Cronache

Battisti e il male incurabile, 25 anni senza il Mozart della musica leggera

Di Paolo Diodati

Il 25esimo anniversario della morte di Lucio Battisti, il Mozart della musica leggera, offre l'occasione per un cenno alla sua grandezza

Poi motivi di gelosia-rivalità, sentiti soprattutto dall’ambiziosa e velleitaria Valezia, nome d’arte di sua moglie. Ma anche per la voglia genuina dell'irrequieto Battisti di scoprire nuovi orizzonti. In quella dificilissima occasione sapeva che avrebbe potuto scegliere il sostituto anche all’estero. La fretta e la continua spinta di Valezia gli fecero dimenticare che Mogol aveva realizzato con successo insuperabile, anche il linguaggio isterico, quello folle, quello sperimentalmente innovativo, restando però sempre nel comprensibile, nell’intelligente e, soprattutto, nel gradevole. Se avesse voluto andare verso lidi ancora più nuovi, tentando il detto e non detto, i giochi di parole, i doppi e tripli sensi, avrebbe potuto spingere Mogol a farlo. E Mogol era il tipo ideale per fare cose nuove, spinte, anche apparentemente astruse, ma ripeto, intelligenti e comprensibili. L’incantesimo di quella compenetrazione artistica unica, era però ormai rotto e Valezia una sera, insofferente, spedì Lucio a fare la spesa, troncando malamente i discorsi tra i due, proprio su questi temi.

Valezia, forse come tanti, nel sentire cantare Lucio, aveva sicuramente pensato “Certo che sono parole centrate. Ma cosa ci vuole a fare altrettanto?” Il fatto è che una considerazione simile poteva essere fatta solo “dopo” aver ascoltato le parole incasellate da Mogol. Con tutti gli evidenti suggerimenti dati da Battisti, alcuni dei quali completamente azzeccati (come quelli per il testo della difficile e originale Windsurf), bastò un solo tentativo per dimostrare che Valezia non avrebbe potuto sostituire Mogol, senza farlo rimpiangere.