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Nutella, la foto choc sugli ingredienti. E la verità sull'olio di palma...
Olio di palma, Nutella e non solo: il confronto tra 25 etichette di prodotti alimentari. Attenzione ai prodotti senza olio di palma ma con più grassi saturi
Olio di palma, Nutella e non solo: il confronto tra 25 etichette di prodotti alimentari ben noti della grande distribuzione. Dove c’è olio di palma ci sono sempre più grassi saturi? Falso
Una bandiera, una promessa salutare… la scritta “senza olio di Palma” che compare ormai sulle confezioni di decine di prodotti della grande industria alimentare induce a pensare che biscotti, tortine, lieviti di tutti i tipi siano più leggeri, sicuri e salubri per il consumatore. Dopo lunghe polemiche, non ultima quella sugli ingredienti che compongono la nota 'Nutella', nell’opinione pubblica si è affermata l’idea che l’olio di palma faccia male alla salute per la sua composizione grassa e all’ambiente, in quanto causa di deforestazione.
Ma è veramente così? Se lo è chiesto il pensatoio Campagne liberali che ha messo a confronto il contenuto delle confezioni di 25 marchi di largo consumo sugli scaffali di tutti i supermercati, mettendo a confronto le etichette di prodotti senza olio di palma con quelle di prodotti similari che non escludono l’olio sotto accusa.
Il risultato è quantomeno spiazzante: “La ricerca ha dimostrato che molte aziende alimentari hanno sì eliminato l’olio di palma, evidenziandolo sulle confezioni, senza però diminuire la quantità di grassi saturi (quelli che la medicina considera dannose per l’alimentazione). Anzi, in alcuni casi, il contenuto di grasso è aumentato” afferma Campagne Liberali. E questo aumento non viene segnalato in nessun modo sulla confezione, ma si deve desumere dalle cifre molto piccole dei contenuti nutrizionali. Insomma, per Campagne liberali: “leggendo gli ingredienti e la composizione di entrambe è emerso che il “senza” in molti casi è stato sostituito con il “con”, o meglio con altre tipologie di grassi saturi.
Questo induce Campagne liberali a immaginare che sulle polemiche dei mesi passati pesi più “una guerra commerciale che un vero interesse per la salute del consumatore o del Pianeta, visto che, come hanno dichiarato Greenpeace e WWF, quella dell’olio di palma è la coltivazione più sostenibile - intesa come produzione per ettaro – e quindi da preferire a qualsiasi altra, ribadendo che le cause della deforestazione sono altre”.
I produttori di olio di palma, da parte loro, rassicurano sul fatto che si tratta di un produzione certificata e quindi controllata dalla palma alla tavola affinché sia sostenibile, dall’altra molti colossi del settore alimentare della grande distribuzione hanno comunque deciso di eliminarlo dai loro prodotti, ma, secondo la ricerca, senza riportare nelle rispettive etichette con quali ingredienti sia stato sostituito e senza comunicare con altrettanta evidenza che con l’eliminazione dell’ingrediente i grassi saturi sono aumentati.
“Leggendo sulle confezioni “senza olio di palma” il rischio può essere quello di confondere i consumatori illudendoli di aver eliminato qualcosa di nocivo. Le aziende sono certamente libere di sostituire l’ingrediente – afferma Campagne Liberali - ma non possono trarre in inganno il consumatore. Ad oggi, i benefici derivanti dall’avere eliminato l’olio di palma non esistono, piuttosto i produttori di biscotti e merendine dovrebbero chiedersi se i loro prodotti non abbiano perso di qualità”.