano in metropolitana. Chi usa un vocabolo diverso da “zingari” vive in un altro mondo a suo dire.

La commissione mai nata per l'attendibilità dei libri di scuola

Battute a parte appartiene invece a questo mondo la decisione di Storace di accogliere la richiesta del suo consiglio regionale di verificare con un'apposita commissione l'attendibilità delle ricostruzioni storiche dei libri di testo scolastici, riguardanti in particolare gli eventi del Novecento. Le cronache riportano che la proposta si insabbiò, nessuno ebbe il coraggio di portarla avanti temendo forse di cadere nel ridicolo o, molto peggio per una giunta di destra, in una pratica di stampo comunista.

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