Bruxelles, lo psichiatra: come reagire all'ansia e al senso di impotenza
"Proviamo un sentimento di impotenza davanti a questa prepotenza distruttiva. Perché è tipico di ogni cultura insegnare ai propri figli la gestione del conflitto nella vita. Ci sono regole del gioco che impariamo fin da bambini e che ci guidano per sempre. Ma questo è un altro gioco. Un altro mondo che non siamo abituati ad abitare". Così Angelo Oliva, psichiatra e psicoterapeuta della Casa di Cura "Le Betulle" ad Appiano Gentile (Como), commenta con Affaritaliani.it le reazioni e le sensazioni che si possono scatenare nella mente dei cittadini di fronte agli ultimi attacchi terroristici avvenuti oggi a Bruxelles.
"Un ulteriore scoramento nasce dal vedere che la distruttività arriva da ragazzi che sono cresciuti all'interno della nostra società e che ora esternano il loro enorme, inespresso disagio facendosi esplodere". Una drammatica protesta in cui nessuno è vincente: "Questi giovani si autodistruggono la vita e noi cittadini europei viviamo nel pericolo". Gli jihadisti esultano, però... "Ma nemmeno per loro c'è un futuro in vista a causa di questa distruttività".
Ecco allora un paragone con la storia: "I romani hanno conquistato il mondo, ma portavano cultura, know how sociale, regole. Quando hanno esaurito questa spinta, non a caso, il loro impero è finito. Penso anche agli attentati delle Brigate Rosse: erano sì distruttivi, ma si trattava di ragazzi cresciuti in un ambiente storico e culturale ricchissimo". Gli jihadisti non vanno nemmeno paragonati ai kamikaze: "La loro è una protesta disperata di cui non vedranno i frutti e che non ha speranza. Lì c'era una guerra in corso tra due potenze. Qua il Califfato dov'è? E' solo un insieme di gruppi che si scannano tra loro, non si vede una cultura e una società solida". Anzi, "facendosi esplodere i jihadisti danneggiano la cultura di cui fanno parte, perché la mostrano al mondo come una cultura terrificante, violenta, prepotente, innescando un'inevitabile rezione razzistica nei nostri animi". La vera potenza è l'idea strategica: "Gandhi ne aveva una potentissima, che ha pagato con la vita".
Come affrontare le ansie che nascono da questi attentati? "Nel quotidiano dobbiamo accettare questo dolore e continuare con la nostra vita. Non facciamoci togliere libertà, autonomia e fiducia".
E a livello più generale? "Possiamo trarne una lezione dolorosissima e paradossale per tutti noi. Dobbiamo reagire pensando all'Europa. Un invito doloroso ma strepitoso all'Ue, perché diventi davvero Europa, e a noi ,perché ci sentiamo cittadini europei. Diamo dignità e rappresentabilità all'Europa. Ripensiamo a questo importante patrimonio culturale e ristabiliamo le nostre regole del gioco".