Ultras arrestati, "il biglietto costa 80 e lo rivendiamo a 600". Appoggio della mafia e 600mila € da spartirsi. Le chat

Così i capi gestivano le curve di Inter e Milan. La Figc ha chiesto le carte dell'inchiesta, tremano anche i club

di redazione sport
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Ultras arrestati, così i capi tifosi di Inter e Milan ottenevano più biglietti per le partite da rivendere a peso d'oro

Dall'inchiesta che ha portato all'arresto di 19 capi ultras di Inter e Milan spunta una sorta di patto di ferro. Dagli atti emerge un accordo "di non belligeranza" tra i capi delle tifoserie: un comitato d’affari per prendersi quel che ruota attorno allo stadio Meazza. Tutto sempre con la stessa regia, quella, secondo gli atti dell’indagine milanese sulle curve - riporta Il Fatto Quotidiano -, di Luca Lucci, capo della curva rossonera e padrino del patto di affari dentro e fuori il Meazza. Lo dice Lucci stesso: "Sta a noi un po' più grandi, un po' più maturi, dettare dei paletti e cercare di vedere prima che un problema sorga, e sennò saremo stupidi, siamo stati in mezzo la strada, in mezzo agli spalti, il ragionamento è decidiamo assieme dove possiamo arrivare".

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Ed è su questo solco che tutto si è fatto negli ultimi due anni. Affari comuni. Come quello, golosissimo, della finale di Champions del 2023. Diciamo guarda noi, abbiamo questi biglietti, facciamo questi charter, facciamo questi prezzi, abbiamo guadagnato così metà per uno, lo stesso fai tu, hai vinto lo stesso, è come quando ti copri alla Snai". È il patto in presa diretta. Sancito pochi giorni dopo - in base a quanto risulta a Il Fatto - al bar di Luca Lucci e alla presenza di Antonio Bellocco, garante mafioso per la curva Nord. In prospettiva un guadagno da oltre 600 mila euro cresta alla mano, come spiega Ferdico: "Noi siamo in tre? (Bellocco, Beretta, Ferdico). Il biglietto te lo do a 600, 80 costa, sono 520 diviso tre sono 160. Tu li vendi a 800 te ne metti in tasca 200. Tu mi fai i conti in tasca e mi dici che guadagnerò 600 mila euro”. Appunto. Un bel tesoretto. Che rischia però di sgretolarsi a ridosso della finale quando l’Inter fa sapere alla curva che oltre 800 biglietti non può.

Ferdico ne vuole almeno 200 in più. Fa pressioni di ogni genere. Con dirigenti, ex calciatori e anche con l’allenatore Simone Inzaghi, il quale alle sue richieste risponde così: “Parlo con Zanetti, con Marotta, parlo con quelli poi ti faccio... Marco io mi attivo e ti dico cosa mi dicono”. Ferdico insiste: “È il direttore Marotta, lui ha l’ultima parola”. Inzaghi si mette a disposizione di Ferdico che, va ricordato, in quel momento alle sue spalle ha già la potente cosca dei Bellocco. Passano pochi giorni e, dopo altre minacce di sciopero del tifo, arriva la risposta di un dirigente dell'Inter. Ed è per Ferdico sorprendente. Dirà il dirigente: “Condizione però, uno basta questi comunicati, due nel momento in cui tu sai la numerica che adesso io ti dico non dovete fare nessun tipo di comunicato". E la numerica dice ben 1.500 biglietti, quasi il doppio di quelli fissati in precedenza.