Scandalo patrimonio ex Ipab S.Alessio: Regione Lazio verso il commissario
Il question time alla Regione Lazio: presto l'ispezione per far luce sui debiti da 25 milioni e sulla maxi svalutazione del patrimonio
Si va verso il commissariamento dell’Asp S. Alessio da parte della Regione, è quanto emerso, in maniera chiara, dal question time dell’altro giorno alla Pisana tra il consigliere Angelo Tripodi e l’assessore Massimiliano Maselli.
Il question time è andato esattamente nella direzione auspicata dall’interrogante, tanto che alla fine lo stesso Tripodi si è detto soddisfatto perché la Regione avrebbe attivato i propri poteri ispettivi, cosa espressamente richiesta nell’interrogazione, per arrivare a un eventuale commissariamento in tempi rapidi.
Tripodi ha chiesto esattamente quello che era scritto nella sua interrogazione. Ha chiesto perché il cda e il management dell’Asp avessero scelto, sin dall’inizio, di affidare con gara la gestione del patrimonio a una sgr privata e non a una sgr pubblica, come pure richiedeva la Regione. Ha chiesto come è stato possibile che l’immenso patrimonio immobiliare sia stato conferito alla sgr con un valore di appena 220 milioni di euro quando il suo valore commerciale si aggira intorno a 1 miliardo di euro
Tutti i numeri del buco di bilancio nella gestione nel Sant'Alessio
Tripodi ha snocciolato tutti i numeri riportati nell’interrogazione, Ha messo in evidenza un mancato incasso di 24 milioni di euro dalla gestione del patrimonio, visto che in sei anni l’Asp non ha visto un euro mentre prima incassava 4 milioni all’anno. Ha messo in evidenza come l’Asp si sia indebitata per 25 milioni di euro, somma ricevuta come anticipo di cassa dalla sgr. Su questo probabilmente hanno ragione gli uffici della regione che giuridicamente lo considerano un debito patrimoniale. Siccome però sono soldi che l’Asp deve restituire, di fatto sono un debito vero e proprio. Tanto che gli uffici regionali sono intervenuti più volte per obbligare l’Asp ad approvare un piano di rientro con accantonamenti annuali da riportare in bilancio.
Vendute nel silenzio decine di immobili di pregio
Infine ha sottolineato come siano stati venduti decine di appartamenti dal costo di diversi milioni di euro senza che un solo euro sia finito nelle casse dell’Asp o nei servizi e in più c’è la richiesta di vendere altro patrimonio per circa 60 milioni di euro, un terzo del totale dell’intero valore stimato del patrimonio. Tripodi ha concluso che l’Asp, come da consuntivo 2022, ha chiuso il bilancio 2022 con 5 milioni di disavanzo e con tre milioni di anticipo di cassa dalla propria banca.
Maselli prepara la linea dura"
L’assessore Maselli nella sua risposta è stato molto istituzionale ma ha dato da subito l’idea di aver letto le carte e colto la gravità della situazione, tanto da dichiarare che se il presidente dell’Asp si era dimesso nella giornata del 1° Luglio – come ampiamente anticipato proprio da Affaritaliani.it- è perché “gli uffici erano pronti ad un’azione forte”. Inoltre l’assessore, consegnando un documento degli uffici al Consiglio, ha spiegato come proprio gli uffici competenti della Regione avessero mosso una serie di rilievi al bilancio del 2022 tanto che “si riservavano di valutare l’avvio di una ispezione e se necessario la previsione di un commissariamento”.
Tutti i dati citati nell’interrogazione sono stati confermati smentendo così le voci che erano state messe in giro alla Pisana per fare pressioni per far ritirare o modificare l’interrogazione. D’altra parte proprio leggendo la nota degli uffici si evince non solo che ci sono tutte le condizioni per il commissariamento ma che bisogna fare anche in fretta. Nel documento si citano le norme che regolano la vigilanza sul patrimonio, in particolare quella sulla vendita del patrimonio, art 17 della lege 2 del 2019. L’Asp può vendere parte del patrimonio, ma ha bisogno dell’autorizzazione della Regione, presentando una perizia della stima, una relazione tecnica che attesti le ragioni del danno derivante dalla mancata alienazione nonché le finalità di pubblica utilità e i progetti di investimento per finalità assistenziale o di utilità sociale in cui si intende reinvestire i proventi.
La grande svendita
La nota riporta correttamente che la Regione ha autorizzato in data 17 aprile 2019 una vendita di parte del patrimonio per complessivi 15 milioni di euro. La vendita è stata parziale, appartamenti in via Montecristo, via Branca e via Catone, pari a 4,6 milioni di euro. Il tutto è confluito nella gestione della sgr che, almeno da come si legge nella nota, avrebbe usato questa cifra per ristrutturazioni edilizia di alcuni immobili.
Gli uffici di vigilanza della Regione hanno controllato che questo sia avvenuto? Hanno documentazione necessaria dalla quale si evince che la cifra è servita per la valorizzazione degli immobili e non sia in parte confluita nel calderone dalla gestione della sgr? Gli uffici competenti della Regione hanno chiaro che parte dei proventi sarebbero dovuti andare ad aumentare i servizi? Cosa che a me non risulta.
Gli uffici infine chiariscono che la ulteriore autorizzazione alla vendita per altri 60 milioni di euro di patrimonio, avanzata il 4 ottobre 2022, non avendo data nessuna risposta entro 90 giorni e vigendo le norma del silenzio-dissenso, non è stata concessa. Bene, ma sarebbe stato opportuno l’avessero comunicato in qualche modo visto che nello stesso ente era forte la voce dell’imminente autorizzazione regionale tanto che da giornalista mi permise di chiamare gli uffici 48 ore prima del voto regionale per avere lumi. Io crede che ci siano tutte le condizioni tecniche, dalle criticità sul bilancio al disavanzo, per commissariare l’ente e azzerare tutto il management che ha fatto scelte che personalmente ritengo improprie.
Il prossimo passo sarà il commissariamento
l commissariamento è urgente e serve un commissario che conosca l’ente, quel mondo e soprattutto abbia competenze ammnistrative e tecniche per riaprire il dossier dell’affidamento del patrimonio alla sgr, revocando l’affidamento stesso o almeno rivedendo contratto e clausole. Come giustamente ha dichiarato nei giorni scorsi ad Affaritaliani.it Carlo Carletti, già Presidente dell’ex Ipab e attualmente componente del Comitato tecnico consultivo dell’Asp S. Alessio, dopo aver premesso di non mettere in dubbio la correttezza del Cda, “i negativi risultati economici della gestione del fondo destano molte preoccupazioni” e “l’ente non possiede la forza e le necessarie competenze per incidere sulla complessa gestione del fondo immobiliare, per questo mi ero espresso a favore dell’affidamento a un ente pubblico come l’Invimit” con il supporto della Regione”.
Questo il punto, è enorme la sproporzione tra competenze dell’ente e quelle della sgr per questo non ho mai capito, e vorrei che qualcuno lo spiegasse, perché fu scelta una sgr privata e non quella pubblica con il supporto della Regione. Oggi ne vediamo i risultati, per questo occorre nominare un commissario prima possibile.
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