Juventus, dall'Avvocato ad Andrea Agnelli: trionfi, record, plusvalenze e guai

Vent'anni fa moriva il compianto Gianni Agnelli: confrontiamo la sua gestione con quella del nipote, appena finita in modo traumatico

Di Lorenzo Zacchetti
Sport

24 gennaio 2003/2023: vent'anni senza l'avvocato Gianni Agnelli

Il 24 gennaio 2023 ricorrono i vent'anni dalla morte dell'avvocato Gianni Agnelli. Il 24 luglio 1923 suo padre Edoardo aveva assunto la presidenza della Juventus, fondata nel 1897 da un gruppo di studenti del Liceo classico Massimo D’Azeglio. Nessun'altra famiglia (o altro genere di proprietà) è stata così a lungo alla guida di una società di calcio, ma il doppio anniversario – ventennale della scomparsa e centenario del sodalizio – segna anche la fine dell'avventura. Dopo essersi dimesso da presidente della Juventus, Andrea Agnelli ha lasciato anche i suoi ruoli in Exor e Stellantis, di fatto consegnando lo scettro nelle mani del cugino John “Jaki” Elkann, che già da tempo era stato designato come il vero erede dell'avvocato, ma che aveva affidato ad Andrea compiti di primaria importanza, come appunto la guida della Juventus. Compiti peraltro svolti con ottimi risultati, fino al drammatico epilogo. Proviamo allora a mettere a confronto, con l'ausilio dei numeri, le due gestioni bianconere griffate Gianni Agnelli e Andrea Agnelli.

 

 

La Juventus dell'Avvocato: 1947-1994

Gianni Agnelli è stato al timone della Juventus per ben 47 anni, sebbene prima come presidente operativo e poi “solo” come presidente onorario, lasciando il ruolo esecutivo a Giampiero Boniperti, ex centravanti bianconero che lui stesso aveva promosso dirigente. Quello che molti definivano il vero “Re” d'Italia era nel contempo senatore a vita (dal 1991) e sindaco di Villar Perosa (dal 1945 al 1980), amena località piemontese che era anche il buen retiro della Famiglia, nonché tuttora teatro della tradizionale partitella estiva contro la squadra giovanile, che simboleggia l'avvio della stagione sportiva.

Durante il suo lungo ciclo, iniziato ad appena 26 anni di età, l'Avvocato ha accompagno la Juventus alla conquista di 32 titoli: 15 scudetti, sei Coppe Italia, la Coppa delle Alpi e soprattutto la conquista di tutte e cinque le coppe internazionali dell’epoca: tre volte la Coppa Uefa, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa europea, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. Nel 1985, anno del primo trionfo sia in Europa che nel mondo, la Juventus divenne quindi il primo club del pianeta a mettere in bacheca ogni trofeo raggiungibile. Nell'era di Gianni Agnelli, la Juventus ha conquistato anche sette Palloni d'Oro: nel 1961 Omar Sivori (in quanto oriundo), nel 1982 Paolo Rossi, nel 1983, 1984 e 1985 Michel Platini e nel 1993 Roberto Baggio.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amante del calcio e dei suoi più raffinati interpreti, l'Avvocato era molto famoso anche per le sue battute e i soprannomi che assegnava ai suoi beniamini: da Sivori a Platini (“preso per un tozzo di pane, però poi ci abbiamo spalmato sopra il caviale”), da “Raffaello” Baggio fino a “Pinturicchio” Del Piero. Era fortemente targata Juventus anche la nazionale campione del mondo nel 1982, con ben sei titolari provenienti dalla squadra allenata da Giovanni Trapattoni: Dino Zoff, il compianto Gaetano Scirea, Claudio Gentile, Antonio Cabrini, Marco Tardelli e il capocannoniere del mundial “Pablito” Rossi. Quattro anni prima, in Argentina, erano ben nove gli azzurri che il c.t. Bearzot aveva prelevato dalla Juventus, di fatto ponendo le basi per la squadra che poi avrebbe conquistato il mondo.

Nel 1994 Gianni Agnelli ha passato la mano al fratello Umberto, il quale ha ricostruito un ciclo vincente affidandosi alla “triade” Moggi-Giraudo-Bettega e a Marcello Lippi in panchina. Oltre a riportare la Vecchia Signora sul trono d'Europa e del mondo, il tecnico viareggino ha poi guidato l'Italia a un altro successo iridato. Anche la finale del 2006 era fortemente targata Juve, con otto bianconeri in campo: cinque tra gli Azzurri e tre nella Francia. L'Avvocato, purtroppo, si è perso lo spettacolo: il 24 gennaio 2003 era morto a 81 anni, a causa di un carcinoma della prostata che lo tormentava da tempo. E chissà come avrebber reagito nel vedere lo scandalo di Calciopoli che, subito dopo la finale di Berlino, ha costretto la Juventus a un'umiliante ripartenza dalla serie B....

La Juventus di Andrea Agnelli: 2010-2022

La Juventus di Andrea Agnelli: 2010-2022

Il 19 maggio 2010, a soli 35 anni di età, Andrea (figlio di Umberto) è stato eletto come quarto Agnelli alla presidenza della Juventus. La Vecchia Signora era reduce da un mediocre settimo posto, al terzo anno di ricostruzione dopo il ritorno nella massima serie. Anche la prima stagione di Andrea, con Gigi Delneri in panchina, si è chiusa al settimo posto, ma la svolta è arrivata nell'estate successiva, con l'ingaggio di Antonio Conte. L'ex capitano bianconero è tornato come allenatore e ha esordito nel nuovo Juventus Stadium, inaugurato l'8 settembre 2011 con un'amichevole col Notts County. Nella loro nuova casa, i bianconeri hanno stabilito un record storico vincendo nove scudetti consecutivi, oltre a 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane.

Un dominio assoluto sul calcio italiano che la Juventus ha esercitato anche cambiando ben cinque allenatori. Conte ha vinto i primi tre scudetti (2012, 2013 e 2014), prima di lasciare improvvisamente la società in seguito a dissidi sul calciomercato e accasarsi in nazionale. È poi arrivato Max Allegri, che ha vinto cinque scudetti di fila (2015, 2016, 2017, 2018 e 2019), ma senza riuscire a ripetersi in Europa. Si è allora tentata la strada del calcio-spettacolo con Maurizio Sarri, il quale ha ripetuto la vittoria del campionato (2020), ma anch'esso ha deluso in Champions League. A sorpresa, nella stagione 2020/21 Agnelli si è affidato ad Andrea Pirlo, che era da poco stato ingaggiato come allenatore dell'Under 23, ma l'esperimento è finito male: Juventus solo quarta in campionato, pur vincendo Coppa Italia e Supercoppa italiana. Con l'ennesima inversione a U, Agnelli ha richiamato Allegri, ma la sua prima stagione è finita a becco asciutto, per la prima volta nel decennio: ancora quarta in campionato, la Juventus ha perso sia la finale di Coppa Italia che quella di Supercoppa, uscendo per l'ennesima volta agli ottavi di Champions League.

Allegri ha anche perso due finali di Champions League (2015 e 2017), allungando il poco invidiabile record di Madama, sconfitta per ben sette volte nell'atto decisivo del torneo. L'ossessione europea ha spinto il club bianconero a sforzi di calciomercato non indifferenti, come l'acquisto di Gonzalo Higuain nel 2016 (dal Napoli per 90 milioni di euro) e soprattutto di Cristiano Ronaldo nel 2018 (dal Real Madrid per 117 milioni di euro). Oltre ai due superbomber, non vanno scordati ingaggi di peso come Bonucci, Barzagli, Pirlo, Vidal, Pogba, Tevez, Khedira, Mandzukic, Pjanic, De Ligt, Chiesa e Vlahovic, con un'esposizione decisamente rilevante. La vicenda-Covid ha reso ancora più difficile il raggiungimento dell'equilibrio economico, come per tutte le squadre, e nel corso del ciclo la società è stata costretta a ricapitalizzare.

Chiellini - Ronaldo (Lapresse)
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La vicenda legata a Cristiano Ronaldo è stata talmente controversa da portare alla rottura con uno dei migliori dirigenti italiani quale Beppe Marotta, passato ai rivali dell’Inter, e proprio in questi giorni si sta trasformando in un notevole problema legale che pende sul capo della società. Anche nel management ci sono state notevoli giravolte, con la promozione di Paratici (che era il braccio destro di Marotta), la sua uscita per il Tottenham e l'avvento di Cherubini, per poi passare ad Arrivabene e alle recenti dimissioni in blocco del CdA, sostituito dal nuovo gruppo dirigente voluto da John Elkann.

Nel bilancio della gestione di Andrea Agnelli va inserita anche la fondazione della squadra femminile. Le Juventus Women, nate nel 2017, hanno vinto tutti e cinque i campionati di serie A fin qui disputati, oltre a due Coppe Italia e tre Supercoppe italiane. Anche per loro la Champions League è ancora un ostacolo insormontabile, ma questo non è un problema specifico delle bianconere: pesa soprattutto il divario che ancora separa il calcio femminile italiano dai principali movimenti europei.  Sempre nel 2017, la società ha dato il via a un clamoroso rebranding, abbandonando il vecchio logo con l'ovale a strisce bianconere per una J ristilizzata, considerata più d'appeal per il mercato internazionale. Altrettanto disruptive è stata la scelta del 2019, quando la Juventus si è presentata con una maglia senza le righe verticali, bensì divisa a metà tra bianco e nero, separati da una sottile striscina rosa. Anche in questo caso, la scelta occhieggava a ragioni commerciali, specialmente sul mercato americano (dove le strisce bianconere le usano gli arbitri).

CRISTIANO RONALDO - HIGUAIN (foto Lapresse)
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel corso del ciclo di Andrea Agnelli ci sono poi state alcune vicende decisamente poco piacevoli, come l'ammenda di 100.000 euro per i rapporti poco chiari con alcuni esponenti della curva bianconera e la gestione dei biglietti, il caso-Suarez e l'ormai famosissimo caso-plusvalenze, chiuso a maggio 2022 e poi riaperto negli scorsi giorni dopo le indagini della Procura di Torino: Agnelli e tutto il CdA hanno rassegnato le dimissioni a fine 2022 e nel processo sportivo lui ed altri ex dirigenti sono stati sanzionati con pesanti inibizioni, oltre ai 15 punti di penalizzazione inflitti alla squadra. E questo è solo l'inizio, perchè sugli stessi fatti si stanno muovendo anche la Uefa (che non ama moltissimo Agnelli e la Juventus anche per via del progetto Superlega) e soprattutto la magistratura ordinaria, le cui sanzioni sono potenzialmente molto più dolorose.

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