Culture

I corpi e la dignità del vulnerabile: Miriam Cahn da ICA Milano

 

Milano, 31 mar. (askanews) - C'è qualcosa di urgente e al tempo stesso difficile da definire, perché risuona nel nostro sguardo come un inquietante rumore di fondo, nei disegni nella pittura di Miriam Cahn, l'artista Svizzera a cui ICA Milano ha dedicato la mostra personale "Gezeichnet". Un rumore di fondo che è estremamente contemporaneo e ci parla del diritto alla rappresentazione anche degli ultimi, quei corpi che spesso sono stati esclusi dalla storia. A curare l'esposizione è Luigi Fassi. "Miriam Cahn - ha detto ad askanews - si rivela un'artista che non ha mai guardato alla contingenza specifica in maniera cronachista, ma si è concentrata sulla profondità della storia come dramma, Hegel diceva come 'mattatoio' nel quale si combatte una lotta per la vita nella quale non tutti hanno il diritto di essere compianti".I suoi lavori raccontano di corpi vulnerabili, vite perdute, per esempio in quel luogo tragico del presente che è diventato il Mediterraneo. Lo fanno, ovviamente, partendo in primis dall'arte, dalla sua forza e valenza a prescindere dall'intenzionalità politica. Ma poi, è inevitabile, la dimensione politica esce e assume rilevanza."Miriam Cahn - ha aggiunto il curatore - si confronta in maniera fisica sia nella modalità di produzione delle sue opere sia nel modo in cui queste vengono allestite. C'è una ricerca di conforto diretto con i volti più o meno evanescenti che popolano le sue opere, come per esempio nella serie Mare Nostrum che come un filo rosso parte da qui e sale ai piani superiori di ICA, nella quale compaiono questo corpi, soprattutto femminili soprattutto infantili, che creano nei nostri sguardi un incontro drammatico con qualcuno che arriva da un altrove e cerca il nostro di sguardo, quasi portando l'urgenza della propria vita al nostro confronto".In uno spazio artistico che spesso non conosce confini tra la dimensione umana e quella animale, i lavori di Cahn, che parteciperà alla prossima Biennale di Venezia, si muovono intorno al ragionamento sull'oppressione fisica che mette a rischio la condizione umana stessa, come possibilità. "C'è questa rappresentazione, anche nervosa, urgente e urticante della sessualità - ha concluso Luigi Fassi - vista come gerarchia di potere".Un potere che l'arte di Miriam Cahn riesce, almeno in una certa sfera, a ribaltare, restituendo la dignità ai suoi soggetti e, insieme a questo, ricordandoci la forza della pittura e la possibilità, come ha sottolineato anche il direttore artistico di ICA, Alberto Salvadori, di creare "immagini di estrema dignità e sopravvivenza" che hanno nel corpo "la dimensione finale e rivoluzionaria della vita".