Lo sguardo libero

Salvini “padre” di meno di due italiani su dieci

Ernesto Vergani

Gli ambiti personali degli affetti e dell’onore sono inviolabili

In risposta alla molto probabile procedura per debito eccessivo nei confronti dell’Italia da parte dell’Unione europea, Matteo Salvini porge il fianco a un’ autostrada di critiche dicendo: “Ho 60 milioni di figli: devo dare loro da mangiare”.

A questa metafora si può rispondere ironicamente come fa il sindaco di Milano Giuseppe Sala (“Non lo vorrei neanche come zio”) o utilizzandola  in senso opposto come Stefano Parisi (“Un padre di famiglia che si indebita e che poi si lamenta se nessuno gli fa credito non è  tale”).

Con tutto il rispetto, si possono esprimere altre opinioni. 1 – Gli italiani che hanno votato Lega alle ultime Europee sono 9,1 milioni,  neanche due su dieci. E’ vero, questa proporzione include i non aventi diritto e chi non si è recato alle urne, ma fino a prova contraria su 60,59 milioni di connazionali quelli che oggi votano Salvini sono 9,1. 2 - Gli italiani sono vaccinati e non hanno bisogno del ministro dell’Interno per mangiare. 3 - Può non piacere a tanti papà del Belpaese, che egli si arroghi il titolo di padre degli italiani. 4 - Stalin era noto come  “piccolo padre”. I padri in politica rimandano a regimi totalitari. 5 - Nessuno può violare l’ambito degli affetti e dell’onore altrui.

Intanto – per completezza – è bene ricordare la regola del debito non rispettato, che non deve superare il 60% del Pil, mentre l’Italia lo sta facendo per tre anni di fila (art. 126 del Trattato dell’Unione): 1 -  multa fino a nove miliardi; 2  - congelamento dei fondi strutturali. L’Italia ne dovrebbe ricevere 73 i fino al 2020; 3 - stop ai prestiti concessi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). A ciò si aggiungano il calo della fiducia dei mercati finanziari e l’aumento dei tassi di interesse per ripagare il debito.