Costume
Basilicata: viaggio oltre il fascino imperdibile di Matera
Dalle alture selvagge del Pollino alle distese di sabbia bionda del metapontino sul Mar Ionio
Quando al tramonto le luci si accendono su Matera, lo scenario è davvero sorprendente. Presepe? Visione dantesca? Favola delle Mille e una notte? La stratificazione della Città dei Sassi rivela un groviglio di case-grotta che sembrano occhi spalancati nel buio, sfarzosi palazzi barocchi, incredibili chiese rupestri, gradinate e vicoletti, chiese e campanili, loggiati, orti e terrazze, facciate ricurve, degradanti dall’altezza della Civita in alto fino al fondo buio della Gravina.
E, anche se abbiamo già visto mille volte le foto della città, lo spettacolo lascia ancora senza fiato. Perché Matera, città unica nel panorama mondiale, patrimonio Unesco dal 1993, Capitale della Cultura europea nel 2019, ha conservato da secoli la sua particolare urbanistica. Uno sperone roccioso circondato dalla Gravina a semicerchio che forma le pareti scoscese del Sasso Barisano più costruito e del Sasso Caveoso che è invece più scavato e rupestre. Qui, nelle grotte naturali o scavate nel tufo friabile, nei secoli si è sviluppato un insediamento che le utilizzava come ricovero, casa e stalla.
Spettacolo pittoresco e impressionante, già descritto da intellettuali, soprattutto Carlo Levi, che qui visse un anno al confino: “un groviglio di coni rovesciati, strade che sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto”.
Una città che ha conosciuto la vicenda davvero particolare di costituire uno “scandalo nazionale” secondo le parole di De Gasperi, di essere evacuata nel ‘52, generando tra l’altro quartieri modello progettati da grandi architetti, semi abbandonata, fino alle leggi del 1986 sul restauro conservativo dei siti storici, quindi riscoperta con il ritorno di abitanti e di attività imprenditoriali, e la valorizzazione con l’inserimento nel Patrimonio Mondiale Unesco nel 1993.
E uno dei paradossi di Matera è che, di fronte alle stereotipo di Città dei Sassi, di case-grotta poverissime, è stata in passato una città ricca, soprattutto tra il Cinquecento e il Seicento, con una vivace borghesia mercantile.
Una città in cui, tuttavia, alla fine dell’Ottocento, la forbice sociale si ampliò per il sovraffollamento demografico, le fasce sociali più ricche si spostarono nella parte alta della Civita e nei Sassi rimasero in condizioni igieniche davvero inaccettabili gli abitanti più poveri.
Oggi questa struttura urbanistica così spettacolare invita a lente passeggiate in cui ci si perde tra le gradinate, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo.
Così si scoprono scorci improvvisi: la Fontana dell’Amore, un piccolo gruppo scultoreo dedicato all’importanza della raccolta delle acque piovane, lunghe poesie scritte nei gradini delle scalinate, il Duomo maestoso in cima alla Civita, in splendido stile romanico che all’interno sorprende per il contrasto con l’oro e i marmi intarsiati, San Francesco in stile barocco leccese, Palazzo Lanfranchi sede del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, San Giovanni Battista romanico con i famosi capitelli antropomorfi.
Piazza Vittorio Veneto si estende sopra il vecchio piano cittadino ora riaperto e restaurato, una vera e propria città sotterranea dove si visita l’incredibile Palombaro Nuovo, una enorme cisterna scavata dal 16º secolo per conservare le acque sorgive, che poteva arrivare a contenere fino a 5.000.000 di litri.
E poi le chiese rupestri: Santa Lucia alle Malve, che ricorda ancora una Murgia ascetica e poi benedettina di piccole comunità, oppure la chiesa Madonna de Idris, che ingloba la cripta di San Giovanni in Monterrone. Con affreschi di gusto orientale in colori intensi o velati, che guardano stupiti il visitatore, in una iconografia antica di gesti simbolici. www.oltrelartematera.it
Da visitare la Casa grotta di Vico solitario nel Sasso Caveoso per comprendere l’ambiente reale in cui si viveva fino al ’52: un ambiente unico con piccole nicchie dedicate alla cucina, al ripostiglio, alla stalla per l’asino, la cisterna per raccogliere l’acqua piovana, la cassa del corredo e quella del pane, gli utensili del mondo contadino e pastorale. www.casagrotta.it
Di fronte a Matera il paesaggio biblico della Murgia, brullo e assolato, davvero perfetto come set cinematografico per esprimere la spiritualità e la “Passione di Cristo” di Mel Gibson nel 2004 e “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini del 1964.
Mentre il dedalo verticale di case, vicoli e chiese della città è stato l’ambientazione dell’ultimo film “007 No Time To Die”, in uscita per la primavera 2021.
Fuori Matera la Basilicata riserva altre mete sorprendenti.
A Satriano i 150 murales sono un vero museo a cielo aperto su vari temi, dagli antichi mestieri alle credenze magiche, in particolare dell’uomo “rumita” o “uomo albero”, una figura completamente ricoperta di edera, protagonista del Carnevale.
Brienza, patria del giurista Mario Pagano, è la porta del Parco dell’Appennino Lucano con la Via degli archi che si snoda sotto il castello Caracciolo, Sasso di Castalda, uno dei geositi più importanti d’Italia, ospita il Ponte alla Luna, omaggio a Rocco Petrone, il direttore di lancio dell’Apollo 11, una passeggiata acrobatica a più di 100 metri di altezza, sospesi tra cielo e terra. www.pontetibetanosassodicastalda.com
Mentre Sant’Angelo le Fratte con la sua festa delle Cantine, antiche costruzioni ricavate direttamente tra gli ammassi rocciosi, è celebre in tutta la regione.
Paradiso degli escursionisti tutto il parco dell’Appennino Lucano e soprattutto il Parco Nazionale del Pollino. ricchissimo di biodiversità con centinaia di piante officinali e orchidee selvatiche, Geoparco Unesco: tante le possibilità di trekking, equitazione, biking, rafting
Ma, e la cosa può sorprendere, la Basilicata, terra montuosa, verdissima e in parte selvaggia, ha anche una bella costa che si affaccia sull’acqua cristallina Bandiera Blu del mare Ionio, tra Metaponto e Novasiri. Luogo di scontro e incontro tra civiltà antiche, fondatrici della cultura mediterranea.
Una terra che, anche nei nomi geografici, echeggia la cultura straordinaria e raffinata della Magna Grecia, a cominciare dal grande Pitagora che morì qui nel 495 a.C.
Nel metapontino interessanti anche le radici arabe che si scoprono a Tursi, nel cuore dei calanchi lucani, nel famoso quartiere fortificato della Rabatana fondato dai Saraceni nel X secolo. Quartiere ora semiabbandonato, a parte l’iniziativa davvero meritevole del Palazzo dei Poeti, relais e ristorante di eccellente ristorazione tradizionale, che ha recuperato palazzi patrizi e case dei contadini.
Suggerimenti gastronomici
In una economia povera come quella lucana fondamentale importanza ha sempre avuto il primo piatto che di solito è costituito da fusilli, lagane, strascinati e orecchiette, conditi con sugo di pomodoro, sugo di carne di maiale o di cinghiale, oppure con i famosi peperoni bruschi tipicamente lucani e il cacio ricotta. Mentre lagane e ceci sono una minestra o zuppa cucinata secondo una ricetta tradizionale e antichissima che si può far risalire addirittura a Orazio.
Dove sostare:
La Cantina a Sant’Angelo le Fratte, perfetto per riunioni conviviali con cucina tipica locale anche di pesce.
La Voce del fiume, una dimora storica di charme arredata e ristrutturata con grande gusto ed eleganza, sospesa sulla roccia e affacciata sul fiume a Brienza (www.lavocedelfiume.it).
L’Abbondanza nel Sasso Caveoso di Matera: raffinati menu gourmet, che rivisitano la tradizione.
Palazzo Viceconte, un antico palazzo nobiliare a un passo dalla Cattedrale, sul panorama spettacolare dei Sassi (www.palazzoviceconte.it).
Villaggio Giardini D'Oriente a Nova Siri Marina: vastissimo, circondato da un giardino mediterraneo, a 400 metri dalla spiaggia privata, dotato di piscina esterna.