Brambati a "Le Iene": "Col Micoren marcavo Maradona, ma poi..."
Continua a far discutere il caso dei farmaci somministrati con leggerezza ai calciatori
Abuso di farmaci e decessi prematuri nei calciatori
Calciatori, farmaci e morti sospette. Massimo Brambati torna a parlare del Micoren, medicinale che diversi atleti del passato hanno assunto “come se fossero caramelle”, spiega l’ex difensore. Brambati, che già aveva rivelato di aver ricevuto intimidazioni affinché non parlasse di questi temi, invece ci torna in un’intervista a “Le Iene”, in onda nella puntata di martedì 7 febbraio e anticipata da Dagospia.
“Io, in una società di cui non faccio il nome, prendevo prima della partita il Micoren come se fossero caramelle. All’epoca non era proibito, dopo qualche anno è diventato proibitissimo. Prendevo anche l’Anemina, una sostanza non dopante, ma ne avvertivo l’effetto. Non sentivo la fatica, avevo i battiti accelerati e una maggiore prontezza di riflessi”, sostiene l’ex giocatore di Bari e Torino.
Di cosa hai paura?
"Che ci sia correlazione tra quello che ho preso negli anni 80 e quello che è successo ultimamente".
Quando tu giocavi, che farmaci ti hanno dato?
"Il Micoren era un farmaco e lo prendevo praticamente tutte le domeniche. Ti aumentava la capacità polmonare. Qualche anno dopo è risultato proibitissimo ed è risultato doping"
Che effetti ti dava il Micoren?
"Sostanzialmente ti dava più capacità polmonare"
C’era una differenza tra partite giocate col Micoren e partite senza?
"Io direi di sì"
Finita la partita, invece, sentivi gli effetti negativi?
"Diciamo di sì. Ho spaventato anche mio padre una volta, dopo una partita. Quel giorno marcavo Maradona. E quando sono andato al bar a bere una cosa con lui, non riuscivo a tenere in mano la tazza perché tutto il liquido fuoriusciva, mi tremava la mano. Avevo l’occhio abbastanza vitreo e mio padre si accorse, mi chiese, però io non ebbi il coraggio di dire la verità, diciamo".