Qualità della vita, il trionfo del Nord-Est conferma le criticità croniche di Roma: ormai è incapace di competere
L'economista indignato. Il professor Frau sull'indagine del Il Sole: “C'è un Sud che arranca, intrappolato in un circolo vizioso di arretratezza”
L’indagine annuale sulla qualità della vita condotta dal Sole 24 Ore restituisce anche quest’anno una fotografia impietosa ma illuminante delle disuguaglianze territoriali che caratterizzano l’Italia
Il 2024 segna un momento storico: Bergamo, per la prima volta, conquista il podio più alto, mentre il Nord-Est consolida il suo dominio con ben cinque città nella top ten. Tuttavia, i risultati evidenziano anche l’enorme divario che continua a separare Nord e Sud, con quest'ultimo relegato, salvo rare eccezioni, alle ultime posizioni.
Il trionfo di Bergamo e il dominio del Nord-Est
Bergamo celebra una vittoria simbolica e concreta, dimostrandosi non solo resiliente, ma addirittura all’avanguardia. Questa provincia, duramente colpita dalla pandemia di COVID-19, ha saputo reagire con forza, puntando su servizi efficienti, sviluppo economico e innovazione. Un risultato che è il frutto di anni di investimenti in infrastrutture, sanità e una solida rete sociale. Il resto della top ten conferma la centralità del Nord-Est come motore del benessere italiano: Trento, Bolzano, Verona, Treviso e Vicenza dimostrano una capacità di creare valore economico e sociale che altre aree del Paese sembrano incapaci di eguagliare.
Il dato più significativo è il consolidamento di un modello territoriale basato su tre pilastri: efficienza amministrativa, presenza di servizi di alta qualità e un tessuto economico incentrato su PMI dinamiche. Questa combinazione virtuosa continua a garantire elevati standard di vita, favorendo l’attrattività di queste città sia per i giovani talenti che per le imprese.
Grandi città in calo: il caso di Milano e Roma
Tra i dati più sorprendenti di questa edizione vi è la discesa di molte grandi città, eccezion fatta per Bologna, che si conferma al 9° posto. Milano, spesso celebrata come capitale economica e culturale del Paese, scende alla 12ª posizione. L’indice evidenzia le difficoltà legate all’alto costo della vita, al traffico e a una crescente percezione di insicurezza.
Roma precipita
Roma, invece, precipita al 59° posto, confermando le criticità croniche della Capitale. La città eterna si trova in affanno su più fronti: dalla gestione dei rifiuti alla mobilità, passando per servizi pubblici inefficaci e una qualità dell’aria preoccupante. L’incapacità di garantire standard adeguati ai cittadini continua a penalizzare Roma, che appare sempre più incapace di competere con le altre metropoli italiane ed europee.
Il Sud: una rincorsa che non decolla
Se il Nord-Est brilla, il Sud resta drammaticamente indietro. Reggio Calabria si conferma maglia nera al 107° posto, seguita da altre realtà meridionali che occupano stabilmente le ultime posizioni. La situazione è tanto grave quanto sistemica: l'indagine evidenzia un mix di disoccupazione elevata, servizi pubblici insufficienti, infrastrutture carenti e una qualità della vita percepita in netto peggioramento.
Le cause sono molteplici e radicate. Da una parte, la mancanza di investimenti pubblici adeguati penalizza lo sviluppo economico e sociale. Dall’altra, un contesto amministrativo spesso inefficiente e, in alcuni casi, segnato dalla presenza di criminalità organizzata, blocca ogni tentativo di rilancio. Anche gli indicatori ambientali e culturali, che potrebbero rappresentare un punto di forza per il Sud, non riescono a tradursi in opportunità concrete a causa di una gestione approssimativa o inefficace.
Segnali di speranza?
Nonostante il quadro negativo, non mancano alcune note positive. Realtà come Bari (79ª) e Matera (84ª) dimostrano che un cambiamento è possibile. Bari, in particolare, sta vivendo un momento di rinnovamento, grazie a politiche urbane mirate e a un turismo crescente che genera ricadute positive sull’economia locale. Tuttavia, questi esempi restano sporadici e non riescono a modificare il quadro generale.
Un'Italia a due velocità
Il rapporto del Sole 24 Ore conferma ancora una volta che l’Italia è un Paese a due velocità. Da una parte, un Nord che investe in innovazione, efficienza e servizi; dall’altra, un Sud che arranca, intrappolato in un circolo vizioso di arretratezza. Questo divario rappresenta non solo una questione economica ma anche una ferita sociale e culturale, che rischia di diventare insanabile se non affrontata con urgenza.
È fondamentale che la politica, a tutti i livelli, smetta di ignorare il problema, puntando su interventi strutturali che vadano oltre i soliti proclami. Senza un cambio di rotta deciso, il Sud continuerà a essere il fanalino di coda dell’Italia, con conseguenze drammatiche per l’intero Paese.
Alberto Frau è professore di Economia e gestione aziendale - Revisore legale e analista indipendente - Scrittore e saggista. Ricercatore universitario nell'Università di Roma "Foro Italico" è altresì professore a contratto in differenti master post laurea presso la Luiss Business School.