Prima serata

Sergio Costa, Nicola Morra e Alfonso Bonafede finiscono nel mirino della Lega

Klaus Davi

Ora che Matteo Salvini e la sua temibile bestia sono 'all'opposizione' e ora che Toninelli il perfetto bersaglio della tensione mediatica alimenta tata anche a tavolino contro il governo giallo verde è finito dietro le quinte, la temibilissima macchina comunicativa della Lega è alla ricerca di ‘obiettivi’ mediatici da bersagliare, finalizzati ad alzare la temperatura del dibattito politico. Il formidabile staff dell'ex vice premier ha, secondo quanto ha potuto ricostruire chi scrive, scelto tre primi bersagli mediatici. Una avvisaglia si è avuta nelle scorse ore . Salvini, rispondendo a un'audizione del ministro dell Ambiente, in merito alla vicenda sulle autorizzazioni del trattamento dei rifiuti, ha dettato parole di fuoco alle agenzie che non sono passate inosservate. Un chiaro segnale alla truppa non tanto sulla persona ministro rispettato e stimato ma sul suo modo di operare .

Il ministero dell'ambiente non inteso come alimentatore istituzionale della cultura green o della sostenbilità per i leghisti non è mai decollato. Per loro con Sergio Costa quello dell’ambiente è diventato solo un dicastero che blocca grandi e piccole opere con pretesti legislativi e cavilli burocratici e quindi un freno allo sviluppo. Post e interventi del generale dei carabinieri forestali sono stati selezionati per essere criticati . Pleonastico ribadire che si porrà molta enfasi nel sottolineare tutte quegli ostacoli che nella passata gestione del paese gialloverde , questo sempre secondo la Lega Nord, hanno indebolito lo sviluppo del paese. Molto accento verrà posto sul forte legame tra il Ministro e il dossier Campania. A discapito, secondo la vulgata leghista, di altre emergenze ambientali non meno importanti ma collocate in secondo piano dal generale. Come per esempio, dicono sempre i salviniani, quella lombarda dove si moltiplicano incendi di rifiuti da settimane , la DDA parla apertamente di eco mafie "ma il ministro qui non si è mai visto : va solo in Campania " ripetono ai giornali come un mantra dallo staff di Salvini.

Particolare attenzione, verrà riservata alle regioni in cui si andrà a votare come Emilia Romagna, Calabria (oggetto di gravissime crisi ambientali ) , Umbria; aree dove più o meno piccole o grandi ‘terre dei fuochi’ purtroppo albergano e avvelenano l'ambiente , ma l'attenzione del duo Costa-Di Maio latita. Nicola Morra, professore di filosofia , persona colta, con ottime relazioni nel mondo dell’antimafia, è considerato un secondo obiettivo della 'Bestia' . La sua posizione giudicata dagli ex alleati intransigente sulle grandi opere lo innalza a simulacro privilegiato di polemiche ed attacchi . Prese di posizione spesso molto forti come quella sulla Madonna della Montagna di Polsi a San Luca , descritta forse incautamente in Senato a reti unificate, come un simbolo della 'Ndrangheta, è stata amplificata strumentalmente dalla Lega ma anche da Forza Italia in Calabria per descrivere il politico cosentino come 'nemico del popolo calabrese '. Un esempio? la sola ipotesi che Morra potesse essere un candidato alla regione frutto di una ipotetica alleanza PD e grillini, ha dato la stura a centinaia di post violentemente denigratori. E la macchina digitale dei Cinque Stelle, in questo caso è sembrata accusare il colpo. Il tema della legalità si sovrappone quindi a quello del futuro politico della Regione tendendo conto che il terreno della sicurezza e del contrasto alla criminalità organizzata rimarrà un Leit Motiv della grancassa leghista. Ai cui occhi le gestione della commissione antimafia pare poco efficace : si punterà a darne una immagine della gestione di Morra dell'organo parlamentare come luogo di poltrone, di verbosi e autoreferenziali convegni, poco incisivo, inutile dal punto di vista operativo grazie alla supervisione di Morra. Dalla sua Morra ha una indubbia competenza, a volte forse espressa con eccessiva veemenza, e un centro destra ostile che non versa certo in condizioni ottimali. La Lega locale è stata commissariata , mentre FI e FDI si fanno continuamente la guerra. Ma in politica , come sappiamo bene, è il percepito a dettare le regole.

La guerra è aperta. Si affilano le armi anche contro il ministro della giustizia riconfermato Adriano Bonafede. Che concentra in sé gli ingredienti dell'odio leghista. Legato strettamente al Premier Conte, promotore di leggi che (anche in questo caso secondo la propaganda leghista ) bloccano mercato e grandi opere e sono poco garantiste verso imprenditori e chi 'produce' ricchezza e lavoro. E poco conta che Salvini e i suoi le abbiano votate, seppur malvolentieri, fino a qualche settimana fa. Ci si adopererà per enfatizzare la distanza fra la 'Weltanschauung' del sistema giudiziario del guardasigilli vincolato a uno schema grillino con una visione molto 'manichea' della legalità, se paragonata a una visione molto più elastica del Pd, soprattutto lato renziano. La convivenza fra renziani e Bonafede, prevedono i guru grillini, esploderà in tutte le sue contraddizioni, soprattutto se dovesse esplodere qualche nuova grana giudiziaria. Per non parlare dello scandalo del CSM /Luca Palamara (il magistrato che avrebbe pilotato con altri giudici e politici le nomine di importanti procure in tutta Italia) che tutti sembrano aver dimenticato, ma è in verità è solo sopito, e si giura - anche fra i bene informati delle questione di Palazzo Marescialli - che di qui a poco riesploderà in tutto il suo fragore.