Nazionale, la Figc va allo scontro con De Laurentiis. Spalletti entro domenica
Il presidente Gravina e l'allenatore sono pronti ad andare davanti ai giudici. Il patto di non concorrenza e il rischio-tribunale
Nazionale, Spalletti a tutti i costi ma senza pagare un solo euro a De Laurentiis: il piano della Figc
La Figc ha fretta e vuole Spalletti come prossimo ct della Nazionale. Il presidente Gravina ha deciso di andare allo scontro con De Laurentiis e il tecnico si prepara ad affrontare una doppia sfida. Quella che lo attende in campo contro la Macedonia, prima partita della Nazionale il 9 settembre. E quella in tribunale. Dove - spiega il Corriere della Sera - il mister si troverà davanti il presidente del Napoli. E potrà discutere della famosa clausola che gli impone un pagamento di circa 3 milioni per liberarsi dal contratto che lo lega al Napoli fino al 2024. In tutto ciò gli Azzurri (nel senso dell’Italia) non hanno ancora un commissario tecnico. Ma potrebbero averlo entro domenica.
Questa è la deadline di via Allegri per dare un nome al nuovo tecnico. E ce n’è comunque uno di riserva. Quello di Antonio Conte. Che però è oggi la seconda scelta. Prima c’è il tecnico di Certaldo. E la lite in tribunale che attende lui e la Federazione.
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La Figc - prosegue Il Corriere - non vuole entrare direttamente nello scontro. Gabriele Gravina si aspettava un gesto di liberalità da parte dei partenopei. Ma ora in federazione sono furiosi. Anche perché De Laurentiis nella sua lettera ha calcato la mano anche sulle dimissioni di Roberto Mancini. Accusando il presidente di non aver saputo gestire il rapporto con un suo tesserato. La cifra da corrispondere in teoria al Napoli è quella di 2,8 milioni di euro. I legali della Figc sono pronti ad andare in Aula. Certi che il giudice certificherà la non-concorrenza tra una squadra di club e una Nazionale. E soprattutto, scrive oggi il Corriere della Sera, è Spalletti che è pronto ad andare in tribunale. Il problema infatti si aprirebbe con l’allenatore e non con la federazione. Sarebbe lui ad essere chiamato in giudizio. E dovrebbe lui dare i 2,8 milioni.