Ulisse e gli altri: alle Terme di Diocleziano si racconta la storia di Roma

Seconda parte della mostra, iniziata il 14 gennaio: che collega la figura di Odisseo-Ulisse allo slancio verso l’esplorazione, la conquista e lo scambio

Roma

Ulisse e gli altri": al Museo Terme di Diocleziano, "secondo tempo" della mostra su Odisseo e Roma.  

“Dal viaggio di un solo eroe, Ulisse/Odisseo, a quello “di un intero popolo, i Romani, e alla loro capacità di confrontarsi con popolazioni sconfitte, assoggettate ma soprattutto diverse… il percorso si addentra nelle rappresentazioni di luoghi e di popoli lontani”. Questo (riprendendo un attimo l’annuncio ufficiale dell’esposizione) il contesto affrontato in “Ulisse e gli altri - Alla scoperta dei capolavori nascosti del Museo Nazionale Romano”: la mostra, al Museo delle Terme di Diocleziano in Via Enrico De Nicola 78, a due passi dalla stazione Termini, che, dopo un “primo tempo” tra l’8 Dicembre e l’8 gennaio, centrato soprattutto sulla figura di Ulisse, è ripresa sabato 14 gennaio, e resterà aperta sino al 19 febbraio. 

La location mozzafiato: le Terme di Diocleziano

Sede espositiva, i grandiosi ambienti superstiti delle Terme di Diocleziano (ricordanti, singolarmente, Sia la Domus aurea neroniana che le Terme di Caracalla) le più grandi dell’antica Roma. Iniziate nel  298 d. C. dall'imperatore Massimiano, “Augustus” di Diocleziano per l’ Impero romano d’Occidente, aperte nel 306, ed estese in un grande ambiente tra le attuali Piazze della Repubblica e dei Cinquecento, e le Vie Volturno e XX Settembre (dalla sistemazione nel 1562, a opera dell’ormai anziano Michelangelo, dell'aula centrale delle Terme, il frigidarium, per volere di Papa Pio IV sarebbe nata, infine, la Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri, oggi sede delle cerimonie ufficiali della Repubblica).

Con questa mostra s’è aperto il progetto di valorizzazione “Depositi (ri)scoperti”, con un ciclo di brevi esposizioni (il Museo Nazionale Romano, originariamente inaugurato nel 1889, per decisione del MIC dal 2016 è fra gli istituti museali con autonomia speciale; e comprende le 4 sezioni delle Terme di Diocleziano, del vicino Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps a Piazza Navona e Crypta Balbi alle Botteghe Oscure). Che permetteranno di far conoscere al grande pubblico un’enorme quantità di opere solitamente custodite nei depositi del Museo: come sculture, mosaici, affreschi, oggetti in terracotta, vetro e bronzo.  

Dicevamo di Ulisse, su cui è stata imperniata la prima parte dell’esposizione. L’eroe omerico, su cui non esiste quasi alcuna testimonianza storica certa (tra le poche eccezioni, il ritrovamento nel 2010 ad Itaca, da parte d’un'équipe dell'Università di Ioannina, delle tracce d’ un palazzo miceneo del XIII sec. a,.C, era della Guerra di Troia, comunemente ritenuto, dai greci, “reggia del re Ulisse”: tesi accolta dall’ “antichista” Luciano Canfora), dalla maggior parte degli studiosi è considerato un archetipo. Personificazione, com’è noto, dell’uomo antico ma fortemente proiettato verso il futuro, astuto quanto valoroso, intraprendente quanto pragmatico, amante di viaggi e scoperte ma fortemente legato, al tempo stesso, alla sua famiglia; religioso ma pronto anche ad affrontare l’ira divina, se sinceramente convinto di stare nel giusto. E, come il collega di mitologia Eracle, probabile iniziato a segreti riti misterici.

Un archetipo dall’ enorme ’influenza culturale: di lui, nel tempo, oltre ad Omero si son occupati Sofocle ed Euripide, Orazio e Virgilio, Dante e Shakespeare, Joyce (col mitico “Ulysses”) e Pound, Foscolo e Pascoli, D’Annunzio e Kavafis. Il percorso espositivo alle Terme di Diocleziano è iniziato, a Dicembre scorso, presentando anzitutto il grande mosaico di “Ulisse e le sirene” (da Quarto di Corzano, Provincia di Rieti, II secolo d.C.).  Seguivano una “Testa di Ulisse” in marmo greco (dal Sepolcreto degli Statili, prima età imperiale), e teste marmoree delle varie “Ulysses girls”, dall’amata moglie Penelope (opera sempre del II sec. d.C.) a Circe (ritratto in marmo rinvenuto nel 1928 sul promontorio del Circeo); sino ad Atena/Minerva, costante protettrice dell’itacese. A raccontare le avventure dell’eoe e dei suoi comprimari, un sarcofago con Achille tra le figlie di Licomede, re di Sciro, con Ulisse che smaschera il Pelide, travestito da donna per non partecipare alla guerra di Troia; e un’urna con scena dell’Itacese vincitore su Aiace Telamonio nella contesa per le armi di Achille defunto.

 

Ma ecco la seconda parte della mostra, iniziata il 14 gennaio: che collega idealmente la figura di Odisseo/Ulisse allo slancio verso l’esplorazione, la conquista e lo scambio interculturale e interreligioso con quasi tutto il mondo conosciuto da parte di Roma, erede ideale della “Graecia capta”.  

Esposte nell’Aula XI bis delle Terme, le opere raffigurano anzitutto barbari dalle bizzarre acconciature (come la “Testa di sacerdote siriaco” e il “Ritratto di donna con copricapo a forma di elefante”); uomini e donne appartenenti a popolazioni assoggettate (come la “Testa di giovane africano”, la colossale “Testa di Dace” , la “Testa di prigioniera barbara” e il “Sarcofago con scene di prigionieri”); scene di vita quotidiana appartenenti a terre lontane (come il  “Mosaico con combattimento tra un pigmeo e una gru”,  e il “Sarcofago con scene nilotiche”, tra navi, danzatrici e coccodrilli). Una riflessione sul modo in cui gli antichi percepivano e rappresentavano popolazioni diverse, tra stereotipi, diffidenza e curiosità: approccio che ha variamente influenzato tutto il rapporto tra Occidente e “Mondi nuovi”, dal Medioevo all’Illuminismo ed oltre. Le iscrizioni dal citato Sepolcro degli Statili lungo la Via Labicana, infine (monumento tra il I sec. a, C, e il I d. C,), ci danno preziose informazioni sulle generalità dei defunti, tutti schiavi o liberti appartenenti a questa potente famiglia, e originari di Asia Minore, Tracia e Germania.  

Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di ANAGINA - Associazione Nazionale Agenti Imprenditori Assicurativi; con un allestimento, a cura di Contemporanea Progetti (che da oltre venti anni organizza mostre in Italia e nel mondo),  basato un’esposizione multimediale ad alto contenuto emozionale, con sapiente uso delle luci. Sul sito istituzionale del Museo Nazionale Romano (museonazionaleromano.beniculturali.it) saranno disponibili testi in linguaggio facilitato realizzati dal Servizio Educativo del Museo, specificamente dedicati a persone con disabilità cognitiva e ai loro caregiver:  per permettere la preparazione della visita e facilitare la comprensione del percorso espositivo a questo pubblico con esigenze speciali.

La mostra è aperta dal martedì alla Domenica, ore 11- 18

(Fabrizio Federici)

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