Trump, dazi Ue: nel 2018 costò all'Italia 66,4 mld. Tremano Agroalimentare e Spazio

L'economista indignato. Ecco quanto ha pagato l'Italia per il protezionismo. Il caso Lazio con il vino e Leonardo

di Alberto Frau
Roma

Trump, dazi Ue: nel 2018 costò all'Italia 66,4 mld. Tremano Agroalimentare e Spazio.

Donald Trump ha annunciato l'imposizione di dazi su prodotti provenienti da Messico, Canada e Cina, con tariffe del 25% per i vicini nordamericani e del 10% per la Cina.Per quanto concerne l'Unione Europea, il nuovo Presidente statunitense ha espresso l'intenzione di applicare dazi, sostenendo che: “l'Europa ci ha trattati malissimo”. Tuttavia, al momento non sono state specificate tempistiche precise per l'implementazione di tali misure nei confronti dell'Europa.

A ben vedere, i dazi, strumenti tradizionali della politica commerciale, sono spesso utilizzati come arma per proteggere le economie nazionali dalla concorrenza internazionale. Tuttavia, il loro utilizzo solleva, da sempre, questioni complesse e controverse, che vanno ben oltre gli effetti economici immediati.

Il primo mandato di Trump e gli effetti su Ue e Italia

Ricordare ciò che è accaduto quando l’amministrazione Trump, nel corso del suo primo mandato, ha adottato una politica simile rappresenta, dunque, un utile Amarcord e non solo (sic).

L’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump nel 2018 ha rappresentato una delle più significative svolte protezionistiche degli ultimi decenni, con ripercussioni globali che continuano a farsi sentire. L’Europa, e in particolare l’Italia, è stata tra le regioni più colpite da queste misure, che hanno interessato settori chiave dell’export, dall’acciaio all’agroalimentare. Questo articolo analizza gli effetti dei dazi sull’economia europea, con un focus specifico sull’Italia e sulla regione del Lazio, cercando di fornire una visione critica e supportata da dati.

Il contesto dei dazi di Trump

Nel marzo 2018, l’amministrazione Trump ha imposto dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio importati dall’Unione Europea, giustificando la mossa con motivi di sicurezza nazionale. Questa decisione ha innescato una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, con l’UE che ha risposto con dazi su prodotti statunitensi come bourbon, jeans e motociclette. Secondo dati della Commissione Europea, il valore delle esportazioni europee colpite dai dazi statunitensi ammontava a circa 6,4 miliardi di euro.

L’obiettivo dichiarato di Trump era proteggere l’industria manifatturiera americana, ma gli effetti si sono estesi ben oltre i confini degli Stati Uniti, colpendo in modo significativo le economie europee, già alle prese con una crescita lenta e incertezze legate alla Brexit.

L’impatto sull’Italia

L’Italia, quarta economia dell’Eurozona, è stata particolarmente colpita dai dazi, soprattutto per la sua forte dipendenza dalle esportazioni. Durante il primo mandato dell'amministrazione Trump, l'introduzione di dazi sulle importazioni ha avuto un impatto significativo sull'economia italiana. Secondo uno studio di Confartigianato, l'Italia è stata tra i Paesi europei più colpiti, con una stima di calo dell'export verso gli Stati Uniti fino a 11 miliardi di euro, pari a una diminuzione del 16,8% rispetto ai 66,4 miliardi di euro di esportazioni italiane negli USA. I settori più colpiti sono stati quello metallurgico, automobilistico e agroalimentare.

Ad esempio, l’industria dell’acciaio italiana, che già faticava a competere con la concorrenza asiatica, ha visto ridursi ulteriormente le sue quote di mercato negli Stati Uniti. Secondo Federacciai, a fine 2019 le esportazioni italiane di acciaio verso gli USA erano già diminuite del 12%, con una perdita stimata di circa 200 milioni di euro!

Per l'agroalimentare perdita di 100 mln di euro

Anche il settore agroalimentare, fiore all’occhiello del Made in Italy, ha subito contraccolpi. Prodotti come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma e il vino sono stati colpiti da dazi aggiuntivi, rendendoli meno competitivi sul mercato statunitense. Coldiretti ha poi stimato che le esportazioni agroalimentari italiane verso gli USA siano diminuite solo nel 2019 del 5%, con un impatto negativo di circa 100 milioni di euro.

Il caso del Lazio: vino e Spazio con Leonardo e Avio

Sebbene non siano disponibili dati specifici sull'impatto dei dazi nel Lazio fino al 2021, la regione, contribuendo al 5,1% delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti, ha subito conseguenze significative, soprattutto nei settori chiave dell'economia locale, in particolare nei settori della meccanica e dell’agroalimentare.

Secondo dati della Camera di Commercio di Roma, sempre a fine 2019 (il 2020 non è calcolato stante il blocco causato dal COVID) le esportazioni del Lazio verso gli Stati Uniti ammontavano a circa 1,8 miliardi di euro, con una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. Uno dei casi emblematici è quello dell’industria aerospaziale laziale, che rappresenta un’eccellenza regionale. Aziende come Leonardo e Avio, che esportano componenti e tecnologie negli USA, hanno dovuto affrontare costi aggiuntivi a causa dei dazi, con un impatto negativo sulla competitività.

Olio d'oliva e vino dei Castelli: meno 10 mln di euro

Anche il settore agroalimentare laziale ha subito contraccolpi. Prodotti come l’olio d’oliva e i vini DOC dei Castelli Romani hanno visto ridursi le loro quote di mercato negli Stati Uniti. Secondo Coldiretti Lazio, le esportazioni agroalimentari della regione verso gli USA sono diminuite del 4% nel 2019, con una perdita stimata di circa 10 milioni di euro.

Riflessioni critiche

L’imposizione dei dazi da parte di Trump ha sollevato numerose critiche, non solo per i suoi effetti economici immediati, ma anche per le sue implicazioni geopolitiche. Molti economisti sostengono che il protezionismo sia una strategia miope, che rischia di danneggiare sia il paese che lo adotta sia i suoi partner commerciali.

In particolare, l’Europa ha pagato un prezzo elevato in termini di crescita economica e occupazione. Secondo uno studio del Peterson Institute for International Economics, i dazi di Trump hanno ridotto il PIL dell’UE di circa 0,1 punti percentuali nel 2019, con una perdita stimata di 15 miliardi di euro.

Per l’Italia, i dazi hanno rappresentato un ulteriore ostacolo alla ripresa economica, già frenata da una bassa produttività e da un debito pubblico elevato. Secondo il Centro Studi Confindustria, l’impatto complessivo dei dazi sull’economia italiana è stato di circa 0,2 punti percentuali di PIL nel 2019, con una perdita di circa 3 miliardi di euro.

Conclusioni

I dazi imposti da Trump all’Europa hanno avuto un impatto significativo sull’economia italiana e sulla regione del Lazio, colpendo settori chiave come l’acciaio, l’agroalimentare e la meccanica. Sebbene l’amministrazione Biden abbia mostrato, successivamente, una maggiore apertura al dialogo, le tensioni commerciali tra USA e UE non sono ancora del tutto risolte.

Per l’Italia e il Lazio, la sfida è quella di diversificare i mercati di esportazione e investire in innovazione per aumentare la competitività. In un contesto globale sempre più incerto, la capacità di adattarsi ai cambiamenti sarà cruciale per garantire una crescita sostenibile e inclusiva.

I dati parlano chiaro: il protezionismo non è la soluzione, ma un problema che richiede risposte coordinate a livello internazionale. L’Europa, e l’Italia in particolare, devono continuare a difendere il libero scambio e a promuovere un modello di sviluppo basato sulla cooperazione e sull’innovazione. Solo così sarà possibile superare le sfide poste dai dazi e costruire un futuro più prospero per tutti.

Alberto Frau è professore di Economia e gestione aziendale, ricercatore universitario e scrittore. Collabora con la Luiss Business School e l'Università di Roma "Foro Italico".

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