Teatro dell'Opera contro La Scala: Roma è dipendente dai fondi pubblici, Milano vive di spettatori

L'economista indignato: ecco i risultati di una prova iper comparativa tra le città leader per la lirica. Il peso di sponsor e donazioni legato alla ricchezza economica

di Alberto Frau

Teatro Scala e Opera di Roma

Roma

Il confronto tra Teatro dell'Opera di Roma e quello del Teatro alla Scala di Milano mette in luce differenze sostanziali, sia in termini di struttura finanziaria che di gestione operativa. Questi due enti lirici sono fra i più importanti in Italia, ma operano in contesti differenti che influenzano i loro bilanci e le criticità da affrontare.

Ecco cosa esce fuori dall’esame di dati basati su analisi e stime di bilanci passati, rapporti di settore, e fonti generalmente accessibili come report pubblici e documenti di bilancio delle fondazioni lirico-sinfoniche

La struttura delle entrate e delle fonti di finanziamento

Il Teatro dell'Opera di Roma dipende maggiormente dai contributi pubblici, pur sforzandosi di incrementare le entrate da sponsorizzazioni e donazioni. Più in particolare, le principali voci di entrata del Teatro dell'Opera di Roma si suddividono in contributi pubblici, ricavi propri (biglietteria, sponsorizzazioni, donazioni) e altre entrate. I contributi pubblici, ingenti, costituiscono la fonte primaria di finanziamento. A ben vedere, il Ministero della Cultura rappresenta circa il 50-60% delle entrate totali. Regione Lazio e Comune di Roma, poi, contribuiscono con finanziamenti annuali che con variazioni dipendenti dai piani di finanziamento locali. Al contrario, la biglietteria rappresenta circa il 10-15% delle entrate totali. Il Teatro dell'Opera di Roma ha politiche di accesso più contenute, con prezzi più abbordabili e una struttura di pubblico meno internazionale. Anche il numero di spettacoli e la capacità di attrarre turisti a Roma è minore rispetto a Milano, che gode di un afflusso costante di visitatori di alto profilo. I ricavi da sponsorizzazioni e donazioni stanno crescendo, ma rimangono ancora una piccola parte del totale. Altre entrate includono ricavi da attività secondarie (es. noleggio spazi, merchandising) il cui importo appare limitato.

Ricavi autonomi, La Scala non si batte

In contrasto la Scala di Milano gode di un ampio supporto sia pubblico che privato. Il contributo del Ministero della Cultura è importante, intorno al 50%, ma Milano riesce ad attrarre un numero maggiore di sponsor privati e aziende, soprattutto grazie al suo forte legame con il settore finanziario e industriale. La Scala ha una capacità di generare ricavi autonomi superiore rispetto a Roma, grazie anche a un maggiore numero di abbonamenti e ad un sistema di fundraising più strutturato. A ben vedere, Milano ha una politica di prezzi mediamente più elevati, giustificata dal prestigio internazionale della Scala e dall'affluenza di un pubblico internazionale. Questo permette al Teatro alla Scala di avere ricavi dalla biglietteria significativamente maggiori.

La struttura dei costi. Le spese di gestione tra i due teatri presentano differenze notevoli

Le principali voci di costo del Teatro dell'Opera di Roma comprendono il personale, le spese di produzione e i costi di gestione della struttura. Il costo del personale (artisti, tecnici e amministrativi) rappresenta una parte considerevole del bilancio, generalmente tra il 60% e il 70% delle spese totali. La restante parte dei costi operativi comprende le spese di produzione - che includono i costi legati alla messa in scena degli spettacoli (scenografie, costumi, artisti ospiti, etc.) e le spese di gestione (costi operativi della struttura, come manutenzione, utenze e servizi vari).

Su Roma il peso dei costi fissi, soprattutto il personale

Roma, invece, affronta costi fissi significativi legati alla manutenzione della struttura e alla gestione del personale, che possono pesare di più sui conti, soprattutto in anni in cui le produzioni non riescono a generare abbastanza entrate per coprire tali spese. La Scala di Milano, viceversa, presenta un ammontare del costo del personale che oscilla tra il 50-55% delle spese totali attorno ma, a ben vedere, impiega circa 900 persone tra artisti, tecnici e amministrativi. Inoltre, la Scala mantiene una forza lavoro di alta qualità, con contratti per artisti stabili e una gestione complessa di orchestre e cori. La Scala è nota, altresì, per la qualità delle sue produzioni, con costi che riflettono l'alta professionalità e l'ampia scala delle rappresentazioni. Milano tende a sostenere costi più elevati legati alla qualità delle produzioni, dato che il Teatro alla Scala è spesso sede di prime mondiali e collabora con artisti di fama internazionale. Il costo del personale a Milano è più alto, ma bilanciato da un volume di spettacoli più ampio.

Conclusioni e sostenibilità nel lungo periodo. Due modelli differenti che vedono vincente Milano

Il Teatro dell'Opera di Roma affronta sfide legate alla sostenibilità economica, in parte a causa di una maggiore dipendenza dai finanziamenti pubblici e dalla difficoltà di espandere le fonti di entrata private. Inoltre, le spese fisse restano elevate, con margini di manovra limitati. Anche se il bilancio della Scala appare più solido, si registrano criticità legate alla continua necessità di attrarre sponsor e donatori privati, che richiedono strategie di marketing e fundraising complesse. La competizione internazionale per mantenere un'offerta artistica all'altezza delle aspettative può comportare rischi in termini di aumento dei costi.

Roma deve adottare misure strategiche

Il Teatro alla Scala ha dimostrato in passato (leggasi nel corso della Pandemia) una maggiore capacità di resistere alle crisi economiche, grazie alla sua flessibilità nel generare ricavi diversificati. Roma, sebbene importante, deve adottare misure strategiche per migliorare l'efficienza nella gestione delle risorse e puntare maggiormente su partnership private e internazionali.

Due modelli di gestione completamente differenti

In conclusione, il Teatro dell'Opera di Roma e il Teatro alla Scala di Milano riflettono due modelli di gestione differenti. Mentre Milano si caratterizza per una maggiore efficienza nel trovare risorse al di fuori del finanziamento pubblico e un’offerta culturale di altissimo livello, Roma deve affrontare sfide maggiori per riuscire a bilanciare la propria sostenibilità economica e artistica con una elevata dipendenza dai fondi pubblici che rende la struttura vulnerabile a possibili riduzioni nei contributi statali e locali. La sfida principale resta quella di aumentare i ricavi propri e gestire con efficienza le spese, per garantire una maggiore sostenibilità a lungo termine.
 

Alberto Frau è professore di Economia e gestione aziendale - Revisore legale e analista indipendente - Scrittore e saggista. Ricercatore universitario nell'Università di Roma "Foro Italico" è altresì professore a contratto in differenti master post laurea presso la Luiss Business School.

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