Costume

Moda, il brand “Italia” piace: +9,4%. Crescono Valentino, Moncler e... I dati

Il brand “Italia” è sempre più di moda. Crescono anche Calzedonia e Armani. In frenata solo Benetton. Cinesi e russi i big spender

R&S Mediobanca presenta l’indagine annuale sui principali Gruppi Moda in Italia dal 2011 ai primi nove mesi 2016. L’analisi considera le 140 maggiori aziende della moda con sede in Italia e con almeno 100 milioni di euro di fatturato nel 2015 (Aziende Moda Italia), offrendo un focus sui 15 maggiori gruppi, le firme del Top15Moda.

Nel 2015 il giro d’affari mondiale della moda (beni di lusso per la persona) è cresciuto, rispetto all’anno precedente, del +12%, attestandosi a 251 mld di euro, con le Americhe che hanno tolto all’Europa il titolo di principale mercato mondiale. In questo contesto, le performance delle aziende italiane della moda risultano migliori rispetto alla grande manifattura. Crescono i ricavi (+9,4% sul 2014 e +28,4% sul 2011), buona la solidità finanziaria (debiti pari al 31,8% dei mezzi propri). Per quanto riguarda la redditivita operativa (9%), pur rimanendo positiva, è in leggera contrazione.

La pelletteria è non solo il comparto con il peso maggiore (73 mld €, di cui 43 mld € le borse e 16 mld € le calzature), ma anche il più dinamico (+15%). Seguono l’abbigliamento (60 mld di euro, +13%), la gioielleria e orologeria (58 mld di euro, +10%) e la cosmesi-profumeria (50 mld di euro, +13%).

Tra le Top15Moda, che nel 2015 hanno generato un giro d’affari per 30,3 mld di euro (+8,9% sul 2014 e +30,1% sul 2011), l'incremento più sostenuto è stato quello di Valentino (+102%), seguito da Moncler (+71,5%), Calzedonia (+55,8%) e Armani (+46,9%). In frenata i ricavi della sola Benetton (- 25,8%).

Il fatturato nel 2015 di Luxottica, di gran lunga la maggiore fra i Gruppi del Top15Moda, si è attestato a 8.837 milioni, davanti a Prada (3.548 milioni), Armani (2.650 milioni) e Calzedonia (2.018 milioni); le altre aziende restano sotto i 2 miliardi. Per quanto riguarda lo shopping turistico, In Italia i big spender sono i cittadini cinesi (33%), seguiti dai russi (12%), mentre Milano si conferma la meta preferita, con il 34% del totale delle vendite nel nostro Paese a stranieri extra UE, seguita da Roma (18%).

Tra gli altri punti di rilievo: l’estero sempre più strategico, particolarmente per le Top15Moda; la moda continua ad assumere; i negozi monomarca rimangono determinanti, anche se lo shopping online e outlet è in continua crescita; le aziende italiane sono più piccole di quelle francesi, ma parimenti dinamiche e meno concentrate.

Sistema Moda: l'indagine completa

Le Americhe superano l’Europa per dinamicità, ma il vecchio continente resiste grazie al turismo. La Pelletteria comparto principale. Cinesi sempre più big spender, ma il 2016 regista un calo del tax-free shopping. Nel 2015 il giro d’affari mondiale della moda (beni di lusso per la persona) è cresciuto, rispetto all’anno precedente, del +12%, attestandosi a 251 mld di euro. Dopo la spinta del 2015, la stima per il 2016 è invece all’insegna della stabilità.

Il comparto della pelletteria si conferma il segmento maggiore (73 mld €, fra cui 43 mld € le borse e 16 mld € le calzature) e anche quello più dinamico (+15%), seguito dall’abbigliamento (60 mld di euro, +13%), dalla gioielleria e orologeria (58 mld di euro, +10%) e dalla cosmesi-profumeria (50 mld di euro, +13%).

A livello geografico le Americhe, con un valore di circa 85 mld di euro e una crescita del +18%, rappresentano il mercato più dinamico, scalzando così l’Europa, che si posiziona al 2°posto con 83 mld di euro e un incremento più contenuto (+9%). Il Giappone spende invece nei beni di lusso 20 mld di euro (+13%), la Cina 18 mld di euro, mentre il resto dell’Asia ha un giro d’affari complessivo di circa 33 mld di euro (+9%). In Europa continua l’espansione dello shopping turistico: il 60% del totale dei consumi infatti è rappresentato dal travel retail, un mercato stimato intorno ai 50 mld di euro e distribuito principalmente in Francia (23%), Gran Bretagna (20%), Italia (16%) e Germania (14%). In Italia i big spender sono i cittadini cinesi (33%), seguiti dai russi (12%) e nord americani (8%).

Milano si conferma la meta preferita, con il 34% del totale delle vendite in Italia a stranieri extra UE, seguita da Roma (18%). I primi nove mesi 2016 registrano però una flessione del cosiddetto taxfree shopping, -12% in Europa e -11% in Italia.

E-commerce e outlet, i canali di vendita in forte crescita. Anche se il 55% del mercato del lusso mondiale fa capo ai negozi monomarca, con accorta selezione delle location più prestigiose, l’e-commerce si conferma il canale di vendita con le più elevate aspettative di sviluppo per il 2016 (+26%), dopo aver generato a livello globale, nel 2015, un giro d’affari di circa € 17mld, ben cinque in più rispetto al 2014. Anche gli outlet si confermano utile leva commerciale per i brand della moda (26 mld di euro di vendite) e in continua crescita (+23% nel 2016).

La moda cresce a ritmi più sostenuti della grande manifattura italiana Nel 2015 la grande manifattura italiana ha segnato una ripresa del fatturato del 4,8%, un dato positivo ma lontano dalla crescita più sostenuta delle Aziende Moda Italia (+9,4%) e di quelle del Top15Moda (+8,9%).

Circa la redditività operativa, nel periodo 2011-15 il quadro d’insieme permane positivo e superiore a quello della grande manifattura italiana (4,2%), sebbene in leggera contrazione sia per le Aziende Moda Italia (ebit margin del 9% rispetto al 10,1% del 2011) sia per le Top15Moda (ebit margin del 12% rispetto al 13,7% del 2011). Tra le Top15Moda, nel 2015 Moncler ha conseguito il valore più elevato (29,2%), seguita da Ferragamo (18,8%), Luxottica (15,8%) e Armani (15,5%). Benetton, l’unica in negativo (-5,7%).

Volano i ricavi della moda italiana. Valentino registra l’incremento maggiore, ma è Luxottica a detenere il primato per ricavi Nel periodo 2011-15 i ricavi aggregati delle Aziende Moda Italia hanno segnato una crescita del 28,4% - passando dai 48,8 mld di euro del 2011 ai 62,6 mld del 2015 – contro quella più consistente delle Top15Moda: +30,1%, ovvero dai 23,3 mld di euro del 2011 ai 30,3 mld del 2015.

Tra le Top15Moda, il brand che registra l'incremento più sostenuto è Valentino (+102%), seguito da Moncler (+71,5%), Calzedonia (+55,8%), Armani (+46,9%), Ferragamo (+44,8%), Luxottica (+42%), Prada (+38,8%). Continua invece la flessione di Benetton (-25,8%), l’unica tra le 15 ad aver registrato un calo. Luxottica si conferma anche nel 2015 il gruppo con il fatturato maggiore (8.837 milioni di euro), davanti a Prada (3.548 milioni di euro), Armani (2.650 milioni di euro) e Calzedonia (2.018 milioni di euro).

La moda è “solida”

Per quanto riguarda la solidità finanziaria, la moda si distingue rispetto alla grande manifattura, (rapporto debiti finanziari su mezzi propri del 149,9%). Le Aziende Moda Italia appaiono infatti molto più capitalizzate, con debiti finanziari pari al 31,8% dei mezzi propri e addirittura del 21,7% per il Top15Moda. Altro fattore di diversità è l’abbondanza delle disponibilità liquide, superiori al debito oneroso per le Top15Moda (114,9%), rispetto ad un’incidenza del 76,3% per le Aziende Moda e del 54,8% per la grande manifattura. Un Made in Italy da export Il fatturato estero è rilevante per le Aziende Moda Italia, attestandosi nel 2015 al 59,9% del totale (pari a 37,5 mld di euro, +7,1 p.p. rispetto al 2011) con un incremento nel quinquennio del +45,6%. La componente di export è generalmente più accentuata nel Top15Moda, con punte del 92% per Zegna, 88,2% per Ferragamo, 87,2% per Prada e 87% per OTB. Minor proiezione internazionale solo per Calzedonia (49,9%).

Progressione anche per le vendite, con il gruppo delle Top15Moda Italia che segna un +8,9% sul 2014, con un incremento dello 0,5% sui mercati europei (dove si genera un giro d’affari di 12,2 mld di euro); crescita a doppia cifra (15,4%) su quelli extraeuropei (arrivati a 18,1 mld), che assorbono il 59,7% delle vendite complessive, con punte dell’81,6% per Luxottica, del 73,8% per Zegna e del 73,1% per Ferragamo. La moda assume di più L’incremento delle vendite ha portato a una consistente crescita occupazionale tra le imprese del settore. Nel periodo 2011-15, la forza lavoro nelle Aziende Moda Italia è aumentata del 21,2%, coinvolgendo oltre 57mila nuovi dipendenti, per un totale addetti che, nel 2015, arriva a circa 327mila unità.

L’incremento occupazionale è stato più importante tra i big dei Top15Moda (+30,7%), pari a 43mila unità in più, di cui l’80% assunte da Luxottica (+14.539 unità) e Calzedonia (+12.629 unità), Prada (+4.347) e Armani (+2.736); in contrazione solo Safilo (-10,7%, equivalenti a 864 persone). I cugini francesi La mappa della moda d’Oltralpe non si discosta di molto da quella nostrana, se non per le dimensioni. Il giro d’affari delle Top15Moda Francia è il doppio di quello del Top15Moda Italia, ma risulta molto più concentrato: in Francia il solo Gruppo Dior assorbe la metà dei ricavi del Top15Moda Francia. In Italia sono 13 le società della moda con ricavi superiori al miliardo, in Francia si fermano a sei. Le aziende nostrane crescono con pari velocità di quelle dei cugini d’oltralpe, sono finanziariamente più solide e più liquide, ma meno redditizie.


L’indagine completa è disponibile per il download sul sito www.mbres.it