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Bruti Liberati: impero britannico, longevo perché flessibile

 

Milano, 7 apr. (askanews) - La storia può essere utile per leggere gli eventi del presente. Non che il fresco di stampa "Storia dell'impero Britannico 1785-1999" (Bompiani, 2022) parli degli orrori della guerra in Ucraina. Ma il suo autore, lo storico Luigi Bruti Liberati, individua due momenti degli oltre due secoli che racconta nel libro, preziosi per interpretare quest'epoca buia: la seconda guerra boera e la guerra per le isole Falkland. Entrambi bagni di sangue per un impero che "ben raramente è arrivato a scontri sanguinosi". Da leggere per riflettere sull'oggi.Il libro comincia con una citazione di William Shakespeare: "Il male che gli stati fanno vive dopo di loro. Il bene è spesso sepolto con le loro ossa". Ma cosa rende unico l'impero britannico? Bruti Liberati: "Essere riusciti a inglobare nel sistema anche i dominati, però con l'inevitabile risultato che poi avverrà per l'India dopo la Seconda guerra mondiale, anche se il nazionalismo è iniziato già a fine ottocento. Quindi una grande flessibilità".Che cosa resta dell impero britannico oggi? "Tecnicamente il Commonwealth. Però è, come dire, soltanto anche un po un immagine di questi paesi, perché in realtà sono tutti indipendenti. Moltissimi sono anche repubbliche e non riconoscono la regina d'Inghilterra come capo dello Stato. Però sicuramente il meccanismo della monarchia funziona ancora. Perché né l'Australia, né la Nuova Zelanda, né il Canada hanno pensato a diventare repubbliche, in sostanza".Dal successo di The Crown all interesse quotidiano per la monarchia inglese: è sempre più di moda paradossalmente la corona britannica. Come fa a dimostrare questa longevità? "La corona ha rappresentato un unione del Paese e d altra parte in momenti di crisi ha dimostrato, secondo le varie personalità, una notevole capacità di tenere unito il popolo britannico. E poi è anche un brand. Il brand corona funziona perfettamente. Tanto che anche le storie piuttosto squallide del principe Andrea hanno relativamente intaccato la regina Elisabetta".Intervista di Cristina GiulianoMontaggio di Carla BrandoliniImmagini Afp e askanews