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Cose Nostre
Di Maio e Salvini, la lite continua. Ma i due leader ci sono o ci fanno?
Foto LaPresse

Ma Luigi Di Maio e Matteo Salvini ci sono o ci fanno? Litigano davvero o è solo una sceneggiata?
Ho girato stamane il mio dubbio a un leader politico nazionale e mi ha risposto testualmente: ”Secondo me si son messi d’accordo. Si beccano per recuperare voti a destra (Lega) e a sinistra (Cinquestelle). Lo dimostrano gli attacchi su temi cretini tipo il fascismo”.
Possibile? In politica, dove il cinismo e l’opportunismo la fanno da sempre da padrone (come sappiamo dai tempi di Machiavelli e Guicciardini), tutto è possibile. Ma davvero possiamo credere che si arrivi tutti i giorni a demolirsi pubblicamente, logorando così irrimediabilmente l’immagine personale e quella del governo per acchiappare voti?
Possibile, certo... Ci può stare che i due leader dell’alleanza gialloblù abbiano verificato in questi mesi di collaborazione la distanza siderale, politica e ideologica, tra i due rispettivi partiti-movimenti. Distanza che rende impossibile governare producendo solo rinvii, specie ora che si è giunti ad alcuni nodi identitari ed estremamente divaricanti e divisivi non a caso rimasti in sospeso e rinviati, dal Tav all’autonomia regionale alla flat tax.
Possono in sostanza aver compreso che il divorzio è inevitabile. E si stanno preparando a reggere fino alle elezioni europee, sperando di fare il pieno di voti, per affrontare il dopo col carniere pieno.
Ci può stare dunque che stiano lavorando per caratterizzarsi  come i leader di due schieramenti contrapposti, la destra e la sinistra, che coprono le due metà dell’intero quadro politico, facendo terra bruciata intorno a sé (a parte piccoli e deboli cespugli e satelliti), rilanciando così il bipolarismo classico dell’o di qua o di là e interrompendo l’attuale, incestuosa anomalia.
La riprova potrebbe ritrovarsi nel fatto che Di Maio sta insistendo giorno dopo giorno nel rafforzare un’immagine di sinistra, cavalcando i temi più popolari del sociale, dallo sviluppo sostenibile alla redistribuzione equa  dei profitti (e con lui il premier Conte). Mentre Salvini cavalca legge e ordine e, dopo la legittima difesa, ora si concentra sulla castrazione chimica.
Se questo è il piano (ma non è certo, è un’ipotesi), non è detto che riuscirà. Ma è davvero questo il piano? Nei prossimi giorni molte carte dovranno essere scoperte e tutto diverrà più chiaro.

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