Cronache

Chico Forti: "Tutto inventato". Le presunte minacce a Travaglio e Lucarelli

Di Redazione Cronache

L'ex surfista smentisce tutto, ma per i pm che hanno aperto il fascicolo "l'indagine è tutt'altro che una fesseria"

Chico Forti, la doppia versione sulle minacce a Travaglio-Lucarelli. Il super testimone

Chico Forti smentisce tutto ma la Procura invece insiste e vuole andare a fondo in questa vicenda. Il caso riguarda le presunte minacce nei confronti del direttore del Fatto Travaglio e della giornalista Selvaggia Lucarelli da parte dell'ex surfista condannato all'ergastolo in Usa per omicidio ed estradato in Italia. Minacce rivelate da un altro detenuto del carcere di Verona. Forti sarebbe "caduto dalle nuvole" nel leggere sui quotidiani che dentro il carcere di Montorio, dove è recluso da circa un mese, avrebbe chiesto a un altro detenuto - riporta Il Giornale - di contattare "amici" ndranghetisti per "mettere a tacere" Travaglio e Lucarelli, particolarmente critici sul suo rientro in Italia. "Forti - spiega uno dei suoi legali a Il Giornale - ha ribadito che non è assolutamente vero. La notizia è falsa. Punto. Mi ha detto di non aver mai fatto e neanche mai pensato quel che il detenuto dice".

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Ma la Procura fa sapere di considerare l'indagine "tutt'altro che una fesseria". Ci sarebbe poi - prosegue Il Giornale - un altro detenuto ancora che avrebbe assistito alla conversazione di Forti con l'interlocutore, colui che avrebbe dovuto prendere contatti con "gli amici ndranghetisti". La persona con cui avrebbe parlato Forti, in ambienti di polizia viene definita una "figura di spessore criminale", non essendo né un boss di mafia né un collaboratore di giustizia. Ma a raccogliere poi la confidenza sull'esistenza di questa presunta conversazione sarebbe stata un'altra persona ancora, che lavora all'istituto penitenziario, con la quale i carcerati entrano spesso in contatto. La stessa che allarmata avrebbe avvertito poi Travaglio e che ora teme ripercussioni. Della vicenda sono stati informati il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di Sorveglianza e la Dda di Torino.