Economia

Patriarca (FI): la pace fiscale sostiene famiglie e imprese

 

Milano, 27 apr. (askanews) - La pace fiscale non ha nulla a che vedere con il condono: serve a fare chiarezza all'interno dell'Agenzia delle Entrate tra crediti esigibili, inesigibili e quelli addirittura tossici; serve alle famiglie e alle imprese rendendo sostenibili i loro debiti con il fisco; serve a fare emergere con chiarezza la differenza tra chi non può pagare perché in difficoltà e chi invece è un evasore totale.E' il pensiero espresso da Annarita Patriarca (Fi), segretario di presidenza della Camera dei Deputati, nel corso dell'incontro di lavoro alla sala stampa di Montecitorio sul tema "La Pace fiscale e la nuova riforma della Giustizia Tributaria" promosso dall'Associazione nazionale dei Dottori Commercialisti - ANDOC - con l'ausilio di Ciro Di Pietro chief restructuring officer."La pace fiscale, voglio chiarirlo, non è un condono camuffato - ha detto Patriarca - Ma è la necessità di mettere ordine in una materia complessa in un momento per il Paese particolarmente difficile. Permetterà di dividere chi si è trovato nella difficoltà di non poter pagare per elementi contingenti da chi è un evasore totale e va perseguito".Nel percorso rigenerativo innescato dalla pace fiscale, la politica - è stato sottolineato nel corso dell'incontro - deve garantire personale, risorse e mezzi ai nuovi giudici tributari per evitare che carenze strutturali vanifichino ogni sofrzo e impegno. Ma anche i commercialisti e i professionisti hanno un ruolo fondamentale affiancando imprese e famiglie nell'individuare le migliori opportunità nel rapporto con la Pubblica Amministrazione. "Il ruolo dei commercialisti sarà fondamentale nell'ambito della pace fiscale - ha detto il presidente dell'Andoc - I commercialisti guideranno l'impresa e le famiglie nel perseguire le migliori soluzioni possibili. Ricordiamo, per esempio, che sono state previste circa 12 misure a favore delle imprese, quindi un confronto col commercialista o il professionista è fondamentale al fine di poter scegliere quale misura debba essere messa in campo".Ai lavori ha partecipato tra gli altri Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione che si è soffermato sulla relazione tra pace fiscale e riforma del Contenzioso tributario evidenziando l'attesa riduzione nel numero delle pendenze. Tuttavia - ha sottolineato - restano delle criticità. "Alcune interpretazioni restrittive da parte dell'agenzia dell'entrate del Messa dovrebbero essere secondo me riviste - ha detto Baldi - Riviste in maniera incentivante per non frustrare la riforma".In particolare Baldi ha fatto riferimento ai meccanismi definiti "disincentivati" determinati dalle interpretazioni relative alle percentuali che il contribuente è chiamato a pagare in funzione dei diversi gradi di giudizio.






-->