Politica

"Ora il mondo ci aiuti, per costruire la fiducia fra noi e i palestinesi"

 


Roma, 25 ott. (askanews) - Suo cugino Evyatar ama la musica, dice Tamar, "suonava sempre con gli amici", poi è stato catturato durante l'attacco dei miliziani di Hamas al Nova Music Festival a Re'im. Tamar Eshet è in Italia insieme al fratello Hen, come parte di una serie di incontri organizzati dall'ambasciata di Israele per parlare alla stampa internazionale. Secondo quanto la famiglia ha potuto capire anche attraverso video postati dal gruppo islamista, Evyatar sarebbe ancora vivo."Evyatar ama davvero tanto la musica, suona la chitarra tutto il giorno, canta con i suoi amici e ha aspettato mesi per andare a questo festival. La famiglia l'aveva aiutato a fare i bagagli, aveva cenato in famiglia venerdì sera, poi è andato con i suoi amici al festival. Alle 6,30 hanno cominciato a sparare razzi contro Israele, ha contattato sua madre dicendo che tornava a casa, stava prendendo la sua roba e mettendola in macchina e la madre gli ha scritto che aveva sentito che c'erano terroristi e sperava che lui stesse bene ma lui non ha risposto più, e nemmeno i suoi amici".Abbiamo chiesto a Tamar se dopo tutto questo lei creda che una convivenza pacifica fra israeliani e palestinesi sia ancora possibile. "Credo che sia molto complicato in questo momento, dopo il massacro che c'è stato, con uccisioni di bambini, stupri e gente bruciata viva, credo che costruire la fiducia sia molto molto difficile. Per entrambe le parti, siamo già stati educati in un certo modo. Questo è il motivo per cui siamo venuti qui, nel resto del mondo, pensiamo che il mondo debba aiutarci a questo punto, perché la situazione fra noi ormai è diventata troppo brutta".