Costume

Alberto Contri: “Su Ballando con le Stelle e Ddl Zan falsità dalla lobby Lgbt”

Intervista ad Alberto Contri, past president della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di Comunicazione Sociale

Il suo nome è balzato all’onore delle cronache dopo una audizione alla Commissione Giustizia del Senato sul ddl Zan: “Guardate a che livello sono scese le audizioni in Senato” hanno strillato all’unisono il senatore Zan e i siti gay. Cui si sono aggiunte altre testate e l’immancabile Dagospia. Stiamo parlando del prof. Alberto Contri, past president della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di Comunicazione Sociale.

Prof. Contri, che cosa avrebbe combinato per meritarsi così tanti sfottò?

Nulla di particolare, se fossimo in una società di gente per bene, rispettosa delle idee altrui e capace di dialogare in forma civile. Invece sono state estrapolate quattro parole da un testo di diecimila battute, riferite inoltre ad un fatto vecchio di due anni fa, che ho raccontato per dimostrare che semmai oggi ci sarebbe bisogno di una legge contro l’eterofobìa, per le pressioni fatte affinché lasciassi dopo vent’anni di lavoro gratuito la presidenza della Fondazione Pubblicità Progresso.

Ne ha parlato in audizione alla Commissione?

Ne ho fatto un breve accenno alla fine del mio intervento, raccontando che nel 2018 per tre mesi sono stato sottoposto a una micidiale persecuzione in forma di continui troll, diffamazioni, mail bombing all’università dove insegno, per aver sostenuto che i bambini nascono solo da una coppia eterosessuale e che per crescere equilibrati hanno bisogno della figura paterna e di quella materna. Il clamore si creò allora (e anche oggi) perché poi sul network professionale Linkedin, stanco di tanti vergognosi e immotivati attacchi, avevo dimostrato per tabulas che nella giuria di Ballando con le Stelle (che avrebbe dovuto rappresentare la stratificazione psicosociale della popolazione) c’era una eccessiva percentuale di omosessuali (40%) rispetto alla loro effettiva presenza nella società che è 5% (dato per eccesso).