Economia

Telco, Luiss Bs: urge nuova politica industriale per investimenti

 

Roma, 16 mar. (askanews) - In Italia c'è ancora tanto da fare perche il digitale dispieghi pienamente le sue potenzialità. Tra i nodi cruciali l'assetto normativo-regolatorio che va modernizzato e reso pienamente coerente con l'obiettivo politico di sostenere la trasformazione digitale. Occorre dunque ripristinare l incentivo ad investire in capo alle telco consentendo loro di operare in un contesto caratterizzato da redditività adeguata e certezza dei tempi. È stato questo uno dei temi conduttori al centro del dibattito organizzato dalla Luiss Business School, sviluppatosi intorno al report sostenuto da WindTre "Il settore Telco in Italia: assetto normativo e analisi di impatto". Il report ha evidenziato ad esempio come per la sola banda larga mobile per ogni miliardo di euro complessivamente investito, la produzione lorda totale cresca di 2,6 miliardi di euro, dimostrando quanto sia cruciale per lo sviluppo della nostra economia come evidenziato da Raffaele Oriani, Associate Dean for Faculty della Luiss Business School.Naturalmente parliamo di un settore che è strategico per l'Italia e in cui l'Italia è chiaramente indietro rispetto ad altri paesi da tutti i punti di vista. È quindi chiaro che ci vuole una politica industriale che favorisca gli investimenti in infrastrutture, la banda larga che elimini i rallentamenti di natura burocratica e che soprattutto incentivi le aziende a fare questi investimenti in modo efficiente ed efficace in tempi rapidi che è necessario per recuperare il gap rispetto agli altri paesi europei".Uno dei nodi su cui lo studio pone anche l'eccento è quello dei campi elettromagnetici sottolineado l'urgenza di uniformare la normativa vigente, molto restrittiva, a quella adottata prevalentemente in Europa. L'adozione di limiti elettromagnetici più severi di quelli raccomandati dalle istituzioni internazionali è infatti associata a una mancata crescita del Pil pro capite pari al 3,2 per cento come spiegato da Gianluca Corti, amministratore delegato designato di WindTre."Una cosa di cui abbiamo tutti bisogno è la semplificazione su cui il governo ha iniziato a lavorare ma su cui bisogna accelerare come abbiamo visto nel rapporto oggi per ottenere i permessi per mettere un'antenna ci vogliono più di 5 mesi sia in Sicilia che in Veneto. Questo per il sistema è un danno perchè il time to market è molto rallentato e perché ci sono oneri di gestione delle migliaia di richieste ma soprattutto la cosa che va fatta urgentemente è adeguare i limiti elettromagnetici alla media europea. Oggi i limiti italiani sono clamorosamente più bassi della media europea. parliamo di un decimo per il campo elettromagnetico e di in centesimo per la potenza elettromagnetica. Questo è un grave danno per le aziende che dovrebbero investito in mdo spropositato per coprire tutto il paese con il 5G e par altro non averebbero neanche tutti i permessi quindi se non vengono adeguati tutti i limiti elettromagnetici in alcune aree del paese non sarà possibile dispiegare il 5G".