Cronache
Censura, terrore e sensi di colpa: i tre pilastri della tirannide
Testo di Lidia Sella, letto dall’autrice durante la manifestazione di protesta “No paura day 2”, a Cesena, il 28 novembre 2020
Il Nuovo Ordine Mondiale, come ogni dittatura che si rispetti, impiega l’arma della censura, alimenta il terrore, instilla sensi di colpa.
Mettere a tacere l’avversario è una priorità
Quand’ero ragazza, si parlava spesso di pluralismo. Si ammetteva la molteplicità delle idee. E, almeno in teoria, si riconosceva il diritto a esprimerle, garantito dall’articolo 21 della Costituzione.
Chi si azzardi oggi a formulare ragionamenti e discorsi sul covid che contraddicano la vulgata imperante, viene invece bollato di negazionismo, quindi criminalizzato, ridicolizzato, bannato.
Chiunque sia dotato di logica e spirito critico sufficienti a smascherare le menzogne di medici, scienziati, politici, giuristi, economisti e giornalisti prezzolati è ritenuto addirittura un soggetto psichiatrico.
Ma qui, sinora, i dissidenti non finiscono nei Gulag, né vengono internati in manicomio criminale. Si preferisce condannarli al silenzio. Ostracizzarli dalla rete. O scatenare contro di loro il manganello invisibile di un’acefala riprovazione sociale. Schiere di cittadini, plagiati dalla propaganda di regime, si trasformano in complici inconsapevoli dei despoti: da perfetti autolesionisti, contribuiscono a soffocare proprio quelle poche voci libere che, per il bene di un intero popolo, trovano il coraggio per opporsi alla tirannia. Così il bipensiero orwelliano, veicolato dai media, neutralizza l’eroe. Per sgretolarne la sacralità, è stato sufficiente equipararlo a un folle, assimilarlo a un buffone.
Il panico serve a paralizzare la razionalità
Da decenni le élite che governano il Pianeta lavorano ad affinare le tecniche per il condizionamento psicologico di massa. Per rendere più efficaci i loro interventi, non disdegnano però il ricorso alla corruzione.
Grazie al decreto del 12 ottobre 2020, i media italiani sono infatti stati foraggiati con 50 milioni di euro, allo scopo di assicurare una costante copertura “informativa” sulla diffusione del virus. Obiettivo raggiunto. Giacché la psicosi collettiva, alimentata in maniera capillare, risulta ormai fuori controllo.
I mezzi di informazione hanno avuto persino l’impudenza di paragonare l’epidemia da covid 19 alla pandemia di spagnola che, tra il 1918 e il 1920, procurò oltre 50 milioni di vittime, su una popolazione mondiale di due miliardi di persone, con un tasso di letalità pari quindi al 2,5%. Nel 2020 i morti da covid su scala mondiale sono invece un milione e quattrocentoventimila e, poiché attualmente la Terra ospita 7.8 miliardi di abitanti, adesso il tasso di letalità non supera lo 0,01%.
Per ogni paziente covid ricoverato in rianimazione o in terapia intensiva, alle strutture sanitarie viene poi erogato un contributo di 2.000 euro al giorno. A dichiararlo l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Una montagna di denaro che fa gola a molti, induce a gonfiare in modo artificioso i dati statistici sull’incidenza del covid e, di conseguenza, rafforza la cortina di omertà sulle autentiche dimensioni del fenomeno.
Giornali e televisioni si riferiscono ai contagiati come se fossero soggetti malati oppure già moribondi. La scienza ha viceversa confermato che la malattia ha esiti fatali solo nel 3% dei pazienti positivi al tampone, perlopiù anziani affetti da polimorbilità (3.6), con un’età media di 80 anni. Invece i pazienti deceduti per covid dall’inizio dell’epidemia, ma privi di patologie pregresse, sono in tutto 14.
Gli asintomatici sono persone sane e non contagiose. I media insistono tuttavia sulla loro pericolosità.
Nel Bel Paese siamo 60 milioni di abitanti. Ogni anno si registrano circa 600 mila decessi, 1600, 1700 al giorno. Eppure sembra che adesso si possa morire solo di coronavirus.
A chi muove i fili del terrorismo mediatico certo non conviene ricordare che, nel 2017, i morti a causa di malattie respiratorie, sindromi influenzali comprese, sono stati 53.372.
Se d’altronde si induce l’opinione pubblica a credere che la situazione sia davvero allarmante, allora risulta più facile giustificare quello stato di emergenza che ha polverizzato il nostro tessuto economico, con vantaggi enormi per i poteri forti e i signori delle banche, che potranno presto comprarsi l’Italia a un euro.
Alimentare il terrore è infine strumentale a convincere la popolazione che i vaccini siano l’unica soluzione possibile, così da incrementare gli introiti delle multinazionali farmaceutiche che li commercializzeranno, con incassi da capogiro.
I sensi di colpa sopprimono la capacità di reagire
Possediamo un piano pandemico che risale al 2006. E nessuno si è mai preoccupato di aggiornarlo, né il governo centrale, né i governatori delle singole regioni.
Nel corso degli ultimi dieci anni la Sanità Pubblica ha subito tagli per 50 miliardi di euro, sono stati chiusi 175 ospedali ed eliminati 45 mila posti letto. Nel frattempo, per inciso, sono stati aperti 9.282 centri di accoglienza per immigrati.
Secondo l’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, nel 1998 c’erano 5,8 posti letto ogni mille abitanti, scesi a 4,3 nel 2007 e a 3,6 nel 2017. In Lombardia, fiore all’occhiello della Sanità italiana, nel 1981 si contavano 78 posti letto ogni 10.000 abitanti; nel 2016 sono calati a meno di 40.
L’emergenza è stata dichiarata con grave ritardo: i nostri politici erano troppo impegnati a organizzare aperitivi solidali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito protocolli terapeutici errati, che hanno generato migliaia di morti.
Tantissimi malati venivano lasciati a casa, senza cure. E quando qualche anima pia si decideva finalmente ad assisterli, purtroppo non era più possibile salvarli.
Imposta la cremazione, sono state eliminate imbarazzanti prove di malasanità.
La raccomandazione di non eseguire autopsie ha rallentato, e ostacolato, il corretto iter della ricerca medica.
La maldestra gestione delle residenze per anziani ha determinato vere e proprie stragi.
Si è adottata la barbara misura di vietare le visite ai parenti ricoverati e si è negato l’ultimo saluto ai propri cari in agonia.
In compenso non si sono approntati ospedali da campo, non si è assunto personale medico e infermieristico a sufficienza, non si sono procurati per tempo respiratori e dispositivi di protezione, non si è incrementata la disponibilità di posti letto in terapia intensiva. E non esiste alcun coordinamento centrale per la gestione dei “covid hotel”.
Da marzo 2020 in poi, nonostante i pieni poteri, è mancata la volontà di riorganizzare la Sanità Pubblica e la medicina del territorio. Un paziente su tre, ricoverato in ospedale, potrebbe essere seguito a casa, se l’assistenza domiciliare funzionasse.
I cittadini sono stati condannati a lunghi mesi di confinamento, con forti ricadute sulla loro salute psicofisica.
Per mancate cure, ambulatori inagibili, interventi sospesi, accesso sconsigliato ai pronto soccorsi, si è registrato un consistente incremento di decessi fra i pazienti affetti da patologie croniche.
Lunghe e umilianti attese per chi debba sottoporsi al tampone e ritardi vergognosi nella comunicazione degli esiti diagnostici.
Impiego di tamponi non validati che, nel 95% dei casi producono risultati falsi positivi, sulla base dei quali si è dichiarata un’emergenza sanitaria in odore di anti-costituzionalità.
Chiuse le scuole, bambini e ragazzi sono stati privati del diritto allo studio.
Migliaia di piccole e medie imprese sull’orlo del fallimento, la disoccupazione alle stelle, in aumento i suicidi per debiti.
I pieni poteri, in sostanza, sono serviti a comprare banchi a rotelle e a distribuire bonus per i monopattini.
Ma, in tutto questo, ci chiediamo, i veri colpevoli chi sono? In base al meccanismo della proiezione psicologica, ad allargare la piaga biblica del covid, com’è ovvio, sono i cittadini indisciplinati, che si assembrano sui mezzi pubblici, hanno ancora il vizio di recarsi in ufficio, si ostinano ad aprire i loro negozi al pubblico.
E poi si agitano, per pagare utenze affitti mutui tasse stipendi contributi, un’assurdità, un comportamento davvero incomprensibile, poiché lo Stato, da buon padre di famiglia, ha già provveduto di tasca propria a sanare ogni criticità.
Come se non bastasse, questi sciagurati si permettono anche di spostarsi da un comune all’altro o, peggio, da una regione all’altra, respirano senza mascherina, in spiaggia, nei parchi, nei boschi, nelle piazze, e hanno persino l’ardire di andare al ristorante al cinema in piscina nei musei. O al bar a bersi un caffè. Autentici incoscienti. Criminali incalliti. E, oltretutto, recidivi.
Il gatto e la volpe, ossia Conte e Mattarella, si vedranno infatti costretti a punire i sudditi con ulteriori arresti domiciliari e lunghe quarantene per chi oserà viaggiare all’estero. Si renderanno necessarie misure repressive adeguate a soffocare e comprimere il malsano desiderio di vita degli Italiani. Soprattutto in vista delle imminenti festività, occorrerà punire in maniera inflessibile quell’istinto deviato che spinge il nostro popolo a coltivare legami sociali, familiari e affettivi. Coprifuoco, mascherine, distanziamento sociale, città fantasma, l’onda nera e gonfia della miseria, la fame che morde allo stomaco: questa nuova normalità diventerà la regola. Ci vorrà soltanto un po’ di tempo, perché la gente ci faccia l’abitudine.