Maradona: a un anno dalla morte, la serie di Amazon fa arrabbiare i tifosi

In "Maradona, sogno benedetto" lo stadio del Napoli viene confuso con quello della Juve, odiata rivale. E non è l'unico passaggio che suscita polemiche...

Di Lorenzo Zacchetti
Sport
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La serie di Amazon Prime Video su Diego Armando Maradona fa discutere per alcuni “autogol” storici

“Maradona, sogno benedetto” è una serie in 10 puntate che racconta la parabola umana e sportiva del mitico Pibe de Oro. Le prime otto sono già disponibili su Amazon Prime Video: senza dubbio si tratta di un prodotto di grande valore artistico, con un bravissimo Nazareno Casero nei panni del Diego negli anni d'oro, un ottimo cast a supporto (compresi Riccardo Scamarcio nei panni del camorrista e Giovanni Esposito in quelli di Corrado Ferlaino) e un avvincente intereccio narrativo, dichiaratamente a metà strada tra fatti reali e dettagli romanzati. Nella puntata numero 6, tuttavia, c'è un errore storico che ha fatto sobbalzare sulla poltrona tutti i tifosi del Napoli e gli amanti del calcio in generale.

Maradona: la beffa a Platini e l'intervista di Galeazzi

L'episodio in questione riguarda la sfida tra Napoli e Juventus del campionato 1985/86, decisa da un fenomenale gol di Maradona su calcio di punizione indiretto nell'area di rigore bianconera. In uno spazio infinitesimale, Diego riuscì ad aggirare la barriera della Juve e infilare il pallone all'incrocio dei pali, rendendo vano il tuffo di Stefano Tacconi. Considerata come una delle prodezze più brillanti della carriera dell'argentino, quella rete permise al Napoli di vincere 1-0, infliggendo alla Juve la prima sconfitta del campionato, dopo otto successi nelle prime otto giornate. A fine stagione i bianconeri vinsero comunque lo Scudetto, ma quella vittoria è rimasta nel cuore dei tifosi partenopei, vista anche la storica rivalità con i piemontesi. 

La rivalità Napoli-Juve e il clamoroso errore sullo stadio

Ma se rievoca un momento felice della storia del Napoli, dove sta, allora, il problema della serie “Maradona, sogno benedetto”? Il cronista della partita con la Juventus, ovviamente aggiunto nella produzione della serie, presenta la sfida con la squadra di Michel Platini dicendo che si gioca allo Stadio Delle Alpi, anche se con tutta evidenza le immagini riguardano lo Stadio San Paolo di Napoli, dove in effetti si disputò la partita del 3 novembre 1985. Lo Stadio Delle Alpi era quello di Torino, ma, oltretutto, all'epoca dei fatti nemmeno esisteva: sarebbe stato inaugurato solamente per i mondiali del 1990! In quegli anni sia la Juve che il Torino giocavano allo Stadio Comunale, che oggi è la casa dei granata e si chiama “Olimpico Grande Torino”. La Juve, come noto, ora gioca allo Stadium, costruito sulle ceneri proprio del Delle Alpi. Un pasticcio storico notevole, ma anche uno sgarbo ai tifosi: confondere lo stadio del Napoli con quello della Juve significa anche disconoscere una profonda rivalità storica. Ad aggravare la situazione c'è il fatto che oggi lo Stadio San Paolo porta proprio il nome di Diego Armando Maradona, un giusto omaggio alle imprese del leggendario numero 10. E che sia proprio la serie sulla sua vita a sbagliarne il nome è davvero curioso!

Napoli-Lazio: arriva la statua di Diego a un anno dalla morte

Proprio allo stadio Diego Armando Maradona è in programma una commemorazione speciale per ricordare il primo anniversario della scomparsa del campione argentino, avvenuta il 25 novembre del 2020. Il 28 novembre, prima di Napoli-Lazio, verrà presentata al pubblico una statua a grandezza naturale del Pibe de Oro. Dopo il giro di campo celebrativo, il monumento verrà collocato negli spogliatoi dello stadio, alla presenza dei cinque figli legalmente riconosciuti da Maradona, compreso Diego Junior, nato dalla relazione extraconiugale con Cristiana Sinagra. Stefano Ceci, amico e manager di Diego ai tempi del Napoli, sta curando le celebrazioni, che comprendono anche le speciali magliette celebrative sfoggiate contro il Verona (7 novembre) e che verranno riproposte anche contro l’Inter (21 novembre) e per l'ultima volta contro la Lazio. Curiosamente, proprio la Lazio è stata la prima a lamentarsi per i contenuti della serie “Maradona, sogno benedetto”, ma nel suo caso lo stadio non c'entra.

Maradona e la sfida contro i “fascisti”

Nella puntata numero 5 delle serie, si rievoca la partita Napoli-Lazio della stagione 1984/85, finita 3-0 con una tripletta di Maradona, compreso un pallonetto da 40 metri che figura anch'esso nella cineteca delle reti più spettacolari dell'asso argentino. Nella ricostruzione della serie, si vedono le squadre entrare in campo e poi il “Pelusa” che fa un particolare discorso motivazionale ai suoi compagni, dicendo: “Oggi questi fascisti ci vogliono umiliare. Ci vogliono vedere in ginocchio, a casa nostra, non glielo permetteremo, lotteremo su ogni pallone...”. Il fatto che Maradona fosse così incontenibile durante i 90 minuti viene quindi spiegato con la particolare grinta che lo animava prima della sfida della Lazio, nella quale non è difficile cogliere il riferimento alle idee politiche di Diego, che di se' diceva: "Io sono tutto di sinistra, dal piede che uso per giocare al modo di pensare".

La protesta della Lazio contro la serie Amazon Prime Video

La Lazio si è molto arrabbiata per quella scena, come ha spiegato in un comunicato ufficiale: “Lasciamo giudicare al pubblico la qualità della serie di Amazon Prime. Di certo però possiamo definire ridicoli quei pochi secondi che abbiamo visto, nei quali in modo del tutto arbitrario ed inverosimile si attribuiscono al campione argentino parole che mai avrebbe pronunciato: 'Quei fascisti ci vogliono umiliare'. La Lazio dell’epoca non era certo nelle condizioni ideali per fermare una squadra che lottava per lo scudetto. Figuriamoci per umiliarla. E poi il richiamo al fascismo, tanto più odioso perché evocato con un chiaro intento diffamatorio. Si è riusciti insomma nello straordinario risultato di insultare una tifoseria e una società, discostandosi dalla realtà ed anche dal pensiero dello stesso Maradona, che ha dimostrato in tante occasioni di essere amico della Lazio: è stato ospite a Formello, ha cantato il nostro inno, ha scambiato le maglie con i nostri giocatori. Faremo valere presso Amazon Prime Video e presso gli autori, il regista e gli sceneggiatori i nostri diritti, chiedendo per quanto ci riguarda che venga tagliata una scena tanto inverosimile quanto penosa, che manca di rispetto ai laziali e alla memoria di un grande campione”. 

“Maradona, sogno benedetto”: in arrivo le ultime due puntate

Ha ragione la Lazio a considerare diffamatoria quella scena o si tratta di un legittimo espediente narrativo da parte degli autori che nel cartello iniziale spiegano che la storia è “ispirata a fatti reali, ma con alcuni elementi di fantasia?”. A quanto pare, sarà un giudice ad esprimersi sul merito della vicenda.
Certamente resta quell'autogol nell'aver confuso lo stadio del Napoli con quello della Juve, che non ha fatto piacere ai tifosi azzurri. Una macchia su un prodotto, come detto, decisamente molto apprezzabile e le cui ultime due puntate saranno disponibili su Amazon Prime Video rispettivamente dal 19 e dal 26 novembre. Da non perdere, per chi ama il calcio anche a prescindere dal tifo.