Metro B da incubo, un treno ogni 20 minuti. Assembramenti nei vagoni

Il racconto di un viaggio sulle metropolitane romane fra rallentamenti e treni mancanti

Roma
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di Francesca Barbato

Un treno ogni 20 minuti nell'orario di punta. Continuano i rallentamenti sulla linea B della metro dopo giorni di stop a causa di black out e problemi tecnici. Dopo la giustificazione data dell'assessore Patanè (un sabotaggio alla linea e mancata manutenzione in passato) la situazione resta sempre la stessa: le corse della metro sono poche e affollate.

Continuano i rallentamenti sulle linee B e B1 della metro negli orari di punta. L'assessore ai trasporti di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha giustificato lo stop delle corse verificatosi nei giorni e nelle settimane passate con un sabotaggio che ha avuto luogo nell'ultimo weekend: "Il tornio è stato danneggiato nella notte tra venerdì e sabato. Atac ha avviato l'indagine e formalizzerà la denuncia in procura".

In attesa delle indagini e dei necessari e lunghi interventi di manutenzione, i pendolari si trovano ogni giorno ad aspettare ore e ore sulle banchine o a salire su mezzi pieni.

Un treno ogni 20 minuti

C'è chi rischia un ritardo a lavoro, studentesse preoccupate di non riuscire ad arrivare per la seconda ora e chi, con il trolley in mano, rischia di perdere le coincidenze con altri treni per tornare a casa.

Alle 8:30 di mattina, orario di punta per i romani, i tempi di attesa sulla linea B della metro sono anche di un quarto d'ora. Se si parte alle 8:30 da Laurentina si arriva all'altro capolinea, Rebibbia, più di un'ora dopo. E la situazione non migliora per chi la mattina si sveglia più tardi. Dalle 9 alle 10 i tempi di attesa salgono anche a 20 minuti. Tempi da treno regionale, non da metropolitana.

"Mancano i treni, ci scusiamo per l'attesa"

E mentre le persone guardano con insistenza l'orologio e scrutano il tunnel sperando di vedere qualche vagone in arrivo, l'altoparlante annuncia: "Attenzione, avviso alla clientela: a causa del numero ridotti di treni ci scusiamo per le lunghe attese sulle banchine". L'avviso viene ripetuto velocemente ogni 5 minuti, quasi a volersi giustificare con i pendolari sempre più spazientiti.

Scale mobili fuori uso

Se i tempi non sono da capitale europea lo stesso si può dire per i servizi. L'elenco delle stazioni dove gli ascensori o le scale mobili sono fuori uso, ben visibili sul sito di Atac, è corposo. Alla stazione Bologna, dove avviene lo snodo (alcuni treni vanno a Rebibbia, altri a Jonio), l'accessibilità è alqaunto ridotta. Le scale mobili sono fuori uso e, buona parte della banchina in direzione Rebibbia – Jonio, è occupata dal cantiere. Le transenne invadono lo spazio ma almeno, come fa notare qualche passeggero, si vedono i lavori. E' in corso infatti l'intervento all'impianto spegnimento sprinkler delle scale mobili. La stazione Bologna non è però l'unica a non essere accessibile per le persone con disabilità sulla linea B. Lo stesso accade alla stazione Garbatella, a pochi passi da Ostiense (dove partono i treni regionali) o alla centralissima fermata metro Colosseo, dove i turisti con difficoltà ambulatori o, semplicemente, con un passeggino a seguito, devono trasportarlo sulle scale.

Vagoni pieni

Quando, dopo attese di 15-20 minuti, il treno arriva alla fermata metro, tutte le persone si accalcano all'interno del vagone, terrorizzate dall'idea di dover aspettare un altro quarto d'ora. Poco importa se tutto c'è tranne che il distanziamento sociale. E a quel punto dalle casse altoparlanti un'altra voce annuncia: "Si ricorda che si può viaggiare solo con il Super Green Pass e che la mascherina deve coprire bocca e naso". Difficile, forse, se i pendolari sono costretti a stringersi l'uno attaccanto all'altro per non rischiare di rimanere a piedi. Così non manca l'ironia dei romani all'ascolto dell'altoparlante: "Vabbè, questa s'è capita da sola".

 

 

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