Coronavirus, attivare uno stage retribuito è un'odissea: la testimonianza
Attivare uno stage retribuito oggi in Italia, in particolare a Roma, è un vero e proprio percorso ad
ostacoli. Una perdita di tempo quasi infinita che crea un doppio disagio: da una parte, disarmante
per lo scoramento che crea tra i ragazzi e dall'altra, sfiancante per il datore di lavoro che si trova ad
affrontare scartoffie a non finire senza poter contare all'occorrenza sulla risorsa individuata con la
diretta conseguenza di ritardare le opportunità per i giovani che si affacciano per la prima volta al
mondo del lavoro.
E' grave, a mio avviso, questo ritardo. Ne scrivo perché dopo aver sentito pochi giorni fa il Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la nomina dei nuovi Cavalieri del Lavoro, con ragione,
dichiarare: “La ripartenza è una strada nuova che dobbiamo percorrere con determinazione e con
speranza” mi sembra ancora più assurdo vedere disperdere le forze in questo modo. Sì perché la
speranza sarà pure l'ultima a morire, ma la pazienza e il tempo perso per le lungaggini
amministrative nessuno ce lo restituisce. Non stiamo parlando di assunzioni a tempo indeterminato
ma di un semplice tirocinio formativo retribuito. Il primissimo step, quindi, per l'inserimento nel
mondo del lavoro, un passo che dovrebbe essere agevolato il più possibile visto i problemi di
occupazione giovanile in Italia. E' possibile che la burocrazia ci rubi la nostra vita senza che ci si
meravigli più? Non si può accettare questa passività e non si può sprecare più il tempo dei nostri
giovani soprattutto perché siamo un popolo dove il ricambio generazionale si scontra con l'età media
della popolazione che fa di noi un Paese che penalizza le nuove generazioni.
E allora mi preme portare all'attenzione la testimonianza di un giovane che avrebbe potuto iniziare
il suo stage retribuito a settembre e che forse, invece, solo a dicembre, avrà questa possibilità.
“Inizialmente per attivare il mio stage - racconta il futuro stagista in questione - ho cercato le
informazioni su internet per capire cosa dovevo fare e ho trovato il numero del Centro per l'impiego
che ho chiamato per due giorni, forse fino a trenta volte ininterrottamente, senza alcuna risposta
perché mi dava sempre occupato e gli orari di questo ufficio erano delle 8.30 alle 12.
Poi, ho visto su internet che con la pandemia in corso, per evitare la fila, lo sportello di Roma del
centro per l'impiego di Cinecittà dava la possibilità di fare la richiesta on line. Il problema è stato che
mi richiedevano lo Spid, ossia le credenziali per accedere al sistema pubblico d'identità digitale, di
cui ero sprovvisto. Prenoto presso gli uffici di Poste italiane. Nonostante la prenotazione on line per
non fare fila alle Poste per attivare lo Spid, sul posto, alla fine, ho comunque fatto la fila perché c'era
troppa gente.
Nel momento in cui sono riuscito ad ottenere lo Spid, (mi è arrivata la conferma per email da Poste
Italiane dopo 24 ore) mi sono iscritto a Garanzia giovani il programma per l'inserimento lavorativo
dedicato ai giovani nel portale my Anpal, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, dove
mi richiedevano, appunto, lo Spid e ho fornito tutte le informazioni al mio datore di lavoro.
Dopo svariati giorni il consulente del lavoro del datore di lavoro mi ha chiesto altre informazioni che
ho compilato, stampato, scannerizzato e rinviato. Ho aspettato altri giorni mi sono arrivate altre
richieste che ho compilato, stampato, firmato, scannerizzato e rimandato. Mi sono iscritto al portale
my Anpal il 5 ottobre 2021 e ancora oggi non sono riuscito a concludere questa pratica.
Infine, in questi giorni mi hanno richiesto l'iscrizione al CPI, il centro per l'impiego, che non avevo,
mi hanno lasciato il numero di telefono a cui chiamare ed ho chiamato per due giorni senza risposta
perché anche lì mi dava sempre occupato e allora ho inviato una mail a cui mi è stato risposto con
una copia dell'iscrizione al CPI che ho stampato, firmato, scannerizzato e rimandato con i miei
documenti. Spero che si possa concludere questa faccenda nel miglior modo possibile” - mi dice -
per chiudere con un tono stressato ma speranzoso.
Purtroppo però non aveva considerato le complicazioni che anche il datore di lavoro deve affrontare
per attivare lo stage. Da una mail ricevuta dal consulente del lavoro arriva lo doccia fredda: “stiamo
a 21 documenti da redigere, stiamo lottando da settembre ancora non siamo riusciti a cominciare lo
stage.” Sembra incredibile. Ma eccoli qua, non è un'esagerazione. Elenco documenti
necessari: convenzione firmato dal legale rappresentante, progetto formativo firmato dal legale
rappresentante e dal tirocinante, scheda informativa aziendale firmato dal legale rappresentante,
scheda dichiarazione di responsabilità firmata del legale rappresentante, copia della polizza
responsabilità civile, con appendice nominativa del tirocinante, cv del tutor e del tirocinante in
formato pdf, scheda anagrafica professionale o did on line del tirocinante nelle modalità indicate,
copia del patto di servizio che il tirocinante ha stipulato con il cpi, copia documento legale
rappresentante, copia documento tirocinante, copia dell'apertura pat inail (posizione assicurativa
territoriale), copia della visura camerale, copia del Durc Documento Unico di Regolarità Contributiva,
allegato 2 sottoscritto dal legale rappresentante, modulo dichiarazione sostitutiva vincoli parentali
compilato e firmato da legale rappresentante e tirocinante, allegato 3 dichiarazione di adesione
tirocinante (sottoscritto e firmato dal tirocinante), dichiarazione sostitutiva atto di notorietà
(sottoscritto e firmato dal tirocinante), modulo dichiarazione sostitutiva conflitto interessi, atto notorio
da compilare e firmare.
Insomma, se per aiutare i giovani che escono dalle università e devono imparare e se per attivare
uno stage formativo a pagamento bisogna affrontare un'odissea del genere, non ci siamo.
Invece di fare un documento o due al massimo, considerato che non si riesce a parlare o ad avere
un contatto e non si può andare al centro dell'impiego per il covid, viene richiesta una valanga di
documentazioni e autenticazioni. Purtroppo, penso che la pandemia abbia peggiorato il sistema
intasando ulteriormente i tempi perché prima forse ci volevano due mesi ora raddoppiati a quattro
ma comunque non funziona questo formalismo con queste modalità. Dovrebbe essere una
procedura immediata visto che c'è tutto online. Cosa ci vuole? Perché non semplificare? Perché
non si può tagliare drasticamente tutta la burocrazia e aiutare i ragazzi a fare questi stage?
Basterebbero un paio di documenti con l'autocertificazione per semplificare le procedure e tagliare
i tempi.
In conclusione, voglio lanciare un appello al governo: questo ragazzo da settembre doveva fare uno
stage a pagamento che doveva, in seguito, iniziare il 1 novembre ma alla fine, forse, dovrebbe
slittare di un mese per la produzione di tutti i documenti, 21 totali. Così dal 1 novembre si va al 1
dicembre. Semplificare con il digitale non basta, sbrigatevi a eliminare la burocrazia e a non fare più
perdere tempo prezioso agli italiani. É urgente tagliare tutte le carte possibili, semplificare con
autocertificazioni e dare la possibilità ai giovani di iniziare subito a fare stage formativi e, proprio
perché sono giovani, hanno una grande voglia di imparare e di lavorare.