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Afghanistan, sono ripresi voli militari per evacuazioni da Kabul

 

Kabul, 17 ago. (askanews) - Sono ripresi i voli militari per l'evacuazione di diplomatici e civili dall'Afghanistan, dopo la sospensione delle partenze dell'aeroporto di Kabul a causa del caos scoppiato con l'afflusso di migliaia di persone che volevano tentare la fuga dal paese di nuovo sotto il controllo talebano. "Il nostro obiettivo ora è di mantenere la sicurezza dell'aeroporto HKIA, per proseguire nelle operazione di salvataggio degli americani e dei cittadini afghani" ha detto il generale Hank Taylor specialista della Logistica del Pentagono.Sino a 30.000 afgani saranno potenzialemente ricollocati negli Usa secondo quanto riferito dal Pentagono. La pista e le zone asfaltate dell'aeroporto sono ora liberi dalla folla, ma nella prima giornata sotto il controllo talebano del paese si sono vissuti momenti drammatici.Centinaia di persone che corrono sotto un aereo statunitense e grappoli di afgani che cercano di salire a bordo di un altro aeromezzo. Almeno due persone che erano aggrappate a un aereo militare cargo americano Boeing C-17 sarebbero precipitate a terra da centinaia di metri d'altezza.Nelle strade attorno all'aeroporto sono ancora in tanti a cercare la via di fuga. "Tutte queste persone sono arrivate qui perchè vogliono entrare in aeroporto ma gli stranieri non lo permettono" spiega un abitante di Kabul."La situazione in città adesso è buona, ci sono degli assembramenti nei pressi dell'aeroporto, ho sentito che sono persone che vogliono andare all'estero. Io volevo partire per il Canada ma le condizioni all'aeroporto sono pessime e quindi sono tornata indietro" racconta questa giovane.Frenetica l'attività del personale diplomatico di numerosi paesi che nello scalo internazionale tentano di sbrigare le pratiche per visti richiesti magari da mesi; l'avanzata rapidissima dei talebani ha sconvolto tutti i programmi.Questo è il volto di un popolo spaesato e terrorizzato da quello che il futuro può portare, persone che nella loro vita non hanno visto altro che la guerra.