Costume

Centralità della persona e più tempo libero, ecco la nuova tendenza del lavoro

Eduardo Cagnazzi

Il vecchio ufficio è sorpassato, sono sempre più le aziende che creano nuovi spazi lavorativi con servizi per i dipendenti. I casi Servier e Mare Engineering

Flessibilità, ma non solo. Anche nuove conoscenze, salute fisica e mentale per ottenere le migliori performances. In Italia il lavoro si trasforma, trainato dalle nuove abitudini della Generazione Z e dalla consapevolezza da parte delle aziende che una maggiore attenzione ai dipendenti e al loro benessere sia sinonimo di maggiore produttività. Secondo il Global Workspace Survey di IWG sono cinque le tendenze destinate ad accelerare questa trasformazione nel corso del 2020. Se il tema della flessibilità resta centrale e cambia sia tempi che luoghi di lavoro (lo smart working è in crescita, così come il ricorso agli “uffici flessibili” e se l’avvento del 5G imprime velocità ai ritmi produttivi, che si modellano sulle esigenze della nuova generazione protagonista del mercato del lavoro, quella Z, il principale tema per le aziende diventa il benessere dei dipendenti. In particolare, il contrasto al fenomeno del burnout, che impatta negativamente sia sulla salute fisica che su quella mentale. Un recente studio di Levell ha rivelato che il 60% dei lavoratori sperimenta un calo delle prestazioni causato da stress cronico sul posto di lavoro, mentre una ricerca di Kronos mostra che il 95% dei responsabili delle risorse umane pensa che lo stress equivalga a “sabotare la fidelizzazione della forza lavoro”.

Anche molte aziende che operano in Italia stanno affrontando le nuove sfide poste dal mercato del lavoro e stanno modellando le proprie attività sempre più sulle esigenze dei dipendenti. Il Gruppo Servier in Italia, ad esempio, ha aperto il 2020 con due importanti riconoscimenti per l’impegno dedicato all’inclusione e alla crescita dei collaboratori. Per il terzo anno consecutivo è tra le aziende attive sul territorio nazionale certificate dal Top Employers Institute, l’ente certificatore a livello globale dell’eccellenza delle pratiche HR. Il Gruppo si è distinto per l’impegno a fornire le migliori condizioni di lavoro ai propri dipendenti e per l’attuazione di best practice che puntano sulla centralità della persona. Per la prima volta, inoltre, il Gruppo Servier in Italia ha ottenuto anche la certificazione Great Place to Work. A sostegno di questo riconoscimento la capacità del Gruppo di prestare attenzione al benessere delle persone, di attrarre talenti in fase di recruiting, sviluppare l'employer branding e accrescere le proprie performance grazie alla valorizzazione e al coinvolgimento delle risorse umane. Con oltre 400 dipendenti, il Gruppo Servier è presente sul territorio italiano con due filiali commerciali, Servier Italia e Istituto Farmaco Biologico Stroder, e l’Istituto di Ricerca Servier (IRS), fondato a Roma nel 1982, realtà consolidata con un impegno costante per lo studio di nuove molecole in tutte le fasi di sviluppo clinico. “Siamo molto orgogliosi di questi importanti riconoscimenti, che fanno del Gruppo Servier in Italia uno dei migliori contesti lavorativi a livello nazionale -commenta Elisa Napolitano, direttore HR&Training Servier Italia- e sono prova e testimonianza dell’impegno profuso quotidianamente per le nostre persone, un team unico, appassionato e altamente qualificato”. Le tre società del Gruppo applicano metodologie innovative per la crescita professionale e personale delle risorse umane, con un programma dedicato alla strategia dei talenti e alla talent acquisition. Inoltre, un’attenzione sempre maggiore è dedicata ai processi di apprendimento e sviluppo costruiti allo scopo di favorire una crescita continua dove i dipendenti sono attivamente partecipi. In questo contesto si inseriscono i progetti di trasformazione digitale che mirano a creare insieme a loro soluzioni innovative in linea con le strategie aziendali. 

Dallo smart working alla formazione 4.0, il potenziamento e la specializzazione delle competenze incontrano la consapevolezza che il bilanciamento tra vita lavorativa e familiare rappresenti un valore aggiunto per la produttività. Il Gruppo Mare Engineering, ad esempio, attivo in ambito consulenza e servizi di ingegneria per le aziende, ha avviato percorsi di smart working già da più di cinque anni per i responsabili di area. La possibilità di fare ricorso al lavoro agile interessa oltre il 35% delle figure professionali in linea con l’opportunità di gestire in modo flessibile la propria attività anche da remoto. Il Gruppo conta oltre 190 dipendenti, più di 18 milioni di fatturato e 19 sedi in sei Paesi: l’Italia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, il Brasile, la Turchia e la Cina. Non solo smart working, però. Tra le priorità della realtà imprenditoriale c’è la formazione. Un elemento capace di fare la differenza. Le risorse inserite in organico, infatti, seguono percorsi formativi ad hoc. Con la recente acquisizione di SpinVector, poi, pmi innovativa specializzata in realtà virtuale e aumentata, la formazione assume sempre più i contorni di un percorso 4.0.

“Negli ultimi anni -commenta Antonio Maria Zinno, presidente di Mare Engineering– le aziende del nostro gruppo hanno registrato tassi di crescita importanti. a determinare questa performance è la capacità e la proattività delle nostre risorse umane, il più grande valore aggiunto a disposizione di una realtà imprenditoriale. Strumenti come lo smart working o percorsi di formazione innovativi, chiamati a rappresentare uno stimolo costante per la crescita e la consapevolezza delle proprie capacità, sono determinati per ottenere un clima aziendale, più sereno e produttivo”.