Coronavirus

J&J, timori in Italia. Burioni: "Simile ad AstraZeneca, serve sorveglianza"

Come per AstraZeneca si addensano le ombre dei possibili (ancorché rarissimi) effetti collaterali gravi

Vaccino J&J sbarca in Italia. Si addensano le prime ombre sugli effetti collaterali

Il vaccino Johnson & Johnson, è l'unico vaccino monodose disponibile, può essere conservato in frigorifero e può essere somministrato a tutte le persone con un'età superiore ai 18 anni. Sbarca oggi in Italia, per ora con un primo carico da 184 mila dosi, ed è il quarto vaccino approvato dall'Ema dopo Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Un siero molto atteso per la facilità di conservazione e, appunto, per il fatto che è necessaria una sola dose. Su cui già però, come in precedenza per AstraZeneca, si addensano le ombre dei possibili (ancorché rarissimi) effetti collaterali gravi. Se durante i test clinici le reazioni avverse erano state al di sotto dell'atteso, l'Ema ha da poco iniziato controlli aggiuntivi in Europa per indagare meglio sulla sicurezza del prodotto a seguito della segnalazione di 4 eventi tromboembolici. Intanto, notizia di oggi, gli Usa sospenderanno in via precauzionale la somministrazione del siero, dopo aver registrato sei casi (su quasi 7 milioni di vaccinati) in cui i pazienti hanno sviluppato rari disturbi con trombi nel giro di due settimane dall'inoculazione: si tratta in tutti i casi di donne tra i 18 e i 48 anni. Una di loro e' morta e una seconda e' ricoverata in condizioni critiche.

Il vaccino J&J utilizza una tecnologia diversa da quella dei vaccini a Rna prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna. Si tratta infatti di un vaccino a vettore virale, proprio come AstraZeneca: un frammento di Dna corrispondente alla proteina Spike, la chiave con cui il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule, viene inserito in un virus innocuo per l'uomo e opportunamente modificato. Il virus infetta le cellule umane e il DNA viene cosi' letto e tradotto in proteina. Quest'ultima è l'antigene contro cui poi monta la risposta immunitaria. Dai trial clinici condotti, che hanno coinvolto all'incirca 44mila persone, l'efficacia del vaccino Johnson & Johnson e' risultata pari a circa il 66 per cento. Ma contro la variante sudafricana la percentuale di efficacia scende, intorno al 57 per cento. Tuttavia, si stima che il vaccino possa prevenire le forme gravi di Covid fino al 77 per cento dopo 14 giorni dalla somministrazione e almeno all'85 per cento dopo 28 giorni.