Maradona senza pace, rimossa la sua statua a Napoli. "Dono troppo costoso"

Doveva essere posta in maniera ufficiale davanti allo stadio che porta il suo nome, ma il Comune ha cambiato idea. L'artista: "Mi sento offeso e amareggiato"

Diego Armando Maradona (Lapresse)
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Maradona, la statua davanti allo stadio del Napoli rimossa. Il motivo

Diego Armando Maradona continua a far discutere anche da morto. Non c'è pace per il calciatore più forte del mondo. L'ultima polemica che indirettamente lo riguarda è relativa ad una sua statua, quella che sarebbe dovuta diventare un simbolo davanti allo stadio che porta il suo nome a Napoli. Invece, il Comune ha deciso di fare marcia indietro. Dopo averne accettato la donazione da parte dello scultore Domenico Sepe, che la realizzò all’indomani della scomparsa del Pibe, adesso la Giunta - si legge sul Corriere della Sera - ha cambiato idea e ha deciso di restituirla all’artista. Ne rimarrà il ricordo di una cerimonia di inaugurazione in grande stile e un epilogo a sorpresa, perché nessuno poteva immaginare che la statua firmata da Sepe rappresentasse per l’amministrazione comunale una questione ancora da definire.

E invece adesso arriva la notizia, anticipata ieri sulle pagine del Mattino, di una delibera di giunta, approvata su proposta del sindaco Gaetano Manfredi e dell’assessore allo Sport Emanuela Ferrante, che sancisce la nullità dell’atto di donazione e restituisce l’opera allo scultore. Che tra l’altro già la custodiva nel suo studio, perché dopo la cerimonia del novembre di due anni fa, gli fu affidata in attesa che si completasse l’iter burocratico per la sistemazione definitiva davanti allo stadio. L’assessore Ferrante parla di una indagine della magistratura e sottolinea che "l’installazione dell’opera presso lo stadio pare in grado di restituire al donante una utilità non irrilevante in termini di prestigio e di visibilità». E questo potrebbe «risultare appetibile e contendibile da parte di altri artisti, e di conseguenza impone il principio di imparzialità e di conseguenza il ricorso a procedure di evidenza pubblica". L'artista: "Mi sento amareggiato e offeso".

 
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