Economia

Molinari (Tagliacarne): le medie imprese sono più reattive alle crisi

 


Modena, 25 giu. (askanews) - Le imprese di piccola e media dimensione sono "più reattive" nei momenti di crisi e riescono a "crescere" in maniera maggiore rispetto alla aziende più grandi. Ma per gli investimenti in ricerca e sviluppo "hanno più difficoltà" e "sono più penalizzate". E' quanto emerge nel Rapporto sulle medie imprese industriali italiane e nel Report "La competitività delle medie imprese tra percezione dei rischi e strategie di innovazione" realizzati da Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere presentati a Modena. Lo studio, come ha spiegato il presidente del Centro Studi Tagliacarne, Giuseppe Molinari, è un servizio che viene offerto alle istituzioni chiamate a governare i fenomeno socio-economici del futuro. "Le medie imprese - ha spiegato Molinari - sono molto resilienti. Il cluster di imprese su cui si concentra lo studio di Mediobanca sta avendo molta più capacità di reazione e di crescita delle imprese grandi, quindi si dimostra che tutto sommato 'piccolo è ancora bello' ma lo è perché le imprese sono a conduzione familiare, sanno reagire molto bene, investono e guardano ai mercati esteri. Sull'altro lato della medaglia c'è da notare che le imprese più piccole rispetto a quelle più grandi e strutturate hanno meno capacità di affrontare i costi fissi di inizio e che sono in coda alle attività produttive, costi di ricerca e sviluppo su cui queste aziende subiscono ritardo rispetto alle grandi aziende". Questo tipo di imprese "investono sulle nuove tecnologie, ma hanno una difficoltà maggiore - ha proseguito Molinari -. E anche la tassazione che colpisce le imprese piccole in percentuale è maggiore rispetto alle aziende grandi. Quindi anche su questo c'è un gap che penalizza le imprese di piccole dimensioni". A causa "dell'inverno demografico" si registra "un calo della popolazione, della manodopera e delle persone competenti" disponibili a lavorare in medie imprese. "Per questo motivo abbiamo bisogno di avere un flusso migratorio sano e coerente con le esigenze delle imprese. Su questo bisogna lavorare molto perché ci si gioca il futuro della nostra manifattura" ha concluso il presidente.