Arredi, abiti di lusso e gioielli: arrestato l’ex marito della Marini - Affaritaliani.it

Cronache

Arredi, abiti di lusso e gioielli: arrestato l’ex marito della Marini

Fabio Cottone, l'ex marito di Valeria Marini, è stato arrestato dalla Procura di Bergamo sul crac dell'agenzia di lavoro interinale Maxwork

La Maxwork spa fu depredata dal suo fondatore e da altri dirigenti che, con i soldi della società, volevano garantirsi un alto tenore di vita o lanciarsi in altre iniziative imprenditoriali, puntualmente fallite: questa la principale accusa che i sostituti procuratori della Repubblica di Bergamo Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi muovono a Massimiliano Cavaliere, fondatore della società (il cui nome deriva da Massimiliano, Max) che aveva sede nel cuore della città, Porta Nuova, origini siciliane ma da tempo a Bergamo con casa in via XX Settembre, e Giovanni Cottone, palermitano ed ex marito di Valeria Marini, procacciatore d’affari tra il 2014 e il 2015 per la Maxwork stessa (fallita lo scorso anno).

Entrambi sono agli arresti domiciliari, Cavaliere da venerdì, Cottone da ieri (perché era all’estero nei giorni precedenti). E tutti e due sono accusati di evasione fiscale, truffa aggravata ai danni dell’Inps e bancarotta fraudolenta. Bancarotta a cui avrebbero partecipato l’ex presidente di Maxwork, Placido Ilario Sapia, e l’ex consigliere delegato Giampiero Silan, un’altra dirigente della società, Giuliana Tassari, la moglie di Cavaliere Paola Stucchi e infine un consulente bancario umbro. Ma tra gli indagati - oltre al poliziotto di Linate Giorgio Pronti, che a quanto pare lasciava passare ai controlli in aeroporto Cottone e amici con una certa facilità - c’è anche l’ex questore Fortunato «Dino» Finolli, accusato di peculato, corruzione e istigazione alla corruzione: avrebbe ricevuto regali di vario tipo, secondo l’accusa, grazie ai fondi di Maxwork. Per lui, però, il tribunale ha respinto la richiesta della misura cautelare in carcere (leggi qui)

La posizione di Finolli, però, appare marginale rispetto a quanto accaduto: secondo l’accusa Cavaliere prima, e Cottone poi, con la complicità di Sapia e Silan, avrebbero richiesto fin dal 2011 continue dilazioni, all’Inps, sul versamento dei contributi, con l’obiettivo di ottenere Documenti unici di regolarità contributiva, salvo poi produrre modelli F24 falsi, o addirittura Durc falsi, quando la società non aveva più i numeri per le istanze di dilazione. Una truffa specifica, con i Durc fittizi, da tre milioni e mezzo di euro ai danni dell’Inps. Ma i mancati versamenti avrebbero provocato un buco, per le casse dell’istituto previdenziale e quindi dello Stato, pari a 100 milioni di euro, visto che alla fine è la collettività a pagare contributi ai lavoratori che effettivamente hanno svolto il loro dovere.

Operai, impiegati e uomini delle pulizie, gestiti dalla Maxwork, che nulla sapevano di quanto avveniva alle loro spalle: gli investigatori calcolano che almeno dal 2013 l’azienda, per volere del suo fondatore Massimiliano Cavaliere, non avrebbe versato nulla (al Fisco oltre che all’Inps) se non lo stipendio netto dovuto ai lavoratori somministrati. Evadendo nel complesso 56 milioni di euro che erano dovuti allo Stato. «Qui l’erario è stato usato come banca...» suggerisce un inquirente. Perché lo scopo ultimo, almeno stando al castello accusatorio, era il lusso, lo sfarzo, o il lancio di altre imprese, come la costruzione di villaggi turistici in Sardegna, subito naufragata lasciando sul campo un paio di milioni. La moglie di Cavaliere, Paola Stucchi, avrebbe comprato mobili per decine di migliaia di euro utilizzando una carta di credito che era intestata alla società; all’ultima compagna di Cottone, la brasiliana Dani Samvis, ex miss Sudamerica, sarebbero finiti in regalo gioielli e vestiti firmati, molti acquistati nel centro di Bergamo. Ma tra i beni sequestrati, per un totale di otto milioni di euro, ci sarebbero anche auto di lusso, sempre a carico della società che dava da mangiare a oltre tremila persone. Una ruberia continua e voluta, sostiene la procura, dalle casse di un’azienda che aveva i numeri per restare sana, almeno fino a un certo punto. Anzi, ancora pochi mesi prima del fallimento, la società aveva coperto mancati contributi per circa 1,8 milioni di euro, nell’ambito di un procedimento penale già in corso. Il resto dei soldi, che a quanto pare c’erano, veniva utilizzato per ben altri scopi.

LA PRECISAZIONE

Venuti a conoscenza dall'agenzia ANSA che lancia la notizia dell'arresto di Cottone, precisiamo e ricordiamo sin da ora che il matrimonio con Valeria Marini è stato annullato, civilmente e religiosamente dalla Sacra Rota, nel mese di ottobre 2015 con sentenza ufficiale. Pertanto non è corretto associare il nome di Cottone come "ex marito di Valeria Marini".