Coronavirus

Vaccini, i casi Scanzi e Morra sono vicende da furboni dell'Italietta

L’opinione di Pietro Mancini

Materiale per film alla Alberto Sordi da contrapporre ai sacrifici sostenuti in silenzio e con dignità da tanti italiani, in primis medici, infermieri e malati

A Cosenza, è avvenuto di peggio rispetto alla vicenda-Scanzi, vaccinato, come presunto “riservista”, ad Arezzo, dopo aver negato la gravità del COVID, e in attesa di un grazie della Patria. Don Nicola Morra-che Grillo ha sistemato sulla poltrona di Presidente dell’Antimafia- si è presentato all’ASP e ha chiesto, con toni minacciosi, chi fosse il responsabile. Era accompagnato da due agenti della scorta, che lo seguono anche quando passeggia in città...

Subito dopo, il senatore M5S ha iniziato ad inveire contro il medico, che lavora dall’alba sino a notte fonda, attribuendogli la colpa del fatto che i due anziani genitori della compagna non fossero stati ancora, a differenza di Scanzi, vaccinati. Inevitabili le dimissioni che, tuttavia, Morra (querelato, ieri, dal dottore) non rassegnò, dopo le polemiche provocate dalle offese postume alla Governatrice della Calabria, Jole Santelli. 

Vicende da furboni dell’Italietta, alla Alberto Sordi (“Io sò er mejo, voi nun siete un c.”), che bravi registi, come Risi e Monicelli, avrebbero portato, con ironia, sul grande schermo, contrapponendole ai sacrifici sostenuti, in silenzio e con dignità, in questi mesi drammatici, da tanti italiani, in primis i medici, gli infermieri e anche da molte persone colpite dal virus.