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Coronavirus
Covid vaccinati e varianti: hanno gli anticorpi alti ma si infettano lo stesso

La prima paziente è “una donna sana di 51 anni senza fattori di rischio per Covid-19 grave che ha ricevuto la prima dose di vaccino mRNA-1273 il 21 gennaio 2021 e la seconda dose il 19 febbraio. Dieci ore dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino, si sono sviluppati dolori muscolari simili a quelli influenzali. Questi sintomi si sono risolti il giorno successivo”.

Fino a qui siamo nella normalità. Ma “il 10 marzo (19 giorni dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino), si sono sviluppati mal di gola, congestione e mal di testa”. La donna “è risultata positiva per Sars-CoV-2 RNA alla Rockefeller University più tardi quel giorno. L'11 marzo ha perso il senso dell'olfatto. I suoi sintomi si sono gradualmente risolti in un periodo di una settimana”.

La seconda paziente è anch’essa “una donna sana, di 65 anni senza fattori di rischio per Covid-19 grave che ha ricevuto la prima dose di vaccino BNT162b2 il 19 gennaio e la seconda dose il 9 febbraio. Il dolore che si è sviluppato nel braccio inoculato è durato 2 giorni”. Dopo meno di un mese, “il 3 marzo, il suo partner non vaccinato è risultato positivo per Sars-CoV-2”. “Il 16 marzo, affaticamento, congestione sinusale e mal di testa si sono sviluppati nella paziente. Il 17 marzo si è sentita peggio ed è risultata positiva per Sars-CoV-2 RNA”, cioè 36 giorni dopo aver completato la vaccinazione. I suoi sintomi si sono stabilizzati e hanno iniziato a risolversi il 20 marzo.

“Queste osservazioni non minano in alcun modo l'importanza degli sforzi urgenti compiuti a livello federale e statale per vaccinare la popolazione statunitense”. Ma bisogna tenere presente che ci si può infettare con le varianti. In questo caso hanno aggirato gli anticorpi

Per questo, scrivono gli studiosi, ci vorrebbe un pan-vaccino che protegga da tutte le varianti.

Una situazione non semplice e facile da risolvere. Occorre per questo investire nel cercare di capire come si evolvano questi tipi di malattie anche negli asintomatici. Di fatto le immunizzazioni si stanno comunque dimostrando meno potenti contro la variante, soprattutto quella sudafricana ma ce ne sono diverse ancora non catalogate che funzionano di par grado.

Lo studio intende fornire “sostegno agli sforzi per promuovere un nuovo richiamo del vaccino (oltre a un vaccino pan-coronavirus). In questo senso gli studiosi segnalano che “nel gennaio 2021, Moderna ha annunciato gli sforzi clinici per indirizzare una nuova variante di Sars-CoV-2 che è stata identificata per la prima volta in Sud Africa e include tre mutazioni (E484K, N501Y e K417N) nel dominio di legame del recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2”.

Gli studiosi sottolineano l’importanza di trovare strumenti validi per la mitigazione del virus, incluso test seriali su persone asintomatiche e un sequenziamento rapido della Sars-CoV-2 ottenuto soprattutto da una varietà di persone ad alto rischio che sono quelle principalmente da proteggere.

 

 

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