Coronavirus
Blocco sci, Luca Zaia furioso."Basta ristori, il governo deve pagare i danni"
Il governatore: "La misura è stata annunciata quattro ore prima delle possibili riaperture. Non ci sono parole per descrivere la rabbia"
Blocco sci, Luca Zaia furioso. "Basta ristori, il governo deve pagare i danni"
L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta, il numero dei contagiati aumenta e torna a preoccupare la situazione negli ospedali, specie nei reparti di terapia intensiva. Resta drammatico il numero dei morti. In questo quadro arriva l'ordinanza del governo, dopo aver sentito il parere del Cts. Niente riapertura degli impianti da sci, la decisione slitta al prossimo 5 marzo. La notizia ha mandato su tutte le furie il governatore del Veneto. "La decisione di tenere chiuso - spiega Luca Zaia al Corriere della Sera - è arrivata quattro ore prima delle possibili riaperture. Le località attrezzate per lo sci in notturna avrebbero potuto aprire gli impianti a mezzanotte e un minuto. Se poco prima non fosse arrivata l’ordinanza del ministro. Dietro alla montagna invernale ci sono sì gli impianti di risalita, i grossi operatori. Ma c’è anche una nuvola densa di piccole attività, dalla ristorazione ai maestri di sci, che non è codificata ma è imponente. Ci sono gli stagionali... Il danno è colossale".
"Perché - prosegue Zaia al Corriere - in questo caso, nella prospettiva di riaprire a breve, gli operatori avevano già battuto le piste e messo le indicazioni, bar, ristoranti e rifugi avevano fatto magazzino, gli stagionali si erano diretti in montagna. A tutte queste persone dici di no il giorno prima? Dopo investimenti particolarmente gravosi, dopo una stagione come quella che è stata? Non ci sono parole per descrivere la rabbia, motivata, dei nostri operatori. E' una decina di giorni che assistiamo a un crescendo di dichiarazioni da parte di tecnici e scienziati sull’apertura o meno degli impianti. Un maggior anticipo ci poteva stare. Io avevo fatto l’ordinanza proprio per tener fuori il Carnevale, ma il punto è un altro: mi rifiuto di pensare che occorrano i dati del venerdì per decidere che bisogna tenere chiuso il lunedì".