Messi pronto a raggiungere Cr7 in Arabia Saudita: offerta choc da 400 mln

Ronaldo è sempre più solo e nervoso: l'arrivo dell'ex rivale potrebbe rappresentare un nuovo stimolo

di Marco Scotti
Lionel Messi e Cristiano Ronaldo
Sport

Messi pronto a raggiungere Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita

A Parigi piove, fa freddo, ci sono 13 gradi. A Riad c’è un sole che – si potrebbe dire con un termine abusato – spacca le pietre e la colonnina di mercurio segna 39 gradi. E la temperatura potrebbe salire ulteriormente, se dovesse (come sembra) esserci un nuovo round di una delle sfide più belle della storia dello sport tutto: quella tra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. L’argentino potrebbe raggiungere l’ex rivale dal 30 giugno, quando cioè il suo contratto da 35 milioni all’anno con il Paris Saint Germain scadrà. Gli arabi del Al-Hilal sono pronti (sostengono fonti saudite) a sganciare fino a 400 milioni di euro all’anno. Una cifra astronomica che renderebbe il capitano dell’Albiceleste il più pagato di ogni sport. Il portoghese, invece, si è trasferito a gennaio in Arabia Saudita, forte di un contratto che oscilla (le informazioni con i sauditi sono sempre molto opache) tra i 70 e i 200 milioni all’anno. 

Non un trasferimento indolore se, come sembra, la fidanzata Georgina Rodriguez dopo un po’ ha preso armi e bagagli ed è tornata a Madrid, non si sa se sfiancata dal caldo o dalle restrizioni alla vita quotidiana. E lo stesso Cr7, ormai 38enne, non ha trovato di meglio che brandirsi le pudenda uscendo dal campo per i troppi insulti ricevuti dagli spalti. Rischiando, oltretutto, di beccarsi una denuncia per offesa al pudore che, in quei Paesi, è concetto assai complicato e serio.

Un campione triste, Cristiano Ronaldo, uscito suo malgrado dalla luce accecante di quei riflettori che hanno accompagnato tutta la sua carriera, costellata da cinque palloni d’oro, cinque Champions League e un’enormità di trofei personali e di squadra. Uno su tutti: ha battuto sua maestà Pelè ed è il calciatore con il più alto numero di gol realizzati in carriera. Aveva detto che non si sarebbe ritrovato a chiudere la carriera tra i petrodollari, ma evidentemente 200 milioni all’anno fanno gola anche a chi nella carriera è sempre stato tra i più pagati e che guida ancora oggi la prestigiosa classifica di Forbes sugli sportivi più ricchi.

E dunque chissà che effetto potrebbe avere questa insolita reunion sotto il sole torrido del deserto. Prevarrà la nostalgia dei bei tempi andati, di quando Barcelona e Real Madrid si contendevano il primato di squadra più forte del mondo? Oppure si creeranno nuovi presupposti per una nuova sfida a colpi di milioni? Difficile dirlo. Certo, l’idea che questi campioni stratosferici (Messi di palloni d’oro ne ha vinti addirittura sette) non siano capaci di dire “basta” e continuino con una carriera ormai marginale mette tristezza.

Quando Ronaldo il Fenomeno (quello vero gridano ancora oggi i tifosi interisti) si ritirò dal calcio giocato in Brasile, ormai fuori forma, veniva da ripensare con malinconia a quel giocatore che sbranava gli avversari e che fece dire a Paolo Maldini – non uno qualsiasi – che “come lui nessuno mai”. Lo stesso si prova ora vedendo Cr7 che prova a convincerci che si diverte ancora a inseguire i palloni. Lui che ha segnato talmente tanti gol in Champions League che rende il suo primato uno di quei record quasi impossibili da attaccare.

E che dire di Messi, la “pulce”, il bambino che non voleva crescere che arrivò a Barcellona e lasciò a bocca aperta gli osservatori. Quel piccolo, terribile fenomeno che ubriacava gli avversari e che si tolse il lusso, nonostante il suo metro e 68 centimetri, di segnare di testa in finale di Champions League, a Roma, quando il suo Barcellona asfaltò un’altra squadra leggendaria: il Manchester United proprio di Cr7. Messi è stato l’unico a poter insidiare per gli argentini la memoria di Diego Maradona.

Quando, a dicembre, la Pulce ha sollevato la coppa del mondo davanti al pubblico del Qatar – indossando l’abito tradizionale che gli organizzatori si sono affrettati a drappeggiargli addosso – in molti si sono domandati: sarà un’epifania di ciò che accadrà? Oggi pare che sì, quella veste fosse un indizio di un futuro più ricco e più caldo. Ma anche tanto più triste. 
 

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