Coronavirus
Coronavirus, infermieri italiani: l'odissea continua. I nuovi dati Inail
Covid, Nursing Up, De Palma: "I nuovi dati INAIL sui contagi da Covid-19 ci raccontano che l’odissea per gli infermieri italiani non è ancora finita"
Covid contagi, Nursing Up: "L’Odissea non è ancora finita per gli Infermieri"
Il Presidente Antonio De Palma commenta i nuovi dati INAIL in merito ai contagi da Covid-19 degli infermieri sul lavoro- "I nuovi dati INAIL in merito ai contagi sul lavoro da Covid-19, aggiornati alla fine dello scorso febbraio, dimostrano in modo palese, per chi non lo avesse ancora compreso, che siamo ancora in emergenza. E che soprattutto gli infermieri italiani continuano a essere i più esposti al rischio, come infezioni e come mortalità, anche se, senza alcun dubbio, incrociando i dati con quelli dell’Istituto Superiore della Sanità ci arriva la conferma che ci attendevamo, ovvero che siamo di fronte a una progressiva seppur lenta riduzione dell’incidenza dei casi", ha spiegato Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta l’ultima indagine INAIL, incrociando, comparando e approfondendo la correlazione tra i dati, come fa sempre il sindacato, con quelli dell’ISS degli ultimi 30 giorni.
"L’INAIL ci dice che nel comparto sanità, l’82% di coloro che si ammalano di Covid sono infermieri". E che a livello di mortalità negli ultimi 90 giorni, i decessi di professionisti della sanità appartenenti alla nostra categoria hanno rappresentato il 68,4%. Incrociando i dati con quelli dell’Istituto Superiore della Sanità, possiamo verificare che circa 4500 operatori sanitari si sono infettati negli ultimi 30 giorni. Se quindi l’82% sono infermieri, come dice l’INAIL, siamo di fronte a circa 3500 colleghi che si sono ammalati nell’ultimo mese, una media di 118 infermieri al giorno.
Attenzione però a pensare che sia tutto oro quello che luccica: perché sempre l’INAIL riconosce che nell’ultimo trimestre, in quella che viene definita la terza fase della pandemia, si è tornati, per le professioni sanitarie, a un incremento del 39,5%., rispetto al 23,5% del periodo giugno-settembre. Vuol dire chiaramente che siamo di fronte, secondo l’INAIL, a un nuovo seppur lieve peggioramento. Niente allarmismi, ovvio, ma guai ripetiamo ad abbassare la guardia. E mai come in questo momento la speranza è che l’efficacia del nuovo piano vaccini del Commissario Straordinario Figliuolo, con il coinvolgimento, finalmente, degli infermieri dipendenti da mesi richiesto ad alta voce e accolto dal Ministro Speranza nel recente Dl Sostegni, rappresentino quella svolta che tutti ci auguriamo possa arrivare, ovvero la fine dell’incubo, per infermieri e pazienti».