Io sono cattolica, lui induista. Possiamo sposarci con rito religioso? - Affaritaliani.it

L'avvocato del cuore

Io sono cattolica, lui induista. Possiamo sposarci con rito religioso?

Di Dott.ssa Michela Carlo

“Gentile avvocato, mi sono innamorata di un ragazzo di religione induista, comunque cittadino italiano, e vorremmo entrambi sposarci. Io sono, però, di fede cattolica e la mia famiglia è molto credente e tradizionalista, vorrebbe quindi un matrimonio con rito religioso e non solo civile. La sua famiglia mi ha già accolto come una figlia e ha accettato di farci sposare secondo la mia fede. Sarà davvero possibile farlo? O ci sono dei divieti particolari in questi casi? Grazie dell’aiuto, Elena.”

Cara Elena,

capisco i Suoi timori, ma l’amore non ha regole, o almeno così dovrebbe essere. Oggi la diversità viene quasi inneggiata a valore intrinseco dell’umanità e, quindi, da proteggere in tutte le sue forme. Del resto, senza diversità ci sarebbe l’appiattimento di sentimenti, emozioni, stimoli. Basta, quindi, imparare a conviverci, con tolleranza e rispetto. Se in molti contesti l’accettazione dell’altro può diventare più difficile, nelle relazioni affettive è diverso. Chi ama davvero, lo fa a prescindere dalle differenze culturali, sociali, etniche e religiose, anche se questo implica inevitabilmente un impegno in più, talvolta anche una lotta con le proprie famiglie, quelle più indottrinate e intransigenti. I cosiddetti matrimoni misti - cioè di unioni fra persone di religioni diverse oppure nelle quali uno professi una religione e l’altro sia ateo o agnostico - sono ormai sempre più frequenti.

La Chiesa cattolica, infatti, è molto attenta a curare la disciplina ecclesiastica di questi matrimoni particolari. Anzi, si è aperta in modo particolarmente accogliente sul tema, dando anche la possibilità ai coniugi di “personalizzare” il matrimonio, superando alcune modalità richieste dal classico rito cattolico. Ci sono ovviamente delle regole da rispettare.

Ecco perché Le do, cara lettrice, alcune importanti indicazioni che Vi sarà utile conoscere prima di sposarVi. Anzitutto, è fondamentale che la coppia “interreligiosa” che vuole sposarsi, manifesti al parroco le proprie intenzioni, che dovranno essere “in linea” con il pensiero cattolico. Da una parte, infatti, il coniuge non cattolico deve:

- essere adeguatamente informato sulla dottrina religiosa del proprio consorte, specie sulla dignità del matrimonio, la sua unità , indissolubilità e apertura alla procreazione;

- impegnarsi a non ostacolare la fede del coniuge cattolico (non è infatti tenuto a convertirsi al cristianesimo) e l’educazione cristiana dei figli che verranno.

Dall’altra, il coniuge cattolico deve impegnarsi a mantenere viva e salda la propria fede.

Celebrazione e rito

Rispettate queste condizioni, in generale sarebbe auspicabile che il matrimonio si celebrasse nella Chiesa cattolica e secondo la forma canonica, attenendosi a quanto previsto dal “Rito del matrimonio”, nella parte relativa al matrimonio di una parte cattolica con una non battezzata (che, infatti, durante il sacramento non riceverà l’eucarestia). I futuri coniugi, tuttavia, rivolgendosi al parroco, potranno anche chiedere che questi ottenga dal Vescovo (Ordinario del luogo) la dispensa dalla forma canonica. Tale dispensa sarà concessa solo in caso di gravi difficoltà, opportunamente valutate, a rispettare la celebrazione canonica. In ogni caso, resta fermo il principio per il quale, ai fini della validità del matrimonio misto è richiesta la forma pubblica, celebrandosi dunque davanti a un legittimo ministro di culto. In questo modo, il matrimonio produrrà gli stessi effetti di quello celebrato con la forma canonica e sarà quindi è riconosciuto anche in sede civile. Le preciso, infine, qualora Lei pensasse di far contenta anche la famiglia del Suo fidanzato, che per la religione cattolica è assolutamente vietato il cosiddetto rito simultaneo, cioè la celebrazione alla contemporanea presenza di un sacerdote cattolico e di un ministro acattolico. E’ pero, possibile che a conclusione del rito, il ministro acattolico rivolga parole benauguranti e faccia recitare ai presenti anche preghiere non cattoliche. Sono fiduciosa che, con questi “accorgimenti” religiosi, anche la Sua famiglia non avrà nulla da obiettare e benedirà la Vostra felicità. 

* Studio legale Bernardini de Pace