Gargano, cuore verde della Puglia
Un viaggio nel tempo, nell’arte, nella cultura e nella spiritualità
di Silva Valier
Un paesaggio come quello del Gargano non chiede di essere solamente guardato, ma anche vissuto: è un luogo che diventa esperienza. Qui, tra paesi immersi nel verde, boschi ricchi di lecci e faggi, macchia mediterranea, doline, laghi e monti, la vacanza è una full immersion nella storia, nell’arte, nelle tradizioni, nella spiritualità e nella natura. Sono scenari impareggiabili e tra i più belli non solo della Puglia, ma dell’Italia, da esplorare anche in bicicletta e a piedi. Il Gargano è un racconto da condividere che include anche i sapori e i profumi dei prodotti locali e delle ricette tipiche, le attività legate al mare, gli incontri, l’ospitalità calorosa di chi abita questi luoghi.
Punta di diamante della territorio è San Giovanni Rotondo, che da casale medioevale è diventato oggi centro di pellegrinaggio mondiale, da quando Padre Pio, un frate cappuccino giunto da Pietrelcina, nei pressi di Benevento, operò in modo straordinario per 52 anni promuovendo la costruzione della struttura ospedaliera Casa Sollievo della Sofferenza, fino a essere proclamato Santo nel 2002.
Luogo fondamentale per conoscere il santo stimmatizzato è il convento cappuccino di Santa Maria delle Grazie della metà del 1500, dove è possibile visitare la sua cella e ammirare numerosissime reliquie legate alla sua vita e alle sue attività.
A causa dell’enorme affluenza di visitatori e fedeli in visita alla tomba del Santo, alla fine degli anni ’50 il Convento è stato ingrandito con la costruzione di una nuova chiesa intitolata al Santo, che vale una visita per la sua grandiosa e avveniristica struttura aperta, inclusiva senza soluzione di continuità con l’esterno. Progettata da Renzo Piano, è sorretta da 22 archi che creano un curioso gioco visivo di intrecci. Dotata di ben 7000 posti a sedere, è per le sue dimensioni la seconda chiesa più grande d’Italia dopo la Basilica di S. Pietro, il suo interno ha una suggestiva forma a conchiglia con volte e archi in pietra e vetrate policrome. E’ qui, in una cripta tutta d’oro di grande emozione, che dal 2010 si trovano le spoglie di San Pio. Il corridoio con i mosaici di Padre Rupink che conduce alla tomba è un vero e proprio cammino spirituale con San Francesco e San Pio. A tal proposito, in occasione dell’inaugurazione della cripta, Benedetto XVI, vedendo quell’opera, commentò letteralmente: “Il corridoio che si attraversa per arrivare alla cripta è stato realizzato secondo lo stile delle antiche basiliche cristiane, tende cioè a rallentare il ritmo del pellegrino per dargli la possibilità di pregare e di contemplare.” Ha anche aggiunto: ‘Non solo è un’opera di straordinaria bellezza, ma costituisce una lezione di teologia magistrale”. Il soffitto della cripta è tutto in oro, dono dei pellegrini come ex voto per Padre Pio.
L’immenso sagrato, ornato da 12 fontane a velo e 21 alberi di ulivo secolare, può contenere per le celebrazioni all’aperto fino a 30 mila persone. Su un lato, la maestosa e svettante Croce alta 40 metri, realizzata con blocchi di pietra man mano più sottili, una monumentale opera che è un tributo dell’ingegno e dell’arte dato a gloria del Signore.
Incantevole la visita alle vie del borgo antico cittadino: stradine strette che si intrecciano in un labirinto di vicoli e vicoletti, piante ornamentali sui balconcini e sui “mugnali” (ripide scalinate esterne delle abitazioni) e tanti piccoli particolari ricchi di fascino e di storia.
Per presentarsi al mondo sempre più bella e accogliente, anche l’intera città di San Giovanni Rotondo si sta rifacendo il look. E’ quanto in sintesi sta facendo l’Amministrazione Comunale mirabilmente guidata dal Sindaco Costanzo Cascavilla per stare al passo con il numero sempre crescente di visitatori, ma anche per la migliore vivibilità dei residenti.
Anche attorno a San Giovanni Rotondo vi è un’area di forte richiamo culturale-turistico-religioso che documenta, attraverso monumenti e testimonianze in pietra, il carattere spirituale di questa terra. In quest’area si trovano chiese, santuari ed eremi nei quali più che mai fervida è la vitalità di una fede e di una pratica devozionale che non conoscono tramonto.
Immancabile una visita all’antica cittadina di Monte Sant’Angelo, che si affaccia sul golfo di Manfredonia arroccata su uno sperone roccioso. La sua maggiore celebrità è il santuario di S. Michele Arcangelo, uno dei luoghi sacri più venerati della cristianità, che dal 2011 fa parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Un tuffo in un mondo spirituale e mistico che rilassa e dà energia. La tradizione narra che qui, nel V secolo, l’arcangelo Michele si sia manifestato ai fedeli dando vita a uno dei più intensi fenomeni di pellegrinaggio. Il colpo d’occhio è unico: percorrendo una lunga e suggestiva scala scavata nella nuda roccia si scende nella grotta dell’Arcangelo, teatro di apparizioni e altri eventi prodigiosi, che nel 2014 la National Geographic Society ha inserito nell’ottavo posto tra le grotte sacre più importanti del mondo. Tra i monumenti da visitare, oltre al santuario, anche la chiesa di S.ta Maria Maggiore, il battistero di S.Giovanni (erroneamente noto come Tomba di Rotari), l’imponente castello normanno-svevo-aragonese e il famosissimo rione Junno, la parte più antica della città, costituita interamente da pittoresche casette bianche addossate l’una all’altra in un intreccio di abitazioni e vicoli davvero suggestivo.
Un altro gioiello da scoprire è il Santuario di S.ta Maria di Stignano, in stile romanico medioevale. Si trova nei pressi di San Marco in Lamis, in una valle che nel 1216 sembra abbia incantato San Francesco per la luce, il profumo dell’aria e i colori dei fiori. Qui il Venerdì Santo si svolge la processione delle “fracchie”, con enormi falò su carretti di ferro, trainati da figuranti in costume, che precedono la statua dell’Addolorata lungo le strade del centro.
Merita una visita anche il vicino santuario convento di San Matteo che conserva ancora, esteriormente e strutturalmente, la semplicità tipica delle fabbriche benedettine. Visto dalla tortuosa strada che lo raggiunge, appare come una solida fortezza. Qui si trova un dente molare appartenente a San Matteo, reliquia particolarmente cara e sentita dagli abitanti della zona che accorrono in massa il 21 settembre, giorno della festa del Santo. Materiale assai prezioso nella ricca biblioteca che conta oltre 60.000 volumi, dalle cinquecentine a importanti testi liturgici.
La storia del Gargano affonda le sue radici in un passato antico, che si rivela attraverso i cammini francigeni, le piccole e grandi chiese, gli edifici rustici, i castelli, i palazzi, le torri e anche i riti religiosi diffusi sul territorio. In collina, nel bosco, sulle rive di laghi camminare è una sorta di meditazione itinerante, un modo per riconnettersi alla natura. Meta ideale per gli appassionati di percorsi spirituali in cui ricreare energia vitale e benessere duraturo, il Gargano è tuttavia anche una destinazione eccellente per rilassarsi al sole su spiagge dorate e ricaricare le pile.
A Vieste, denominata “la perla del Gargano” per i suoi ricchi fondali multicolor tanto amati per le immersioni, più volte insignita della Bandiera Blu, è bello passeggiare nel borgo antico proteso sul mare sopra una lingua di roccia, tra stretti vicoli, piazzette e archi, dove dall’alto domina il Castello di Federico II e in cima a una scalinata appare la Cattedrale dell’XI secolo. Nei pressi, a picco sull’acqua cristallina si vedono giganteschi marchingegni, i trabucchi. Sono antichissimi sistemi di pesca con ampie pedane ancorate agli scogli e lunghe aste di legno, corde e carrucole. Alcuni sono stati recuperati e sono attivi, altri sono diventati ristoranti sull’acqua.
Vale allora la pena partire alla scoperta del Gargano ed entrare in questo mondo, dove la tradizione culinaria, che include i sapori dell’agricoltura e del mare e i profumi dei prodotti locali e delle ricette tipiche, propone una cucina eccellente, ricca di segreti tramandati, che si basa sui prodotti genuini e di qualità del territorio.
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