Cronache

Amirante: la differenza tra la solitudine negativa e _amica_

 


Roma, 2 lug. (askanews) - Riflessione di Chiara Amirante nel programma "I viaggi del cuore" su Canale5 dopo aver vissuto un viaggio in Calabria sui passi di san Francesco di Paola."Come abbiamo visto in questa puntata San Francesco da Paola visse la vocazione di eremita e, pur scegliendo di vivere in solitudine, è diventato una grande luce che continua a risplendere nel firmamento dell'eternità per illuminare la vita di molti - dice Amirante -. Dall'esperienza di San Francesco e degli eremiti possiamo imparare qualcosa? Che messaggio possiamo trarne per la nostra vita di ogni giorno? Credo che un primo importante insegnamento che gli eremiti e tutti coloro che hanno scelto di vivere una vita contemplativa ci regalano è che esiste una solitudine nemica e una amica. Oggi purtroppo molti soffrono una dolorosa solitudine anche se vivono immersi tra mille persone e magari hanno numerosi 'amici' sui social. Si tratta in molti casi di una solitudine che scaturisce per lo più dall'essere troppo ego centrati, ripiegati su se stessi, protesi a strumentalizzare gli altri pur di raggiungere i propri obiettivi. Questa modalità di relazionarsi porta a relazioni superficiali, effimere e deludenti. Avviene infatti che si arriva a ferirsi più e più volte reciprocamente nel sentirsi 'usati e gettati' e questo è talmente doloroso che il cuore per difendersi tende a chiudersi, a indurirsi. Magari si arriva anche a raggiungere il successo, la popolarità, ma lo stesso poi ci si sente soli, senza veri amici. Ci si difende costruendo una corazza sul cuore che dovrebbe essere uno scudo di protezione da nuove ferite ma di fatto diventa anche un impedimento nel riuscire a lasciarsi raggiungere dall'amore degli altri. Questa è una solitudine negativa che ci porta a stare male e a sentirci depressi. C'è poi invece una solitudine amica che ci insegnano appunto figure come San Francesco da Paola e altre persone che scelgono la solitudine come via per il raggiungimento di una profonda comunione con Dio. Paradossalmente anche se scelgono e danno un grande valore alla solitudine e al silenzio che ne scaturisce, si riscoprono poi in molti casi ad essere cercati da tante persone perché la loro vita risplende di quella pienezza di gioia, pace, luce che tutti vorremmo. C'è quindi una ricerca della solitudine che non è certo fine a sé stessa ma può essere una via per fermarsi ad ascoltare i bisogni più profondi del cuore, ritrovarsi, riflettere su ciò che davvero conta. Allora i momenti di solitudine, ricercati, custoditi, amati possono diventare proprio la via necessaria per quella piena comunione con Dio e con gli altri di cui il nostro core ha così tanto bisogno e per non sentirci più soli".






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