Violenza nelle carceri: due agenti penitenziari aggrediti a Regina Coeli
E’ la VII Sezione del carcere di Regina Coeli a Roma a fare da sfondo agli due ultimi gravi episodi di violenza accaduti tra le sbarre contro appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria.
“Si sono vissute giornate di ordinaria follia penitenziaria, nella scia della costante situazione di tensione che caratterizza le carceri laziali”, ricostruisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per voce del segretario nazionale per il Lazio del SAPPE Maurizio Somma: “Sabato, un detenuto arabo, già noto per le sue intemperanze e condannato per omicidio, ha aggredito prima l’Ispettore coordinatore della VII Sezione con una testata sul naso e poi un Agente colpendolo ad un braccio. I colleghi sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.
Un assistente capo colpito al volto
Anche sabato si era verificata un’altra aggressione, sempre nel medesimo Reparto detentivo: un Assistente Capo è stato colpito al volto da un pezzo di ceramica, staccato da uno dei sanitari del bagno e scagliato con forza verso di lui da un altro detenuto: il collega è stato colpito all’altezza dell’occhio con il grave rischio di perderlo”.
Per Somma, “sempre e solo grazie all’intervento del personale di Polizia Penitenziaria di Regina Coeli, in entrambi i casi si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’ interno della Sezione senza alcun inconveniente. Lavorare in questo contesto è diventato sempre più estenuante e il personale di Polizia Penitenziaria è in seria difficoltà soprattutto per la carenza di organico. Senza la professionalità e l’alto senso del dovere profuso da tutto il personale di Polizia Penitenziaria, questi gravi eventi avrebbero di certo prodotto conseguenze molto più destabilizzanti”.
Il sindacato Sappe: "Risse e suicidi sono all'ordine del giorno"
“Non passa giorno che non si verificano aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione”, aggiunge il segretario generale del SAPPE Donato Capece: “siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”.
Impietosa la denuncia del leader del SAPPE: “Così non si può andare avanti! Le colleghe ed i colleghi di Regina Coeli e i tutto il Lazio, attraverso il SAPPE, tornano a sollecitare le istituzioni penitenziarie affinché adottino con urgenza provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione che sta contraddistinguendo negativamente le strutture detentive regionali laziali. Servono fatti! Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici