Costume
Etiopia, il boom della moda costa salari da 36$ al mese, i più bassi al mondo
In Etiopia le persone impiegate nel settore ricevono una paga media di 36 dollari al mese, la più bassa al mondo
Stando a un report del New York University Stern Center for Business and Human Rights, riportato da The Fashion Law, in Etiopia (che sta vivendo un exploit nella produzione per conto dell’industria della moda) le persone impiegate nel settore ricevono una paga media di 36 dollari al mese, la più bassa al mondo.
Giovani donne, spiegano gli autori della ricerca, Paul M. Barrett e Dr. Dorothee Baunmann-Pauly, sono tra le principali lavoratrici nel paese africano nell'industria fashion. La tabella della ricerca parla invece di un salario mensile medio di 326 dollari in Cina, di 309 in Thailandia, 180 in Vietnam e 95 in Bangladesh.
L'Etiopia è diventata la cornice manifatturiera ideale in questi anni complice l’aumento del costo del lavoro in altri Paesi, prima di tutto la Cina; lo spostamento della produzione verso regioni più convenienti (come Myanmar, Bangladesh e Vietnam).
L’export etiope di indumenti, ad oggi, si aggira attorno alla cifra annuale di 145 milioni di dollarie e tende a crescere grazie alla domanda di prodotti a basso costo, trainata principalmente dai retailer del fast fashion. Il Governo etiope starebbe puntando a far arrivare il valore di questo comparto a 30 miliardi di dollari.
Tra i più noti marchi che si appoggiano agli hub produttivi in zona ci sono H&M, Levi’s, Calvin Klein e Guess. Di recente, anche l’italiana Calzedonia ha inaugurato la sua prima fabbrica sul territorio.