"Bruxelles, blitz condotto in maniera dilettantesca"
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento Analisi del Sisde, analizza in un'intervista ad Affaritaliani.it le clamorose lacune del blitz antiterrorismo a Bruxelles.
Alfredo Mantici, come giudica l'operazione antiterrorismo di Bruxelles?
Dalle notizie confuse che arrivano sembra che per l'ennsima volta le forze di polizia belghe abbiano dimostrato scarsa professionalità. Non ci dimentichiamo quanto successo dopo il Bataclan. Purtroppo hanno una normativa super permissiva secondo la quale la Polizia non può fare perquisizioni tra le nove di sera e le sei del mattino. Il risultato è che avevano circondato il quartiere di Molenbeek ma durante la notte Salah è riuscito a fuggire nascosto dentro un armadio.
Quali sono stati gli errori del blitz di Forest?
Solo il fatto che sono stati feriti quattro agenti di Polizia dimostra che c'è stato un approccio dilettantesco. Quando si conducono operazioni di questo tipo bisogna sempre tenere in considerazione il "worst case scenario". Bisogna usare sempre molta prudenza ed entrare in una casa presumibilmente vuota come se potenzialmente potesse essere piena di terroristi. Non è che si bussa alla porta e si entra così. Ritengo che il bilancio poteva essere anche molto peggiore. Il Belgio ha un sistema di sicurezza troppo garantista, inadeguato a far fronte alla minaccia terroristica. Anche perché ormai stiamo parlando di una composizione sociale andata molto al di là dei controlli.
Si riferisce a Molenbeek?
Certo, si è lasciato crescere un quartiere mostro dove vivono centomila islamici, una popolazione pari alla città di Livorno. Come si pensa di poterla tenere interamente sotto controllo? Basta una percentuale di estremisti dello 0,5% per creare una situazione drammatica.
Tornando al blitz, anche dal punto di vista informativo sembra ci siano molte lacune. Prima era stato annunciato l'arresto dei fuggiaschi, poi è stato smentito.
C'è grande confusione, ancora non sappiamo esattamente che cosa è successo. In Belgio si fanno spesso grandi interventi eclatanti come accaduto qualche mese fa quando fu recintata la Grand Place di Bruxelles ma poi nei fatti si arriva sempre dopo o si conclude poco. La colpa è anche di norme che appesantiscono l'operatività della Polizia e non consentono un'azione antiterrorismo efficace.
Secondo alcuni analisti, il Belgio è diventato una sorta di "zona franca" del terrorismo islamico. E' una descrizione che corrisponde alla realtà?
E' un dato di fatto che i fuggiaschi degli attentati di Parigi si siano rifugiati in Belgio. Le armi per l'attentato arrivavano da lì. Evidentemente in Belgio, contrariamente che in Italia, non è difficile procurarsi kalashnikov e armi da guerra.
Venendo a temi di casa nostra, si parla di Saltalamacchia come possibile prossimo direttore dell'Aisi, nonostante al momento non abbia i requisiti per la nomina. Che cosa ne pensa?
Per quanto riguarda i nomi che circolano non solo sull'Aisi ma anche sugli altri apparati di sicurezza posso dire che, da Parente a Delle Femmine, si tratta di nomi di grande esperienza. Per quanto riguarda invece Saltalamacchia non posso dire nulla perché non lo conosco. Posso solo dire che non credo che il suo non essere generale di Corpo d'armata possa rappresentare un particolare handicap. Ricordo che con la pressione dell'allora sottosegretario Enrico Letta venne nominato Gabrielli direttore del Sisde quando era appena questore. La mattina stessa venne nominato prefetto e l'ostacolo fu aggirato. Potrebbe accadere di nuovo la stessa cosa.
*Alfredo Mantici è ora direttore editoriale della rivista Lookout News